L’8 Marzo vogliamo dire basta. Lo ripetiamo tutti i giorni, basta.
Basta agli abusi nelle scuole da parte dei docenti e dei dirigenti scolastici, basta alle molestie e ai ricatti nei luoghi di lavoro e nelle università. Vogliamo attraversare questi luoghi senza temere di essere molestatə e violentatə. Basta ai percorsi a ostacoli dopo aver denunciato le violenze: vogliamo essere credutə e vogliamo essere liberə di condurre la nostra vita normalmente. Denunciare non può essere una condanna per chi subisce gli abusi. Vogliamo sentirci al sicuro quando andiamo a fare una visita medica, vogliamo poterci curare senza dover affrontare viaggi della speranza. Basta alla precarietà e ai salari da fame che ci rendono sottomessə ai ricatti dei padroni. Il nostro valore non dipende da quanto produciamo, da quanto consumiamo e da quanti figli riusciamo a crescere. Non è normale essere poverə lavorando, non è normale subire molestie, non è normale dover aspettare anni per ottenere una diagnosi e una terapia.
Pensiamo sia il momento di rifiutare questo sistema economico che genera sfruttamento, miseria e violenza. Una società dove l’1% delle persone ha privilegi e tutele, mentre il restante 99% delle persone deve sgomitare tutti i giorni per ottenere diritti e benessere. Basta alla sottovalutazione delle conseguenze: la violenza, l’oppressione, la povertà hanno un peso enorme sulla nostra salute mentale. Stare bene non può essere un lusso. Oggi più che mai vogliamo dire basta alle guerre imperialistiche. Chi ne paga realmente le conseguenze in termini di vite sono i popoli, mentre chi decide di farle sono coloro che si arricchiscono producendo armi, sfruttando le risorse dei territori e condannando milioni di esseri umani alla sofferenza e alla miseria.
Tutte queste forme di violenza vengono sostenute e perpetrate dal sistema capitalista, sistema economico che legittima e sostiene il sistema patriarcale nella nostra società per conservare il proprio potere, alimentando le divisioni di genere. Abbiamo visto come avere donne al potere non determina un avanzamento per tuttə noi se queste sono al servizio delle classi dominanti. La reale emancipazione passa dalla lotta per il superamento del capitalismo, dall'unione fra la lotta di genere e la lotta di classe per una vera emancipazione di genere e sociale.
L’8 marzo dobbiamo esserci, anche a Cosenza, per dire che tutto questo non è normale e che le nostre aspettative sono molto più grandi e luminose.
FEM.IN Cosentine in lotta
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