Sosteniamo queste compagne: non la loro disumana detenzione, ma la loro lotta coraggiosa deve essere un esempio per tutte e tutti noi. La loro lotta deve vincere!
Anna e Silvia, anarchiche rinchiuse nella sezione di Alta Sicurezza 2 del carcere di Preturo, il 29 maggio hanno intrapreso uno sciopero della fame.
Chiedono il trasferimento in un altro carcere e la chiusura della sezione A.S.2 de l'Aquila.
Altre anarchiche ed altri anarchici prigioniere/i le hanno affiancate in questa lotta entrando a loro volta in sciopero della fame nelle carceri di Ferrara, Alessandria, Sollicciano (Firenze), Lucca, Uta (Cagliari).
Numerose azioni di solidarietà sono state compiute in Italia e in altri paesi.
Il trattamento a cui le due compagne sono sottoposte nel super-carcere de L’Aquila è emanazione diretta delle regole imposte nelle sezioni immediatamente prossime alla loro, quelle a regime di 41bis.
Il regime di 41bis, regolamentato dal D.A.P. per conto del Ministero della Giustizia dello Stato Italiano, istituzionalizza la tortura.
La notizia della prosecuzione dello sciopero della fame, in seguito ad alcune azioni che hanno costretto media e TG a parlarne, ha raggiunto anche le celle del 41bis del carcere di Preturo. Lunedì 17 giugno è iniziata una battitura nella sezione femminile, che è andata avanti nei giorni, per la durata di mezz’ora. La sua eco è arrivata fino alle sezioni di 41bis maschili, dove si è rafforzata, perché altri detenuti hanno iniziato a battere sulle sbarre.
Il 20 giugno, un’altra anarchica è stata portata nella stessa sezione A.S.2. Si tratta di Natasha, arrestata un mese fa in Francia, portata a Roma-Rebibbia in seguito all’estradizione e tradotta infine nel carcere de L’Aquila.
Al suo arrivo ha formalizzato la sua adesione allo sciopero della fame in corso, iniziato da lei due giorni prima a Rebibbia.
Il medico che da settimane sta facendo richiesta di entrare a visitare Silvia e Anna non ha ancora ricevuto l'autorizzazione, e manca, nel carcere abruzzese la figura di un garante dei diritti dei detenuti.
Silvia ed Anna sono oggi al ventisettesimo giorno di sciopero della fame totale
Per tutti coloro che stanno fuori delle galere, per evitare che la galera si espanda e recluda ogni forma di vita, è urgente l'impegno a comunicare a queste persone detenute la più attiva solidarietà.
Chiedono il trasferimento in un altro carcere e la chiusura della sezione A.S.2 de l'Aquila.
Altre anarchiche ed altri anarchici prigioniere/i le hanno affiancate in questa lotta entrando a loro volta in sciopero della fame nelle carceri di Ferrara, Alessandria, Sollicciano (Firenze), Lucca, Uta (Cagliari).
Numerose azioni di solidarietà sono state compiute in Italia e in altri paesi.
Il trattamento a cui le due compagne sono sottoposte nel super-carcere de L’Aquila è emanazione diretta delle regole imposte nelle sezioni immediatamente prossime alla loro, quelle a regime di 41bis.
Il regime di 41bis, regolamentato dal D.A.P. per conto del Ministero della Giustizia dello Stato Italiano, istituzionalizza la tortura.
La notizia della prosecuzione dello sciopero della fame, in seguito ad alcune azioni che hanno costretto media e TG a parlarne, ha raggiunto anche le celle del 41bis del carcere di Preturo. Lunedì 17 giugno è iniziata una battitura nella sezione femminile, che è andata avanti nei giorni, per la durata di mezz’ora. La sua eco è arrivata fino alle sezioni di 41bis maschili, dove si è rafforzata, perché altri detenuti hanno iniziato a battere sulle sbarre.
Il 20 giugno, un’altra anarchica è stata portata nella stessa sezione A.S.2. Si tratta di Natasha, arrestata un mese fa in Francia, portata a Roma-Rebibbia in seguito all’estradizione e tradotta infine nel carcere de L’Aquila.
Al suo arrivo ha formalizzato la sua adesione allo sciopero della fame in corso, iniziato da lei due giorni prima a Rebibbia.
Il medico che da settimane sta facendo richiesta di entrare a visitare Silvia e Anna non ha ancora ricevuto l'autorizzazione, e manca, nel carcere abruzzese la figura di un garante dei diritti dei detenuti.
Silvia ed Anna sono oggi al ventisettesimo giorno di sciopero della fame totale
Per tutti coloro che stanno fuori delle galere, per evitare che la galera si espanda e recluda ogni forma di vita, è urgente l'impegno a comunicare a queste persone detenute la più attiva solidarietà.
Per scrivergli:
Silvia Ruggeri, Anna Beniamino, Natascia Savio
Casa Circondariale L'Aquila - via Amiternina 3
Località Costarelle di Preturo - 67100 L'Aquila
Milano |
Palermo, davanti al tribunale |
Davanti al carcere di Taranto |
Dal centro Tanweer di Nablus, Palestina |
Brisbane, Australia |
Solidarietà con le compagne in sciopero della fame
Carx compagnx,
voglio mandare un forte saluto di solidarietà e ribellione allx compagnx anarchichx prigionierx, che proprio ora sono in sciopero della fame nelle carceri italiane, e anche a tuttx quellx braccatx e solidali in strada.
È evidente il bisogno di lottare contro le carceri, l’isolamento e tutte le misure ogni volta più avanzate di sicurezza che applicano a tuttx noi prigionierx e specialmente a quellx che lottano, presuntx conflittuali, pericolosx o ritenute socialmente inadattatx.
voglio mandare un forte saluto di solidarietà e ribellione allx compagnx anarchichx prigionierx, che proprio ora sono in sciopero della fame nelle carceri italiane, e anche a tuttx quellx braccatx e solidali in strada.
È evidente il bisogno di lottare contro le carceri, l’isolamento e tutte le misure ogni volta più avanzate di sicurezza che applicano a tuttx noi prigionierx e specialmente a quellx che lottano, presuntx conflittuali, pericolosx o ritenute socialmente inadattatx.
Il controllo (sociale, fisico e psicologico) così come la punizione e
l’isolamento, sono i pilastri di base del sistema carcerario, qui come
in tutto il mondo. Le regole del potere sono molto semplici, e chi le
infrange, fuori, in strada, come dentro il carcere, sarà punitx ed
isolatx da un ambiente più sociale e più tranquillo… rinchiusx in
prigioni e in sezioni di isolamento che non sono altro che prigioni
dentro la prigione. Spesso sono sezioni separate che non hanno nessun
contatto con le sezioni ordinari, o in celle punitive che stanno
all’interno delle sezioni ordinarie, dove lx prigionierx possono
interagire, solidarizzare, comunicare ma anche minacciare, ignorare o
stigmatizzare le persone in isolamento.
Nello stato spagnolo esiste il sistema FIES (schedario dei detenuti a
monitoraggio speciale), un sistema che controlla, registra e condiziona
lx prigionierx politichx o conflittuali. Il FIES 3 è concepito per lx
prigionierx di gruppi armati, originariamente pensato per ETA e altri
gruppi organizzati, ma dove includono anche noi anarchichx condannatx,
accusatx o indagatx per terrorismo.
Ovviamente, come applicare le norme del FIES, dipende molto dal livello di pericolosità in base al quale lo stato ci classifica a ognunx e a quale carcere ci mandano.. può essere un isolamento molto leggero e anche simile al regime chiuso normale o può essere un isolamento molto duro e rigido.
All’inizio ci fanno passare dalla sezione di isolamento a Soto del Real (Madrid) dove ci sono 4 gallerie- 3 per gli uomini e una per donne. La galleria di donne ha dieci celle e a seconda dell’articolo che ha ognuna si esce insieme all’aria o no. La zona d’aria è minuscola, con filo spinato sul tetto. Non c’è assolutamente niente lì a parte un bagno di merda e spazzatura.
Nelle celle, il letto, l’armadio, il tavolo e la doccia sono incassate.
È permesso avere solo pochi oggetti personali, al massimo 2 libri che si possono cambiare una volta a settimana.
Non si possono tenere oggetti “pericolosi” come coltelli, tagliaunghie o pinze per più di mezz’ora (poi vengono riprese). Lo spesino passa una volta al giorno e ha pochissimi prodotti. Le istanze e le lettere si raccolgono una volta al giorno, quindi se una volesse parlare o cambiare qualcosa deve aspettare il giorno dopo. La luce si può regolare da dentro la cella ma solo se le funzionarie lo permettono, altrimenti la accendono e spengono loro da fuori.
Ovviamente, come applicare le norme del FIES, dipende molto dal livello di pericolosità in base al quale lo stato ci classifica a ognunx e a quale carcere ci mandano.. può essere un isolamento molto leggero e anche simile al regime chiuso normale o può essere un isolamento molto duro e rigido.
All’inizio ci fanno passare dalla sezione di isolamento a Soto del Real (Madrid) dove ci sono 4 gallerie- 3 per gli uomini e una per donne. La galleria di donne ha dieci celle e a seconda dell’articolo che ha ognuna si esce insieme all’aria o no. La zona d’aria è minuscola, con filo spinato sul tetto. Non c’è assolutamente niente lì a parte un bagno di merda e spazzatura.
Nelle celle, il letto, l’armadio, il tavolo e la doccia sono incassate.
È permesso avere solo pochi oggetti personali, al massimo 2 libri che si possono cambiare una volta a settimana.
Non si possono tenere oggetti “pericolosi” come coltelli, tagliaunghie o pinze per più di mezz’ora (poi vengono riprese). Lo spesino passa una volta al giorno e ha pochissimi prodotti. Le istanze e le lettere si raccolgono una volta al giorno, quindi se una volesse parlare o cambiare qualcosa deve aspettare il giorno dopo. La luce si può regolare da dentro la cella ma solo se le funzionarie lo permettono, altrimenti la accendono e spengono loro da fuori.
Il numero di perquisizioni dipende da loro in base al momento e al
motivo che trovano, ma sono molte, come anche i controlli con il metal
detector o scanner metallici ogni volta che si esce dalla cella.
La cosa “buona” di qui -soprattutto a confronto con l’isolamento di altri paesi- è che di solito sono più permissivi con la comunicazione tanto verso fuori (chiamate giornaliere, vis a vis, colloqui anche in FIES) come tra prigionierx (parlare ore dalle finestre, passare lettere tra prigionierx..) così che unx non vive l’isolamento in modo così rigido come può essere per esempio nei paesi del nord Europa.
La cosa “buona” di qui -soprattutto a confronto con l’isolamento di altri paesi- è che di solito sono più permissivi con la comunicazione tanto verso fuori (chiamate giornaliere, vis a vis, colloqui anche in FIES) come tra prigionierx (parlare ore dalle finestre, passare lettere tra prigionierx..) così che unx non vive l’isolamento in modo così rigido come può essere per esempio nei paesi del nord Europa.
Ma se vogliono punire pesantemente qualcunx la possono tenere in
sezioni di isolamento molto più duro, creare gallerie di isolamento
totale..
Il cibo viene passato da un buco che si trova all’altezza della cintura e solo da lì si comunica con i funzionari- che non è nient’altro che un’umiliazione in più per cercare di far vacillare la forza della persona detenuta.
Dopo un periodo di osservazione provvisorio in isolamento che di solito dura alcuni mesi, normalmente si passa ai moduli di primo grado, che sono strutturati per “fare vita” lì per anni. Ma possono anche tenere lx prigionierx specialmente punitx- di solito per terrorismo- in un isolamento totale, senza quasi condividere nessuno spazio con altre detenute, o applicare articoli di massima sicurezza in caso di persone considerate molto pericolose..
Come sempre per punizione o per prevenzione.
Il cibo viene passato da un buco che si trova all’altezza della cintura e solo da lì si comunica con i funzionari- che non è nient’altro che un’umiliazione in più per cercare di far vacillare la forza della persona detenuta.
Dopo un periodo di osservazione provvisorio in isolamento che di solito dura alcuni mesi, normalmente si passa ai moduli di primo grado, che sono strutturati per “fare vita” lì per anni. Ma possono anche tenere lx prigionierx specialmente punitx- di solito per terrorismo- in un isolamento totale, senza quasi condividere nessuno spazio con altre detenute, o applicare articoli di massima sicurezza in caso di persone considerate molto pericolose..
Come sempre per punizione o per prevenzione.
Anche in Germania esistono sezioni di isolamento. A Colonia per
esempio solo per gli uomini.. ma anche le donne possono finire isolate
in questa sezione o in una sezione di regime normale. Poi ci sono anche
celle di punizione estrema chiamate “bunker”dove è permesso avere solo
un indumento fornito dal carcere, dove unx passa 24 ore solx senza
finestre e senza il minimo contatto con l’esterno… ma di solito non si
resta lì più di qualche giorno o al massimo poche settimane.
Nonostante questo, l’ingiustizia e l’impotenza vissute lì sono
enormi. L’isolamento lascia sempre forti segni, è qualcosa che chi lo ha
vissuto non scorderà mai, e lo sconvolgimento e la rabbia di averlo
vissuto non possono che aumentare. Ci sono molte persone che a questo
non sopravvivono. Tutto dipende moltissimo dalla forza mentale (e
fisica) di ognuna e molto dall’appoggio e dalla solidarietà che arriva
da fuori.
A livello politico è chiaro che cerchino di isolarci, non solo dalla
società esterna ma anche dallx altrx prigionierx, con le quali possiamo
costruire complicità e coscienza della lotta contro questo sistema di
punizione, carcere e autorità. Ma ogni azione di solidarietà che si vive
dentro e fuori, e tutta la fermezza e determinazione nell’opporci al
loro isolamento, così come a tutto il loro sistema di oppressione e
miseria, dimostreranno che non potrannomai schiacciare noi e la nostra
lotta e la nostra passione per la libertà totale.
FORZA, CALORE, AFFETTO E SOLIDARIETÀ PER LE COMPAGNE IN SCIOPERO DELLA FAME IN ITALIA! NON SIETE SOLE, LA LOTTA DEVE CONTINUARE!
CONTRO LA PUNIZIONE, L’ISOLAMENTO, IL CARCERE E QUALSIASI TIPO DI AUTORITÀ!
FINO A CHE TUTTX SAREMO LIBERX!
CONTRO LA PUNIZIONE, L’ISOLAMENTO, IL CARCERE E QUALSIASI TIPO DI AUTORITÀ!
FINO A CHE TUTTX SAREMO LIBERX!
Lisa
Centro Penitenziario Brians 1
Giugno 2019
(Fonte: Rete Evasioni)
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