10/11/23

Sulla proposta di legge "Un cuore che batte", la lettera di una compagna avvocata di Taranto


Riceviamo e volentieri pubblichiamo:

GIU’ LE MANI DALLA L. 194!

Ci risiamo, quando si vogliono colpire le donne, si attacca la loro libertà, la loro libertà di scelta e la propria autonomia come quella di esercitare pienamente il diritto all’aborto.

Ma cosa è successo?

Succede che il Municipio Roma VI ha rilanciato la raccolta firme per una proposta di legge ad iniziativa popolare che introduce l’obbligo del medico di far ascoltare alla donna che ha deciso di abortire il battito del feto.

E’ un palese passo indietro, una tortura, una violenza nei confronti di una donna che legittimamente, in forza di una legge dello Stato, ha compiuto la sua scelta che deve essere rispettata e garantita nella sua totalità.

Il tentativo di materializzare il feto come se fosse un bambino è solo una trappola di violenza psicologica inaudita volta a rendere l’IVG una pratica sempre più ostile alle donne che decidono di avvalersene.

Come se non bastassero tutti i medici obiettori che in alcune zone sono la maggioranza e che di fatto rendono inapplicabile il diritto di abortire.

Come se non bastasse la cultura patriarcale che vuole ancora oggi relegare la donna a ruoli subalterni di cura e di angelo del focolare.

L’aborto è un diritto fondamentale a cui devono avere accesso tutte, fa parte dei servizi di cura della salute e niente può sottrarre alla donna la propria autonomia che sceglie liberamente ed esclusivamente per la sua persona.

Perciò a questa visione giudicante, colpevolizzante e moralizzatrice, a questo ennesimo tentativo di limitare, ridimensionare, frenare il diritto ad abortire diciamo NO ed opponiamo ora e sempre una visione libera, autonoma e indipendente dell’aborto.

La legge 194 non si tocca!

Antonietta

Nessun commento: