Le 17 della Montello sono tutti noi!
Messaggio vigliacco intimidatorio infame della Cgil, che
semina falsità speculando sulla pelle di 17 operaie escluse dal cambio appalto,
che stanno lottando coraggiosamente per rientrare.
La Cgil tenta un’azione repressiva preventiva per ogni
possibile mobilitazione dei suoi iscritti e al servizio del padrone, grande
committente delle Montello.
La Cgil emette la sua sentenza di condanna per le 17
operaie, prima ancora di quella del giudice.
L’accordo di cambio appalto,
per il passaggio delle operaie dalla cooperativa EkoVar alla cooperativa
Selection è stato siglato dalla Cgil che ha garantito per il passaggio di
tutte le operaie.
Il 1 ottobre la cooperativa Selection si è rifiutata di assumere
le 17 operaie in causa per il pagamento della mezz’ora di
mensa. VIOLANDO L’ACCORDO FIRMATO DALLA CGIL.
Slai Cobas ha subito presentato un ricorso di urgenza ex L.700,
e l’11 ottobre c’è stato il processo.
Nonostante il ricorso di urgenza, ad oggi il giudice non ha
emesso sentenza per la riammissione delle operaie dentro la Montello.
Il 26 ottobre le operaie hanno protestato davanti alla sede
della Cgil Bergamo, perché non ha mosso un dito per far rispettare il SUO
accordo. La manifestazione ha scosso il palazzo e il 27 in fabbrica i delegati
fanno fumo parlando di raccolta firme tra le operaie, di iniziative per farle
rientrare, persino parlano di sciopero. Sempre “facendo girare le voci
sottobanco, senza controllo”.
Lo Slai Cobas si fa carico di non trascurare alcuna possibilità
di lotta per le 17, e propone ufficialmente ai delegati un incontro per
valutare lo sciopero per il rientro delle 17 operaie. L’incontro va a vuoto.
Arriva
invece un comunicato della Cgil, per stoppare ogni possibile movimento interno,
che dichiara ufficialmente “noi non sciopereremo...” chiarendo pubblicamente al
padrone da che parte della lotta si colloca; lancia messaggi mafiosi “se le
operaie vogliono assistenza (per rientrare) devono venire da noi...”
cerca
un’impossibile autodifesa sviando l’attenzione sul fatto di essersi fregata
delle 17 lasciate fuori in violazione del suo accordo (la firma di un accordo
vincola il firmatario a farlo rispettare), seminando falsità su inesistenti
colpe dello Slai Cobas.
In
sostanza la Cgil prende posizione sulla vertenza dando un’indicazione diretta
ai suoi iscritti sulla scelta di campo da effettuare.
Suggerisce
al giudice una versione favorevole al padrone “con le illazioni sulla presunta colpa
dello Slai Cobas”.
Dichiara
ufficialmente dove secondo la Cgil devono stare le 17 operaie.
Se
c’è una colpa del sindacato, processualmente non c’è colpa della cooperativa.
Quindi
per la Cgil le 17 operaie devono restare fuori.
Venerdì mattina, in una pubblica conferenza stampa, abbiamo
invitato la Cgil a riferire direttamente questa loro posizione, a viso aperto,
davanti alle operaie, simbolicamente proprio davanti al tribunale civile di
Bergamo (a 50 mt dalla sede Cgil).
Slai Cobas s.c. Bergamo
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