Il proprietario, in tutta risposta, l'ha liquidata mandandole un sms con scritto semplicemente: “da domani non venire più al lavoro”. Quindi Sofia è stata licenziata, senza passare per giuste cause, senza tfr, senza diritto alla naspi, senza diritto a niente. Mentre il suo stolker continua a lavorare indisturbato, costituendo un pericolo per le altre lavoratrici presenti e per quelle future.
Quella di Sofia non è una storia isolata, ma quella di tante altre lavoratrici sfruttate, precarizzate e molestate sul lavoro, represse se si ribellano, uccise per il profitto. Una condizione che si è estesa a tante lavoratrici con l’accelerazione pandemica della crisi e destinata ad amplificarsi con le decisioni prese dal governo, con lo sblocco dei licenziamenti.
Intanto gli ipocriti rappresentanti dei governi borghesi si apprestano a fare salotto, sempre a Roma, per discutere di questione femminile, gender pay gap e lotta agli stereotipi. Quali? Non certo quelli cuciti addosso da confindustria e ristoratori a chi preferisce un reddito di cittadinanza a un lavoro da schiava, né quelli sessisti ai quali le lavoratrici si devono sottomettere pena la perdita del rapporto di lavoro. La storia di Sofia è emblematica di tutto questo e continua a cozzare con le belle parole di padroni e potenti.
Lo faranno sulla nostra pelle e non nel nostro interesse. Lo faranno per
Il ruolo produttivo/riproduttivo delle donne in questa società capitalista e imperialista è sempre al centro dell'ideologia dominante borghese con tutte le conseguenze pratiche in termini di politiche finalizzate al potenziamento della conciliazione lavoro/famiglia, volte a perpetuare, mantenere, conservare questo ruolo per le donne che non deve essere messo in discussione
Siamo al fianco di Sofia e per l'organizzazione delle donne proletarie, per rispondere con la lotta al sistema del Capitale, che fa della doppia oppressione della maggioranza delle donne una sua base e che per questo non può essere riformato ma solo rovesciato!
TUTTA
MFPR
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