Dal report del MFPR L'Aquila:
A L'Aquila c'è stato il corteo serale di nudm, con concentramento alle 15,30 al parco di Collemaggio e fine corteo alla rotonda dello stadio Tommaso Fattori. Numericamente il corteo è stato molto ridotto rispetto agli anni precedenti la pandemia, circa un centinaio di persone, la maggior parte molto giovani e anche molti ragazzi. Partecipavano anche Teramo e Sulmona.
Ci sono state 2 soste durante il corteo, la prima davanti alla Regione, contro la sepoltura forzata dei feti, la seconda, più lunga, in centro, ai 4 cantoni, dove sono state allestite alcune opere artistiche e piccole mostre sull’8 marzo. Qui ci sono stati interventi sul tema della violenza, dell’aborto e sull’approccio al femminismo da parte di alcuni ragazzi. Gli interventi, frequentemente intervallati da musica, balli, canti e recitazione di poesie, si sono conclusi intorno alle 18,30 e il corteo è proseguito.
Ci sono state 2 soste durante il corteo, la prima davanti alla Regione, contro la sepoltura forzata dei feti, la seconda, più lunga, in centro, ai 4 cantoni, dove sono state allestite alcune opere artistiche e piccole mostre sull’8 marzo. Qui ci sono stati interventi sul tema della violenza, dell’aborto e sull’approccio al femminismo da parte di alcuni ragazzi. Gli interventi, frequentemente intervallati da musica, balli, canti e recitazione di poesie, si sono conclusi intorno alle 18,30 e il corteo è proseguito.
Un corteo molto creativo certamente, ma poco combattivo, che nonostante alcuni slogans anche radicali, come "obiettore, obiettore, ti spranghiamo senza fare rumore", si è immerso in un'atmosfera leggera, con canti e performances.
Inutile precisare che non c'erano lavoratrici, d'altra parte non c’era reale intenzione da parte delle organizzatrici di fare uno sciopero vero: il corteo era stato fissato nelle ore serali e la propaganda di nudm si è concentrata sui social, e anche questo deve avere influito sulla riuscita della manifestazione e dello sciopero.
Tuttavia il MFPR ha portato anche a L’Aquila la necessità di uno sciopero delle donne come segnale di rottura anche contro la guerra in corso, e di creare un ponte solidale rosso, proletario e internazionalista con le donne rivoluzionarie che combattono nelle guerre popolari, per una pace vera e duratura e per una vera trasformazione sociale. Donne che per questo vengono imprigionate, torturate, stuprate, uccise dalla borghesia dominante al potere.
E' stato portato un dossier sulle condizioni delle prigioniere politiche in India, ed è stata portata in corteo una mostra per la libertà di tutte le prigioniere politiche nel mondo, dall'India alla Turchia.
L’iniziativa è stata preceduta da momenti di controinformazione, con attacchinaggio nei punti principali della città, sui temi della guerra, dell’8 marzo e della solidarietà internazionalista
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