Nella giornata internazionale per l'aborto sicuro si è svolto oggi a L’Aquila un presidio davanti all’ospedale per un aborto libero sicuro e gratuito.
Al presidio, convocato dal Collettivo Fuori Genere, hanno partecipato una trentina di donne e compagn* per ribadire il nostro no ad un sistema sanitario che non ci riconosce e che non riconosce il nostro diritto all’autodeterminazione, contro governo, fascisti, pro vita e Chiesa che mirano ad annientare la libera scelta e il consenso su maternità, aborto, genitorialità, sessualità, desiderio, contro l’obiezione di coscienza e i cronici tagli al sistema sanitario nazionale con cui viene imposta una maternità non scelta e non voluta, carica di stigma sociale e solitudine, in nome di politiche reazionarie "Dio patria e famiglia".
Nel corso del presidio, a microfoni aperti, è stata data lettura del comunicato di convocazione e dell’appello per l’assemblea donne/lavoratrici del 12 ottobre, e sono stati lanciati slogans come “fuori gli obiettori da ospedali e consultori”, “ma quale patria, ma quale dio, sul mio corpo decido io”
Al termine del presidio lo striscione principale, “fuori gli obiettori dagli ospedali”, è stato portato alla rotonda di piazza d’armi per una maggiore visibilità.
Poco più avanti, di fronte al Tribunale, spiccava ancora un cartello con su scritto: “per ogni stupratore e chi lo assolve vita breve e sofferta, giustizia femminista”, in relazione all’ignobile sentenza di assoluzione, da parte della Corte di Appello dell’Aquila, dei 2 stupratori di una 15 enne, durante l’adunata degli alpini del 2015.
I 2 stupratori, l’alpino Danilo Ceci e il venditore ambulante Semir Belhaj, saranno di nuovo processati, questa volta a Perugia, per annullamento della sentenza di appello da parte della Corte di Cassazione.
La data del nuovo processo non è ancora stata fissata, ma appena ne saremo a conoscenza ne daremo notizia per organizzare una presenza femminista solidale, anche da L'Aquila.
Nessun commento:
Posta un commento