13/11/23

Sulle manifestazioni pro Palestina - Lettera da una lavoratrice che partecipa sempre a Milano


Sono una lavoratrice delle Poste, che aderisce al movimento femminista proletario rivoluzionario, che partecipa alle manifestazioni a Milano
, che si tengono già da un po', in solidarietà per la Palestina.
Non posso fare a meno di partecipare a queste manifestazioni perché quello che sta succedendo è di una tale gravità che non riesco ad accettare di rimanere passiva e non schierarmi, non provare a lottare contro questo genocidio in Palestina, le parole mi sembrano limitate, non sufficientemente potenti per descrivere l'orrore che si sta producendo sotto i nostri occhi e non capisco come molti lavoratori riescano rimanere indifferenti, distanti, come fanno a non capire che questa guerra ci riguarda molto da vicino perché la loro oppressione è anche nostra. Tutti i lavoratori sono sfruttati e sempre più oppressi non solo sul lavoro, ma anche fuori, quando chi è ricco per diventare sempre più ricco ci ruba la sanità, la scuola, devastano il territorio e ci reprimono, sempre più violentemente, se protestiamo.
Appena è incominciata questa storia ho subito espresso il mio punto di vista nel mio posto di lavoro, non mi è piaciuto sentirmi attaccata ed etichettata come amica dei 'terroristi".
Certo questo non mi ha fermata ed ho continuato a parlare e raccontare delle manifestazioni a cui ho partecipato e continuerò a partecipare, penso che sia l'unico modo per spostare le opinioni degli indecisi e far riflettere su quello che sta accadendo, spingere ad andare oltre a quelle che sono le notizie che ci arrivano dai nostri mass media.
Le manifestazioni per la Palestina si stanno moltiplicando in molti paesi, anche qui a Milano cerchiamo di fare la nostra parte, l'energia che vedo in queste manifestazioni mi colpiscono, sono piene di giovani, bambini, donne, intere famiglie scendono insieme e si guardano l'un l'altro, si aiutano e ti aiutano, appena sei stanca ti vengono incontro e ti chiedono se vuoi una mano, per tutto il tempo e senza mai interrompersi gridano slogan, accettano il confronto e sono pieni di iniziativa, nella manifestazione di questo sabato gli slogan contro il nostro governo fascista Meloni si sono fatti più numerosi.
Sono aumentati anche i cartelli, piccoli grandi, ognuno ha sentito il bisogno di esprimere il proprio pensiero o di mostrare le foto di questa grande, immensa strage.
Quello che sta succedendo a Gaza è una guerra di sterminio, su questo non ci possono essere dubbi, lo Stato d'Israele, sotto la regia degli Stati Uniti e la complicità dei paesi occidentali imperialisti, dove anche noi siamo in prima fila grazie al governo Meloni, sta realizzando lo sterminio di un popolo, e ancora più inconcepibile rimane il fatto che a realizzarlo sia un popolo che ha vissuto sulla propria pelle l'olocausto, ma molte sono le personalità che prendono posizione a favore di Israele usando in maniera vergognosa il loro passato di sofferenza e ignorano, volutamente, l'enorme divario di dispiegamento di forze fra i due paesi, dove Israele ha dimostrato come non conserva nessun traccia, nessun ricordo di ciò che è successo nel passato, ma anzi è diventato sempre più un paese fascista, imperialista ed invasore, nato in quelle terre nel 1948 non certo per volontà divina, ma per volontà imperialista ed oggi coglie l'occasione per risolvere definitivamente la questione palestinese, anzi, tutto "il mondo imperialista" ha dichiarato guerra ai palestinesi, la violenza enorme di questi giorni mostra in modo chiaro questo progetto e i rispettivi paesi che appoggiano questa strage si stanno organizzando per costruire con la forza una dittatura aperta anche nei propri paesi dove trionfa un moderno fascismo, dove dominano gli interessi delle grandi imprese e multinazionali sostenute da una ideologia trita e ritrita "Dio/Patria e Famiglia". Per questa ideologia infatti si adottano politiche che portano le donne ad essere pesate in base al numero di figli; mentre a Gaza la maggior parte dei morti sono donne e bambini, e il divieto d'ingresso agli aiuti umanitari, il divieto di ingresso di acqua, cibo, carburante, farmaci dimostra la volontà di uccidere e distruggere un popolo.

Il 25 novembre saremmo in piazza a manifestare contro la violenza sulle donne, non solo contro i femminicidi, e tutti i tipi di violenza che le donne subiscono, quest'anno dovremo confrontarci, in modo particolare contro quest' enorme strage che passa sulla pelle delle donne palestinesi.

Nessun commento: