IL LICENZIAMENTO DI LAVINIA E’ UN CHIARO
E MERO ATTO POLITICO DEL FASCISMO CHE AVANZA!
OGGI HA COLPITO LAVINIA, DOMANI POTRA’
COLPIRE OGNI ALTRA LAVORATRICE O LAVORATORE
DEL PUBBLICO IMPIEGO CHE DISSENTE DALL’AZIENDA, DAL GOVERNO E DA QUESTO STATO DI COSE.
NEL PRIVATO HA GIA’ COLPITO ACUNI OPERAI
DELLA FIAT DI NAPOLI
Non vi sono dubbi che il
licenziamento di Lavinia Flavia Cassaro sia un chiaro atto politico, che denota
l’avanzare sempre più del fascismo di stampo mussoliniano, teso a reprimere
l’antifascismo militante, così come pure ogni dissenso, ribellione, lotta ed opposizione di classe.
La fascistizzazione delle istituzioni ne
è un’ovvia conseguenza, ed ecco che, così come ha fatto l’ufficio
scolastico regionale di Torino ( su imput dell’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi, che
durante una trasmissione di Matrix disse che Lavinia andasse licenziata su due
piedi), si arriva finanche a licenziare un’ottima insegnante, sol perché
durante una manifestazione antifascista contro CasaPound che stava tenendo un
comizio elettorale, ha legittimamente espresso la propria opinione contro la
polizia che aveva appena caricato pesantemente il corteo, in difesa della melma
fascista.
Non è servito neanche che
l’Associazione dei Giuristi Democratici intervenisse con un comunicato
chiedendo la sospensione del provvedimento disciplinare rimarcando che “il lavoratore non vende più
se stesso ma solo le attività indicate nel contratto e nell’orario di lavoro
previsto, restando irrilevante la sua vita extra –lavorativa”.
Si tratta di un fatto gravissimo, senza precedenti dalla nascita della
Repubblica, come sono stati costretti a riconoscere anche alcuni giornali.
Essere licenziati per le proprie opinioni politiche, espresse, tra l’altro,
fuori dal proprio luogo di lavoro e, quindi, NON nell’esercizio delle proprie
funzioni, viola oltre che lo Statuto dei
Lavoratori, anche la stessa Costituzione. Altro che solo una “sanzione
sproporzionata”!
E l’altra aberrante cosa che dà il
segno dei tempi… è che mentre si criminalizza e licenzia Lavinia per “reato di
opinione”, si alimenta e difende il rigurgito fascista, lasciandone impuniti
gli innumerevoli crimini fino ad oggi commessi. Così come sono stati lasciati
impuniti chi, come Lega, FN e CasaPound hanno di fatto legittimato la tentata
strage di Macerata.
Il licenziamento di Lavinia è un caso eclatante ed inaccettabile, che si
aggiunge a quello dei cinque operai della Fiat di Napoli licenziati per avere
inscenato, dopo il suicidio di un loro collega ed il trasferimento forzato di
altri operai, l’impiccagione di
Marchionne tramite un fantoccio.
Licenziati per avere espresso liberamente la propria rabbia ed opinione
rispetto al massacro sistematico delle proprie condizioni di lavoro e della
propria stessa vita, sempre più sacrificata sull’altare dei profitti padronali,
tanto che sono oltre mille che ogni anno ci lasciano la pelle o rimangono
invalidi.
Per questo sistema si deve essere,
come si suole dire, “cornuti e mazziati”, altrimenti, se si osa
ribellarsi, si finisce in galera. Se
questo non è fascismo!
La tendenza al fascismo, come la storia ci insegna, è organica
all’imperialismo e si manifesta ancora più
in tempi di crisi per il capitale,
come adesso, portando ad un inasprimento soprattutto della repressione
delle lotte sociali e di classe.
Ma a tutto c’è un limite e la
repressione non fa altro che alimentare la ribellione!
Rispedire con ogni mezzo
possibile al mittente il licenziamento di Lavinia così come pure quello degli
operai della Fiat di Napoli è una necessità storica di classe, che ci tocca
tutte e tutti.
Siamo tutte e tutti
antifascisti, siamo tutte e tutti Lavinia!
Lavoratrici SLAI Cobas
sc –Policlinico Palermo
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