20/06/18

Presidio al USR di Torino contro il licenziamento di Lavinia Flavia Cassaro - Lavinia: "E' una punizione ingiusta..." - La vergognosa comunicazione di licenziamento del MIUR



Dal blog Potere al Popolo - Torino - 19.6.18

Siamo sotto l'USR per contestare l'assurdo licenziamento di Flavia: un licenziamento assolutamente politico, totalmente slegato da questioni lavorative.
Flavia è una maestra che è stata licenziata perché ha partecipato a un corteo antifascista: un evento della vita personale che nulla ha a che fare con la sua condotta in aula!
Questi i tempi che ci si pongono di fronte: che si tratti di vita o di lavoro, stai a testa bassa e rispetta il pensiero dominante!
Noi non pensiamo debba essere questo il modello educativo da trasmettere ai ragazzi, e sicuramente non è questa la società che vogliamo!
Solidali con Flavia! Quel giorno in piazza, contro quegli infami di casapound, c'eravamo tutti!

LE DICHIARAZIONI DI FLAVIA:

Dalla sua memoria difensiva
"E' una punizione ingiusta rispetto all'errore che ho commesso, non dico che non devo pagare, ho fatto una sciocchezza, ma il licenziamento è davvero eccessivo".
Così Flavia Lavinia Cassaro, la maestra licenziata per avere insultato i poliziotti durante la manifestazione antifascista dello scorso febbraio, organizzata contro il comizio tenuto a Torino del leader di Casapound Simone Di Stefano. Nei giorni scorsi il Ministero dell'Istruzione ha notificato all'insegnante il licenziamento "in tronco"... In sostanza, la maestra, pur manifestando fuori dall'orario di lavoro, avrebbe leso "consapevolmente e volontariamente" l'immagine della scuola."Dal punto di vista penale - spiega l'insegnante - la Procura di Torino mi indaga per oltraggio a pubblico ufficiale, ma molti continuano a scrivere che sono accusata anche di istigazione a delinquere. E' tutto falso. Perdere il lavoro a 40 anni - continua - non è semplice, anche dal punto di vista economico sono preoccupata".

STRALCI DELLA NOTIFICA DEL LICENZIAMENTO  

Questo licenziamento è la cosa più grave e preoccupante.

Che ci siano sempre più denunce, processi e anche peggio, arresti, dopo una manifestazione, purtroppo sta rientrando in una "normalità", che tutti i compagni che lottano stanno sperimentando sulla propria pelle.

Ma questo provvedimento del licenziamento e soprattutto le motivazioni sono un segnale preoccupante, perché ricordano molto i tempi del fascismo, in cui un lavoratore per il fatto che era antifascista e manifestava le sue idee, anche fuori dal lavoro, veniva cacciato dal suo posto di lavoro, e perché sono un avvisaglia per tutti.
Chi pensa di fare le "pulci" alle parole di Lavinia, quantomeno non ragiona - se passa questo licenziamento, prima o poi "tocca a te".


Le motivazioni del licenziamento sono di fatto una difesa delle forze dell'ordine, della polizia - verso cui non è possibile neanche esprimere un giudizio; fermo restando che si fa un processo politico-ideologico alle idee, nascondendo i fatti: che nella manifestazione del 22 febbraio (e non solo!) la polizia era a difesa dei fascisti, e per questo caricò la manifestazione antifascista.


Secondo, il Miur si arroga il diritto di farsi interprete di un presunto "allarme" addirittura in tutta la comunità scolastica a livello nazionale. Quando? Dove?

 
Terzo, si afferma nei fatti che il "rapporto fiduciario" tra un dipendente e l'Amministrazione di appartenenza" si deve basare sull'essere succubi all'amministrazione, ai suoi valori, e affermando di fatto che tra questi valori c'è la difesa dei fascisti.


Quarto, si fa un legame tra i fatti del 22 febbraio e la funzione di educatrice di Flavia (legame che in uno Stato che almeno applicasse i principi della Costituzione nata dalla Resistenza antifascista/antinazista, dovrebbe essere nota di merito), ma della sua funzione negativa come educatrice non si cita neanche un contenuto.



PER TUTTO QUESTO, BLOCCARE IL LICENZIAMENTO DI LAVINIA E' UNA BATTAGLIA DI TUTTE NOI

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