Non si fidava più del padre della sua bambina. Aveva troncato la relazione che col tempo era diventata tormentata, fatta solo di litigi: ma quell’uomo non si era rassegnato alla separazione, continuava a perseguitarla, facendo di tutto per farla vivere nell’angoscia e nel terrore. E Marisa Leo, 39 anni, tre anni fa l’aveva denunciato per stalking. Marisa era impegnata in un progetto contro la violenza sulle donne. Aveva paura di quell’ex compagno che diceva di amarla, sapeva però di potere contare su una rete solida di protezione fatta di parenti, amici e colleghi di lavoro. Non la lasciavano mai da sola...
MA COME CAPITA nei femminicidi, quel maledetto appuntamento “chiarificatore” è stato fatale. Pare che Angelo Reina, 42 anni, abbia convinto Marisa a raggiungerlo nel suo vivaio di famiglia, a Marsala, per chiarire le divergenze dovute ai mancati versamenti del mantenimento. Quando è arrivata, la donna ha trovato il suo ex con una carabina in pugno. E con quell’arma è stata assassinata, il suo corpo è stato ritrovato in una pozza di sangue. Dopo avere uccisa la madre della sua bambina di 4 anni, Reina è salito sulla sua Porsche Cayenne, ha imboccato l’autostrada Mazara del Vallo-Palermo e si è fermato in un viadotto tra gli svincoli di Alcamo ovest e Castellammare del Golfo: lì si sarebbe sparato un colpo con la stessa carabina, precipitando poi nella scarpata.
sono scattate le indagini per risalire all’identità e dai database è emerso che Reina era stato denunciato in passato per stalking.
Marisa era molto conosciuta nell’ambiente vinicolo per la sua professionalità e la sua dedizione al lavoro. E faceva parte dell’associazione Donne del vino in Sicilia. «Dentro la nostra associazione aveva concepito il format ‘DxD Calici di vita’, nato per supportare le vittime di violenza. È paradossale che proprio lei sia stata vittima», dice Roberta Urso, presidente dell’associazione.
DI MARISA LEO resta un post pubblicato sui social l’8 marzo di tre anni fa: «Le donne devono fare qualunque cosa due volte meglio degli uomini per venire giudicate brave la metà. È vero. La parità non esiste ancora, il nemico più grande rimane il pregiudizio inconsapevole di tanti uomini, il pericolo maggiore è la mancanza di consapevolezza di molte donne…».
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