Nella giornata di ieri, la sezione A.n.p.i. di Bussoleno, Foresto e Chianocco, insieme alle Amministrazioni locali, celebrava l’importante battaglia di Balmafol durante la quale, l’8 luglio del 1944, i nostri partigiani sconfissero un battaglione di fascisti grazie all’espediente ingegnoso di numerosi massi fatti rotolare sugli invasori.
Dana era stata invitata a ritirare il premio “Balmafol Resiste”, ma il tribunale ha risposto che “Si respinge trattandosi di evento (e finalità connesse) non strettamente collegate ad esigenze di sostentamento”.
Ancora una volta, il Tribunale di Sorveglianza di Torino ha scritto una nuova pagina di restrizioni punitive gratuite o segnanti una linea che vuol zittire il dissenso.
Pubblichiamo di seguito anche le parole di Dana da lei pubblicate sul suo profilo Facebook:
“Il mio ringraziamento va all’ ANPI sezione Foresto-Bussoleno-Chianocco per aver pensato a me in questa giornata importante. L’avvocato Emanuele D’Amico ha ritirato il premio al posto mio. Rispetto l’ennesimo rifiuto da parte del tribunale di sorveglianza che dire…l’intento punitivo della misura a me applicata è talmente evidente che non ho quasi più voglia di sprecare parole. Le maschere sono cadute da tempo e resta solo la loro arroganza. Io tranquillamente attendo. Rinforzo le mie convinzioni. Faccio grandi sogni. I Partigiani della 42° Brigata d’Assalto Garibaldi “Walter Fontan” ci hanno insegnato il valore della Resistenza. La nostra è una valle partigiana che non si attenderà mai. Io con lei. “
È tempo di aprire gli occhi e costruire quel dissenso che ribolle in tutti i territori perché in gioco ci sono le nostre aspettative che non vogliamo disattese, c’è il futuro delle giovani generazioni che vogliamo libero da queste ingiuste imposizioni.
La battaglia di Balmafol ci ricorda che la resistenza vince sempre su chi attacca alle nostre vite, colpendo anche le terre. E che la nostra forza sta nella resistenza.
Mandiamo a Dana un grande abbraccio e tutto il nostro sostegno perché le nostre ragioni sono giuste e profonde. Come a lei anche a Fabiola che ancora si trova detenuta nel carcere delle Vallette, a Stella e Mattia anch’essi ai domiciliari e a tutte e tutti i notav che ancora si trovano ristretti.
Libertà per chi resiste!
da
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