13/05/19

Taranto Ieri sera alla BIblioteca popolare - in solidarietà con la campagna dei prigionieri curdi "Rompiamo l'isolamento" - Intervento e nuova proposta portata dal Mfpr

MAG12

Rompiamo l'isolamento-Proiezione del doc Primavera in Kurdistan

· Organizzato da Casa Occupata Via Garibaldi
ROMPIAMO L'ISOLAMENTO !!!
E' il silenzio che uccide!

Centinaia di detenuti curdi nelle prigioni turche portano avanti uno sciopero della fame, dal dicembre 2018, per chiedere la fine dell’isolamento del capo del PKK Abdullah Öcalan e consentire a familiari e avvocati di fargli visita in prigione. Dal 1999, Öcalan è in isolamento sull'isola di İmralı, nel Mar di Marmara. Nonostante le gravi condizioni di molti detenuti, e ben sette suicidi, la loro protesta sembra oggi in un vicolo cieco.

Leyla Güven, deputata dell’HDP filo-curdo (Partito popolare democratico), è stata la prima a lanciare una protesta in carcere, lo scorso novembre. È in sciopero della fame da oltre 160 giorni. Dopo essere stata accusata di “creare e gestire un’organizzazione terroristica armata” e “propagandare il terrorismo” a causa delle sue dichiarazioni sull’operazione turca ad Afrin in Siria, è stata arrestata nel gennaio 2018. Güven è stata rilasciata tre mesi fa dopo essere caduta in condizioni critiche all’undicesima settimana di sciopero della fame.

Il silenzio dei mass media e delle istituzioni internazionali ed europee diventa complice della volontà del governo di Erdogan di annullare e sottomettere un popolo, un'identità resistente che da decenni si batte per la propria libertà e che ha dato tante vite per ostacolare da subito ed estinguere concretamente il sedicente Stato Islamico, una minaccia per quelle stesse democrazie che oggi hanno difficoltà a chiarire la propria posizione riguardo l'appellativo di 'terrorista' nonostante la stessa corte di giustizia europea abbia sentenziato che il PKK sia stato ingiustamente elencato nella lista UE delle organizzazioni terroristiche.

In questa seconda giornata nazionale in solidarietà con i 7000 scioperanti della fame per rompere l’isolamento del leader del popolo curdo A. Ocalan, proiettiamo il documentario di Stefano Savona “PRIMAVERA IN KURDISTAN” del 2006.

Il regista raggiunge il nord dell’Iraq poco dopo la caduta del regime di Saddam Hussein. Se per i curdi dell’Iraq è iniziata una nuova era, la lotta per il riconoscimento dell’identità del popolo curdo in Turchia entra in una fase ancora più difficile. Il regista intraprende un viaggio lungo un mese insieme a un’unità di combattenti del PKK per raggiungere il confine con la Turchia. Durante il viaggio, fatto di lunghe marce tra panorami meravigliosi e incontaminati di montagna, il gruppo passerà qualche giorno in un campo femminile nel quale si preparano le combattenti alla lotta per la libertà e si educano gli uomini a una mascolinità rispettosa del ruolo femminile nella società. Raggiunto il confine, i guerriglieri vanno incontro alla loro guerra e, in molti casi, alla morte. L’intero viaggio è narrato dal punto di vista di Akif, curdo figlio di emigrati in Germania, che ha lasciato l’Europa per ricercare le proprie origini e lottare per il suo popolo.

ROMPIAMO L'ISOLAMENTO! E' IL SILENZIO CHE UCCIDE!

Rete Kurdistan Puglia
Biblioteca Popolare e Comitato di Quartiere Città Vecchia

DOMENICA 12 MAGGIO ALLE 19
BIBLIOTECA POPOLARE
VIA GARIBALDI 210 CITTA' VECCHIA 
Dal comunicato diffuso dalle compagne e compagni della Biblioteca popolare.

Centinaia di detenuti curdi nelle prigioni turche portano avanti uno sciopero della fame, dal dicembre 2018, per chiedere la fine dell’isolamento del capo del PKK Abdullah Öcalan e consentire a familiari e avvocati di fargli visita in prigione. Dal 1999, Öcalan è in isolamento sull'isola di İmralı, nel Mar di Marmara. Nonostante le gravi condizioni di molti detenuti, e ben sette suicidi, la loro protesta sembra oggi in un vicolo cieco.
Leyla Güven, deputata dell’HDP filo-curdo (Partito popolare democratico), è stata la prima a lanciare una protesta in carcere, lo scorso novembre. È in sciopero della fame da oltre 160 giorni. Dopo essere stata accusata di “creare e gestire un’organizzazione terroristica armata” e “propagandare il terrorismo” a causa delle sue dichiarazioni sull’operazione turca ad Afrin in Siria, è stata arrestata nel gennaio 2018. Güven è stata rilasciata tre mesi fa dopo essere caduta in condizioni critiche all’undicesima settimana di sciopero della fame.
Il silenzio dei mass media e delle istituzioni internazionali ed europee diventa complice della volontà del governo di Erdogan di annullare e sottomettere un popolo, un'identità resistente che da decenni si batte per la propria libertà e che ha dato tante vite per ostacolare da subito ed estinguere concretamente il sedicente Stato Islamico...".
L'intervento del MFPR - La compagna ha portato la solidarietà alla campagna "ROMPIAMO L’ISOLAMENTO: È IL SILENZIO CHE UCCIDE". Nei giorni scorsi - ha detto - abbiamo messo striscioni per strada, e portato la denuncia, informazione della battaglia dei prigionieri curdi nelle iniziative sia Taranto, come in altre città, da Milano a Palermo, L'Aquila. Ha aggiunto che per noi è importante la denuncia e indirizzare la lotta contro il ruolo complice del nostro imperialismo, dello Stato e governo Italiano, compreso quello attuale sempre più sostenitore dello Stato fascista turco, amico dell'assassino Erdogan.

Ha informato che l'Mfpr e il Soccorso rosso proletario stanno portando avanti da diverso tempo una campagna contro le condizioni di detenzione dei prigionieri politici rivoluzionari sia in Italia che a livello internazionale, contro il 41bis, il carcere come luogo di tortura/assassinio - in Italia questa campagna che ha visto varie iniziative è partita dalla vicenda di Nadia Lioce; e che il 19 giugno vi sarà una nuova giornata di lotta su questo, sia con presidio al Ministero della giustizia che in ogni città con iniziative ai Tribunali e alle carceri; in questa giornata riporteremo la battaglia in solidarietà con i prigionieri curdi. 
Anche a Taranto faremo presidi in questa giornata al Tribunale a al carcere - carcere che sta diventando noto a livello nazionale per il numero di suicidi dei detenuti, come quello avvenuto nei giorni scorsi. 
Quindi, ha fatto appello ai compagni e alle compagne della Biblioteca popolare per fare insieme queste iniziative il 19 giugno (giorno in cui si ricorda a livello internazionale l'eroismo di 300 prigionieri politici/di guerra del Perù, massacrati dopo un'eroica resistenza): per dire NO al carcere tortura/assassino, per la difesa delle condizioni di vita e la libertà di tutti i prigionieri politici; per la libertà di tutti i compagni arrestati nelle lotte.

dal blog tarantocontro

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