19/04/25

ANCORA UNA VOLTA GRIDIAMO CON FORZA "UNO STUPRO E' STUPRO! IL CONSENSO NON E’ AUTOMATICO!" - dalle aule dei tribunali ad ogni ambito la lotta contro la violenza sulle donne è necessariamente a 360 gradi

Imputati per violenza sessuale di gruppo nei confronti di una giovane all'epoca 18enne spinta anche a bere vino e superalcolici, due schifosi uomini di 34 e 33 anni, sono stati assolti dallo stupro perché la vittima era “consenziente anche se ubriaca".
Dopo il collegio penale di Ravenna in primo grado, con decisione e motivazioni che destarono scalpore, la corte d'appello di Bologna ha confermato la sentenza di assoluzione piena.

Un'altra sentenza schifosa che tutela gli schifosi stupratori, un ex calciatore del Ravenna calcio e un commerciante d'auto usate, il primo era indicato come colui che aveva incitato riprendendo la scena con il telefonino e l'altro come chi aveva materialmente abusato della ragazza.

Un’altra sentenza ripetiamo schifosa che è nuovamente violenza contro la giovane donna stuprata, che era andata a denunciare con il fidanzato lo stupro qualche giorno dopo ricordando solo poco di ciò che era successo.
Nel video era palese lo stato di stordimento della ragazza, come ha riportato l'accusa, la pm Angela Scorza parlando di "scena raccapricciante" , di una ragazza "completamente indifesa" nelle luride mani di due stupratori dal "comportamento denigratorio”.
Ma per i giudici che hanno assolto, tutto questo non è affatto esistito! perché il fatto non costituisce reato". “𝐄𝐫𝐚 𝐜𝐨𝐧𝐬𝐞𝐧𝐳𝐢𝐞𝐧𝐭𝐞, 𝐚𝐧𝐜𝐡𝐞 𝐬𝐞 𝐮𝐛𝐫𝐢𝐚𝐜𝐚.”

ANCORA UNA VOLTA DOBBIAMO GRIDARE CON FORZA QUELLO CHE DOVREBBE ESSERE UN RICONOSCIMENTO OGGETTIVO: UNO STUPRO E’ UNO STUPRO!


Ancora una volta dobbiamo dire con forza che il CONSENSO NON E’ AUTOMATICO né desumibile come hanno fatto in modo osceno questi giudici dal fatto che la ragazza avrebbe telefonato a degli amici e alla madre prima del rapporto sessuale, ignorando completamente invece lo stato vulnerabile e alterato della ragazza, peraltro riconosciuto dai giudici della corte di primo grado quando scrissero “avendo bevuto molto e trovandosi in uno stato di non piena lucidità…”, ma diedero schifosamente l’assoluzione in primo grado. E le schifose riprese con il telefono dello stupro, anche questo non era reato??

Questa “giustizia” è ancora una pesante ingiustizia nei confronti delle donne vittime di violenza, stuprate ancora una volta di fatto, che ci chiama a comprendere in primis che la lotta contro la violenza sulle donne deve investire ogni ambito di questa società, compreso quello dei tribunali da cui sempre più spesso vengono emesse sentenze oscene che contribuiscono ad aggravare la condizione ideologica e pratica di oppressione sociale della donne.

E se necessarie sono le battaglie immediate volte per esempio ad ottenere la procedura d’urgenza nei processi per stupro, stalking, molestie sessuali e femminicidi, l’accettazione delle parti civili di organizzazioni di donne, con patrocinio gratuito per le donne, la formazione della magistratura sul tema della violenza maschile contro le donne...
è sempre più necessario però comprendere che queste lotte devono essere inserite in una lotta più ampia: le sentenze di alcuni giudici come questa sono parte di uno degli apparati di questo Stato in questa società borghese che non è affatto al di sopra delle parti, che non è neutro, che non è immune ma che oggettivamente e in questo caso soggettivamente influenzato dalla ideologia borghese dominante, fondata sulla condizione di doppia oppressione della maggioranza delle donne in questa società, e che si manifesta concretamente in forme e azioni intrise di maschilismo, sessismo, di patriarcalismo in forme moderne oggi ancor più visibili nel nostro paese in una fase in cui avanza l’ideologia moderno fascista e da moderno medioevo, vedi l’attuale governo Meloni e tutti gli apparati al suo servizio.

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