Si è tenuta ieri la prima udienza di Nicoletta Dosio per le evasioni del 2016, quando dichiarò pubblicamente che non avrebbe rispettato la misura arbitraria e ingiusta che le era stata imposta dal tribunale di Torino per aver partecipato a una manifestazione No Tav 5 anni prima.
Tante e tanti No Tav si sono dati appuntamento di fronte al Tribunale di Torino per portarle la solidarietà del Movimento e per non lasciarla sola di fronte all’ulteriore episodio di accanimento giudiziario nei suoi confronti.
La campanella di casa sua è stata la grande protagonista in questa prima udienza, in cui la si accusa di un reato che non ha mai negato, e che ancora oggi rivendica con la serenità di chi è nel giusto:
"La campanella di casa mia: è lei la grande protagonista, nei racconti delle “forze dell'ordine”, i carabinieri della caserma di Susa chiamati ieri a testimoniare davanti al tribunale di Torino, sulla pervicacia recidiva delle mie “oltre duecento violazioni degli arresti domiciliari”.
E' la storia, riveduta e corretta a scopo giudiziario, di quell'autunno-inverno 2016, che ricorderò sempre come uno dei periodi più utili, divertenti e affollati della mia vita.
Una campanella suonata più volte, a tutte le ore, nei giorni feriali e festivi, compresa la notte di Natale, senza mai risposta, se non la comparsa del mio cane Argo e, a volte, l'affacciarsi di Silvano che, puntualmente, confermava la mia assenza.
E, per provare il “delitto” che non ho mai negato, anzi sempre rivendicato, ore di carte e verbali scartabellati dal pubblico ministero e confermati diligentemente dai militi.
Un'anomalia quella rivendicazione, spiazzante per il cosiddetto ordine costituito; la tragica commedia della “Giustizia” improvvisamente inceppata, incapace di nascondere la squallida nudità del re.
Un'anomalia proprio come la mia campanella, rispetto ad un modello di società e di vita in cui tutto è elettrificato, informatizzato, robotizzato, genuflesso al controllo totale del sistema.....il "Progresso", che si alimenta della devastazione sociale e ambientale e chiama futuro l'abisso verso cui sta correndo, inesorabilmente, ad alta velocità."
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