ALESSANDRIA - "Questa mattina abbiamo aperto la Casa delle Donne! Dopo mesi di tentativi di dialogo con l'amministrazione comunale abbiamo deciso di prenderci da sole uno spazio abbandonato da tempo e restituirlo alla città e alle donne che la abitano. Passate a trovarci all'ex asilo Monserrato in piazzetta monserrato 1!".
Con questo messaggio diramato sabato mattina, 9 giugno, le donne del collettivo "Non una di meno" hanno annunciato l'occupazione di uno degli spazi che avevano chiesto, invano, all'amministrazione comunale nelle scorse settimane.
Il progetto della casa delle donne è stato illustrato da tempo, nato con l'obiettivo di "mettere a disposizione per tutte le donne uno spazio per la difesa di diritti violato da troppo tempo, non certo per trovare una sede all'associazione".
Qui è possibile trovare il documento completo presentato nelle scorse settimane alla Giunta, che però aveva risposto di non avere al momento spazi disponibili da offrire e che la richiesta dal movimento sarebbe andata in coda alle altre richieste di spazi in città, avanzate da altre associazioni. L'urgenza di avere una spazio riconosciuto e operativo (sostenuto da più di 3 mila firme raccolte in città) ha però spinto le ragazze del collettivo a non indugiare oltre, decidendo di promuore un'azione di recupero di uno spazio chiuso con un gesto di disobbedienza civile.
Di seguito il comunicato integrale diramato da Non una di meno Alessandria
Con questo messaggio diramato sabato mattina, 9 giugno, le donne del collettivo "Non una di meno" hanno annunciato l'occupazione di uno degli spazi che avevano chiesto, invano, all'amministrazione comunale nelle scorse settimane.
Il progetto della casa delle donne è stato illustrato da tempo, nato con l'obiettivo di "mettere a disposizione per tutte le donne uno spazio per la difesa di diritti violato da troppo tempo, non certo per trovare una sede all'associazione".
Qui è possibile trovare il documento completo presentato nelle scorse settimane alla Giunta, che però aveva risposto di non avere al momento spazi disponibili da offrire e che la richiesta dal movimento sarebbe andata in coda alle altre richieste di spazi in città, avanzate da altre associazioni. L'urgenza di avere una spazio riconosciuto e operativo (sostenuto da più di 3 mila firme raccolte in città) ha però spinto le ragazze del collettivo a non indugiare oltre, decidendo di promuore un'azione di recupero di uno spazio chiuso con un gesto di disobbedienza civile.
Radio onda d'urto ha raggiunto telefonicamente Marta di Non Una di Meno Alessandria Ascolta o scarica
Di seguito il comunicato integrale diramato da Non una di meno Alessandria
Ad Alessandria, si aprono le porte della Casa delle Donne. Per mesi abbiamo sperato che l'amministrazione comunale si facesse portatrice della nostra richiesta.
Ma dopo che gli assessori Cinzia Lumiera e Giovanni Barosini, lo scorso 4 giugno, ci hanno comunicato il secco "no" della Giunta, respingendo un progetto concreto e dettagliato e proposte e suggestioni sulla possibilità di trovare spazi fisici adatti, le porte abbiamo deciso di aprirle noi. Le abbiamo aperte per dare vita a quel progetto che, nei mesi scorsi, si è nutrito di assemblee pubbliche, momenti di discussione e riflessione, e che ha ricevuto il sostegno di oltre 3.100 persone che ora trovano una risposta concreta.
Oggi, sabato 9 giugno, Non Una Di Meno restituisce alla città l'ex asilo Monserrato, in Piazza Monserrato 1, un luogo inutilizzato, in pieno centro storico. Un luogo di proprietà della Chiesa, simbolo della città, in cui tante e tanti di noi sono cresciuti, che rischiava di diventare l'ennesimo spazio lasciato all'abbandono, rispetto al quale rinnoviamo all'amministrazione l'invito alla mediazione con la proprietà perché diventi la Casa delle Donne. La Casa delle Donne di Alessandria nasce a pochi giorni dall'instaurazione del Governo di Matteo Salvini e del Ministro alla Famiglia e Disabilità Lorenzo Fontana, che odia i migranti, l'autodeterminazione delle donne, gli omosessuali, i cittadini che difendono i propri territori. Un Governo che ci vorrebbe silenziose e chiuse in casa a stirare camicie e a cui invece rispondiamo aprendo uno spazio in cui tutte e tutti trovano cittadinanza, uno spazio di autodeterminazione per le donne e le soggettività Lgbtqi, in cui diffondere cultura e informazioni, tessere reti, offrire possibilità dove altre porte sono chiuse, dove pare non ci siano strade che conducano alla rottura delle dinamiche della violenza di genere, sotto qualsiasi forma essa si produca. Sono le donne ad aver deciso, anche nella nostra città, di diventare protagoniste. Lo abbiamo dimostrato nel percorso che da oltre un anno come Non Una Di Meno stiamo portando avanti.
Le porte che tornano ad aprirsi sono l’inizio di un nuovo percorso che le donne di queste città tracceranno insieme. Ecco perché partiamo fin da subito, questa sera, con la messa in scena dello spettacolo teatrale “Labbra” (in un primo momento programmato al Laboratorio Sociale). Un evento in collaborazione con Il Teatro della Tosse e CSOA Zapata, con la drammaturgia di Irene Lamponi, interpretato e diretto da Valeria Angelozzi e Irene Lamponi. Alle ore 21.00 questa sera, alla Casa delle Donne.
Ma dopo che gli assessori Cinzia Lumiera e Giovanni Barosini, lo scorso 4 giugno, ci hanno comunicato il secco "no" della Giunta, respingendo un progetto concreto e dettagliato e proposte e suggestioni sulla possibilità di trovare spazi fisici adatti, le porte abbiamo deciso di aprirle noi. Le abbiamo aperte per dare vita a quel progetto che, nei mesi scorsi, si è nutrito di assemblee pubbliche, momenti di discussione e riflessione, e che ha ricevuto il sostegno di oltre 3.100 persone che ora trovano una risposta concreta.
Oggi, sabato 9 giugno, Non Una Di Meno restituisce alla città l'ex asilo Monserrato, in Piazza Monserrato 1, un luogo inutilizzato, in pieno centro storico. Un luogo di proprietà della Chiesa, simbolo della città, in cui tante e tanti di noi sono cresciuti, che rischiava di diventare l'ennesimo spazio lasciato all'abbandono, rispetto al quale rinnoviamo all'amministrazione l'invito alla mediazione con la proprietà perché diventi la Casa delle Donne. La Casa delle Donne di Alessandria nasce a pochi giorni dall'instaurazione del Governo di Matteo Salvini e del Ministro alla Famiglia e Disabilità Lorenzo Fontana, che odia i migranti, l'autodeterminazione delle donne, gli omosessuali, i cittadini che difendono i propri territori. Un Governo che ci vorrebbe silenziose e chiuse in casa a stirare camicie e a cui invece rispondiamo aprendo uno spazio in cui tutte e tutti trovano cittadinanza, uno spazio di autodeterminazione per le donne e le soggettività Lgbtqi, in cui diffondere cultura e informazioni, tessere reti, offrire possibilità dove altre porte sono chiuse, dove pare non ci siano strade che conducano alla rottura delle dinamiche della violenza di genere, sotto qualsiasi forma essa si produca. Sono le donne ad aver deciso, anche nella nostra città, di diventare protagoniste. Lo abbiamo dimostrato nel percorso che da oltre un anno come Non Una Di Meno stiamo portando avanti.
Le porte che tornano ad aprirsi sono l’inizio di un nuovo percorso che le donne di queste città tracceranno insieme. Ecco perché partiamo fin da subito, questa sera, con la messa in scena dello spettacolo teatrale “Labbra” (in un primo momento programmato al Laboratorio Sociale). Un evento in collaborazione con Il Teatro della Tosse e CSOA Zapata, con la drammaturgia di Irene Lamponi, interpretato e diretto da Valeria Angelozzi e Irene Lamponi. Alle ore 21.00 questa sera, alla Casa delle Donne.
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