Massima solidarietà a Maya Issa, aggredita al corteo del 25 novembre a Roma per aver esposto la bandiera palestinese
Diverse giornaliste o sedicenti tali hanno pesantemente provocato sin dall'inizio le compagne che portavano bandiere palestinesi o cartelli in solidarietà con le donne palestinesi.
Maya Issa, presidente del movimento studenti palestinesi, è stata anche aggredita fisicamente perché portava la bandiera palestinese.
“Una donna mi si è avvicinata e mi ha detto di togliere la bandiera perché il corteo è contro la violenza sulle donne e non per la Palestina e che ci sono donne stuprate da Hamas. Poi quando le ho detto di no, me l'ha strappata dalle mani, dandomi due calci e urlando 'terroristi'".
Sì, perché se porti la bandiera palestinese sei probabilmente un’immigrata che deve “tornare al suo paese”; sicuramente sei una terrorista, e quindi se ti aggrediscono “te la sei cercata”.
La stessa Roccella, ministra per la famiglia sovranista, la natalità ariana e le impari opportunità, ha definito “grave” la ‘presenza’ della “questione palestinese” nel corteo promosso da NUDM nella giornata internazionale contro la violenza sulle donne. “Troppa partigianeria politica” ha detto.
Ebbene sì, siamo partigiane, e non ci faremo imbrogliare da ex femministe e/o femministe borghesi e piccolo borghesi che dall’alto dei loro privilegi pretendono di insegnare alle donne cosa debbano dire, pensare o fare. Noi siamo con le nostre sorelle che in tutto il mondo lottano contro l’oppressione.
W la resistenza palestinese, W la resistenza di tutti i popoli oppressi con le donne in prima fila.
MFPR
La parola a Maya:
La solidarietà di Non Una Di Meno a Maya Issa
Il 25 novembre
durante la manifestazione di Roma, la portavoce del Movimento
studenti palestinesi è stata aggredita all’ inizio del corteo.
Durante i primi momenti della manifestazione Maya Issa, che era stata
da noi invitata a fare un intervento dal camion mentre veniva
srotolata una grande bandiera palestinese, si è allontanata dal
Circo Massimo per tentare di fare una telefonata, ma mentre camminava
una donna presente in strada l’ha insultata e aggredita fisicamente
in quanto palestinese. Per questo Maya Issa non è riuscita a
raggiungere il camion principale dal quale sarebbe dovuta intervenire
all’ inizio del corteo, ma è riuscita solo in seguito a parlare
dal secondo camion. Maya ha raccontato cosa le era successo per
strada anche durante il suo intervento al microfono e ha
immediatamente ricevuto la nostra solidarietà e il nostro abbraccio
di sorellanza.
La liberazione della
Palestina dall’occupazione e dal sistema di apartheid israeliano
erano parte delle rivendicazioni del corteo, così come la fine del
genocidio e la richiesta del cessate il fuoco.
Tutta la nostra
solidarietà a Maya, a chiunque abbia portato le bandiere palestinesi
al corteo e a chi lotta per la Palestina libera.
Non c’è
liberazione transfemminista sotto occupazione!
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