03/02/13

le operaie di Canosa si ribellano: ''Non lavoreremo più per 4 euro l'ora''


Canosa di Puglia, ''Non lavoreremo più per 4 euro l'ora''

''Il contratto prevede uno stipendio mesile di 1400 euro ma noi abbiamo sempre ricevuto la metà''. Sabina e Tonia, insieme al rappresentante della Filctem Cgil per la provincia di Barletta-Andria-Trani, Pietro Laboragine, hanno raggiunto la capitale in auto per raccontare, alle telecamere di Tv2000, la loro battaglia contro l'azienda di confezioni di Canosa di Puglia (Simony Srl) per la quale hanno lavorato per oltre un decennio.


 Loro sono due delle ex operaie alle quali, lo scorso aprile, il datore di lavoro ha vietato l'accesso in fabbrica ammonendo la loro iscrizione al sindacato e colpevolizzandole di aver denunciato ai carabinieri le irregolarità nella 
busta paga. A quell'episodio sono seguiti gli incontri tra dipendenti, azienda e sindacato. Ma le promesse di un miglioramento delle condizioni retributive (e non solo), fatte da parte del titolare, non sono state fino 
ad oggi mantenute. Anzi: il 1 ottobre la Simony ha chiesto la cassa integrazione, non accettata poiché il 31 dicembre la ditta va in liquidazione; il 18 gennaio arriva il telegramma di licenziamento per tutte le 32 lavoratrici. Intanto il gruppo di donne iscritte al sindacato si è ridotto da 10 a 7. Solamente un paio di giorni fa, l'azienda fa sapere che passa alla cooperativa e invita, con una lettera, le 7 ex dipendenti a discutere la possibilità di tornare a lavorare. ''Ho deciso di affidarmi ad un sindacato dopo aver stirato abiti per 18 anni al prezzo di 4 euro l'ora'', dice Tonia ai microfoni del programma televisivo 'Romanzo familiare'. E quando la giornalista chiede ''Vi siete mai pentite di aver 
fatto questa scelta?'', la risposta è secca: ''Ci siamo pentite di non averlo fatto prima''. Al di là degli sviluppi di una eventuale collaborazione futura, queste signore puntano al riconoscimento della loro dignità e si fanno portavoce di una condizione di sfruttamento che, per forza di cose, rievoca la tragedia del crollo della fabbrica clandestina di 
Barletta in cui persero la vita 5 donne. (ma.pa.) 

Nessun commento: