23/11/23

Nessuno appoggio alla vergognosa unanimità in nostro nome - Un comunicato sbagliato di Nudm

Quando ci sono comunicati, prese di posizione giuste da parte di Nudm, noi le abbiamo sempre sostenute e fatte circolare - vedi il comunicato sulla Palestina di giorni fa, vedi anche alcune parti del comunicato (chiamiamolo 2) che riportiamo sotto sulla manifestazione del 25 novembre.
Ma quando scrivono e dicono cose sbagliate e devianti, negative per l'avanzata del movimento delle donne, noi non possiamo non segnalarle - vedi il comunicato (chiamiamolo 1) che riportiamo sotto, in particolare gli "appelli" che abbiamo sottolineato in neretto. 
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In questa fase di vero e proprio bollettino di sempre più guerra contro le donne e di moderno medioevo innanzitutto ideologico che in questo paese si vuole fare avanzare contro la maggioranza delle donne a partire dall’azione del governo Meloni, la frazione più reazionaria della borghesia dominante al potere, impregnato di ideologia fascista e sessista con tutte le inevitabili conseguenze politiche e pratiche, è assolutamente importante mobilitarsi e agire a 360 gradi e anche con forme di lotta che non possono più essere “rituali”, “normali” come nella stessa ultima assemblea nazionale di Nudm da alcuni interventi è stato detto Oggi con questo governo è urgente e necessario avanzare nella comprensione della natura attuale della fase che viviamo per non deviare dalla strada necessaria da indicare alle donne e dalla lotta da mettere in campo.
Nel comunicato di Nudm in merito alle imminenti manifestazioni del 25 novembre a Roma e a Messina se è giusto dire che queste piazze non saranno neutre e non è affatto “il momento dei proclami” o delle strumentalizzazioni da parte del governo che con il suo agire potenzia ogni giorno quelle condizioni strutturali sociali in cui femminicidi e violenza aumentano in modo gravissimo, non si può però poi far tornare in campo la questione della “deresponsabilizzazione” delle istituzioni/governo/forze politiche anche di “opposizione” dicendo che adesso  “… è il momento di ascoltare e di operare ognun3 secondo le proprie responsabilità istituzionali e politiche nelle sedi deputate a farlo. Tutto l’anno, non solo il 25 novembre…”.
Ma chi dovrebbe responsabilizzarsi, chi dovrebbe ora “ascoltare e operare secondo le proprie responsabilità istituzionali e politiche nelle sedi deputate”?  Forse un governo fascista quale quello Meloni le cui le “soluzioni” sono peggio del male, dal codice rosso sempre più improntato su logica/azione repressiva e di vittimizzazione delle donne che subiscono violenza,  alla questione della cultura/educazione nella scuola, sempre più da far collimare alle esigenze/ideologia padronale, del Capitale e della guerra imperialista, alle politiche di attacco sempre più pesante alla condizioni di lavoro e di vita delle lavoratrici, precarie, disoccupate, migranti, studentesse, alla considerazione delle donne come mere macchine riproduttrici e che solo in questo caso darebbero un contributo sociale…?  
E  mettendo peraltro tutti sullo stesso piano/calderone è come fare un appello a governo, istituzioni, partiti ad unirsi, qui si in modo neutro! e diventa di fatto un appoggio all'unità Meloni/Schlein (con la Schlein oscena a chiedere/elemosinare la collaborazione di azione politica con la Meloni), senza una minimo attacco  invece al fatto che il governo Meloni è pienamente complice ma anche istigatore dei femminicidi e della violenza contro le donne.
MFPR

COMUNICATI DI NUDM
Comunicato 1
Il femminicidio di Giulia Cecchettin, avvenuto a pochi giorni dalla scadenza del 25 novembre, ha riacceso il dibattito pubblico e politico intorno al tema dell'insufficienza di misure di repressione e di inasprimento delle pene, terreno su cui, a partire dagli stupri di Palermo e Caivano, si è concentrata l'azione del governo Meloni a colpi di decretazione di urgenza razzista e classista.
Come diciamo e pratichiamo da anni, la risposta è in una trasformazione radicale delle condizioni culturali e sociali che producono violenza, abusi, discriminazione e marginalizzazione delle donne, delle soggettività lgbtqia+ e migranti.
Partiamo da questo inaggirabile punto, per affermare che il movimento femminista e transfemminisa ha sottratto in questi anni la giornata del 25 novembre da ritualità e mera testimonianza facendone una giornata di lotta.
Quelle di Roma e di Messina non saranno quindi piazze neutre ma saranno piazze di indignazione e di forza collettiva, di Marea transfemminista.
 Per questo non ci saranno spezzoni di organizzazioni nè bandiere e simboli di organizzazioni politiche e sindacali.
Non sarà soprattutto una passerella a favore di telecamere per leader di opposizione e di governo, In questo senso, chiediamo di fare un passo indietro e di rispettare uno spazio di autodeterminazione e di affermazione politica necessario in un paese in cui le donne e le soggettività continuano a morire di morte violenta, in casa, in strada e sui posti di lavoro.
Non è il momento dei proclami, è il momento di ascoltare e di operare ognun3 secondo le proprie responsabilità istituzionali e politiche nelle sedi deputate a farlo. Tutto l'anno, non solo il 25 novembre.
Tuttə possiamo essere parte di questo processo, se vi partecipiamo.
È un processo in cui serve molta cura, serve ascoltarsi e abituarsi a non ragionare più per maggioranze, per votazioni. E' un processo anche molto faticoso, in cui si tenta di attraversare i conflitti in modo costruttivo, ma decisamente è l'unico che possiamo provare a portare avanti per costruire una politica dal basso che provi a superare personalismi, leaderismi e competitività per lasciare il posto a una politica partecipativa, in cui ognunə mette il suo pezzettino quando e come può...

Comunicato 2
La mobilitazione nazionale del 25 novembre non vuole essere una commemorazione delle vittime di femminicidio ma un punto di concentrazione della rivolta alla violenza strutturale che colpisce le nostre vite. Non un momento rituale, quindi, ma la precipitazione di una mobilitazione quotidiana - nelle scuole, nei posti di lavoro, nei quartieri...
Il governo Meloni ha prodotto un contrasto solo formale e sensazionalistico a questi fenomeni, inasprendo le pene, strumentalizzando gli stupri di Palermo e Caivano, militarizzando il linguaggio e i territori considerati “problematici” a causa della povertà e della marginalità sociale, evidenziando ed accrescendo un antimeridionalismo sempre più feroce e discriminatorio. Il governo tace invece sulle misure reali per il contrasto alla violenza, come il reddito di autodeterminazione, l’allargamento dei criteri di assegnazione per le case popolari e, più in generale, le garanzie per il diritto all’abitare, sottraendo fondi ai servizi e al welfare svincolati dalla famiglia, e centrati sulla libertà di scelta.
La legge sulla educazione all’affettività annunciata da Valditara – assolutamente inadeguata per come è concepita - torna ad essere in queste ore terreno di dibattito politico tra governo e opposizione. Ciò che vediamo è che le forze di destra e conservatrici, in aperta complicità con i gruppi anti-gender e anti-scelta, sferrano attacchi continui contro l’educazione alle differenze, all’affettività e al consenso nelle scuole.
L’accesso all’aborto continua a essere ostacolato e negato. Nei territori dilaga l’obiezione di coscienza con una media del 70% di personale obiettore. La sanità pubblica, d’altra parte, viene smantellata da decenni, compromettendo l’accesso alla salute riproduttiva, sessuale e ai percorsi di affermazione di genere.
Lo stesso governo ha portato avanti un attacco spietato alle famiglie omogenitoriali fomentando l’omofobia e legittimando le discriminazioni. Mentre il nuovo pacchetto sicurezza introduce il carcere per le donne incinte con l’intento esplicito di colpire le donne rom.
In questo quadro, il governo partecipa in prima fila e finanzia l’escalation bellica, con la produzione e invio massiccio di armi, nonché tentativi di moltiplicare le basi militari.... più che mai, siamo al fianco del popolo palestinese. Non ci sono margini di ambiguità in questa storia di colonialismo, razzismo e violenza, tesa a cancellare il territorio palestinese e, soprattutto, il suo popolo.
Di fronte a tutto questo saremo ingovernabili, poiché l'unico cambiamento possibile è a partire dalla rivolta permanente, nelle case, nelle strade, sui luoghi di lavoro, ovunque!

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