Al convegno a Budapest sulla natalità va in scena il moderno medioevo: Meloni e Orban confermano la loro alleanza "nel nome di Dio".
"A Budapest, casa del padre del sovranismo europeo Orbán, per il Forum demografico, Giorgia Meloni non ci pensa su due volte e promette «lotta dura» appunto per difendere «l’identità delle famiglie, Dio e tutte le cose che hanno costruito la nostra civiltà». Difesa, sì, perché «tutto ciò che ci definisce è sotto attacco e questo è un pericolo per la nostra identità nazionale, per la famiglia, per la nostra religione». Quando Meloni parla di famiglia, va da sé, intende solo quella tradizionale. Il Dio che difende è quello cristiano e anche se la premier non lo dice a chiare lettere nell’elenco dei princìpi «da difendere» c’è anche la purezza etnica". (da Il Manifesto)
Chiaramente la Meloni, trovandosi pienamente a suo agio in questo Forum, ha ritirato fuori la sua etichetta: "Sono una donna, sono una madre, sono italiana, sono una cristiana".
D'altra parte chi introduce i lavori, uno psicologo canadese, Jordan Patterson, dichiara: "Gli esseri umani stanno bene solo in famiglia", "non c'è sanità se i bambini frequentano omosessuali o genitori divorziati"
Lo scopo di questa ripresa dei peggiori e beceri principi reazionari è altrettanto di bassa lega: la richiesta "ad Orban di aderire al gruppo dei Conservatori, da lei guidato, nell'Europarlamento per rafforzare il gruppo in vista delle europee e fare da contrappeso alla maggioranza Ursula che punta a vincere le prossime europee" (da La Repubblica).
L'humus medioeval/fascista al servizio dei concreti interessi di potere.
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