20/12/21

Le donne che denunciano maltrattamenti e abusi in famiglia, " esagerano"! Per questo stato borghese, maschilista che ci fa ormai apertamente la guerra, noi dobbiamo rispondere con la nostra ribellione e la lotta!


A cura di Natascia Alibani
Pubblicato il 20 Dicembre 2021


Una pm archivia una richiesta per abusi sessuali spiegando che "il marito deve vincere le resistenze della moglie" e che i fatti carnali "vanno ridimensionati

Siamo a Benevento, nell’aprile di quest’anno: una donna denuncia il marito per abusi domestici, dichiarando di essere stata costretta ad avere rapporti sessuali con lui, nonostante abbia opposto resistenza. E aggiunge di essere stata minacciata con un coltello in un’occasione. La pm incaricata del caso, però, procede con la richiesta di archiviazione.

La donna che ha sporto denuncia, come spiega Il Fatto Quotidiano che per primo ha riportato la vicenda, parla precisamente “di pressione esercitata dal marito che la faceva sentire obbligata ad avere rapporti sessuali con lui”, rapporti subiti per non svegliare il figlio; dice anche che, durante un servizio del tg sui femminicidi, una sera, il marito le avrebbe puntato un coltello alla gola dicendole che ci sarebbe finito pure lui, una volta o l’altra, in uno di quei servizi. Ma per la magistrata quel gesto non sarebbe stato che uno scherzo, da inserire nel “contesto in cui è avvenuto, ossia, la preparazione familiare della cena di una festa, dinanzi a testimoni”.
Insomma, una burla o poco più, sostiene la pm; che ha anche aggiunto che la moglie, probabilmente, ha mal intrerpretato gli approcci sessuali insistenti del marito, scrivendo che “I fatti carnali devono essere ridimensionati nella loro portata, non avendo la stessa descritto espressioni di minaccia o di costrizione fisica, né di abuso di autorità”. Per la magistrata la decisione di separarsi, che la donna stava meditando, avrebbe inoltre rappresentato un’ulteriore evidenza della sua malafede: “Non nutrendo più i sentimenti e la stima di un tempo nei confronti del marito, non era più incline a congiungersi con lui ma per motivi che ella stessa sostiene non avrebbe avuto il coraggio di esprimere”.

In conclusione:

Considerato la sussistenza di un rapporto di coniugio, appare arduo sostenere che sia provata la consapevolezza in capo [al marito] della non consensualità al rapporto sessuale, considerato anche comune negli uomini dover vincere quel minimo di resistenza che ogni donna, nel corso di una relazione stabile e duratura, nella stanchezza delle incombenze quotidiane, tende a esercitare quando un marito, particolarmente amante della materia, tenta un approccio sessuale.

Una decisione che ha indignato molti, soprattutto perché può ricordare il cosiddetto stupro coniugale, a oggi punito secondo l’articolo 609-bis del Codice penale, grazie anche alla sola dichiarazione della donna (sentenza della Corte di Cassazione, terza sezione penale, 16608/2017).

“Un ragionamento che lascia attoniti e perplessi” così ha commentato infatti il legale della protagonista di questa vicenda, Michele Sarno,  precisando: “Non sono aduso impugnare i provvedimenti ma in questo mi è sembrato necessario”. La risonanza mediatica sul caso è stata tanta che è intervenuto anche il Procuratore capo di Benevento, Aldo Policastro, il quale ha specificato che la decisione definitiva sul caso avverrà “all’esito dell’esame degli atti e dell’opposizione, pur tenendo conto dell’autonomia del magistrato assegnatario del procedimento”.

Policastro ha spiegato che gli accertamenti svolti devono aver portato la pm a sostenere “che non ricorresse il quantum probatorio necessario a ritenere sussistenti gli elementi costitutivi dei reati contestati”, ma si dichiara tuttavia “assolutamente estraneo alla prassi e agli orientamenti di tutto l’ufficio ogni e qualsiasi sottovalutazione del seppur minimo approccio costrittivo nei rapporti interpersonali tra uomo e donna, in quelli che involgano la libertà in generale e quella sessuale in particolare

Nessun commento: