04/02/13

Di ritorno da L'Aquila

Dopo la sentenza del 31 gennaio Anche alla luce della sentenza, delle dichiarazioni della difesa di Tuccia, degli articoli di stampa, i problemi restano tutti lì.
Potremmo dire che L'Aquila ha rappresentato per Tuccia un luogo "amico": perchè lì prestava servizio, perchè lì ci sono i suoi commilitoni, anche a presidiare il Tribunale e che ha potuto salutare, sgattaiolando via dall'uscita laterale prima che venisse pronunciata la sentenza perchè, come riferito dalla stampa (che invece non si preoccupa affatto dello stato d'animo di Rosa, tanto da aver costretto a fare cordone intorno a lei che non voleva essere ripresa durante la lettura della sentenza, suscitando la rabbia delle donne, compagne presenti) "Tuccia, visibilmente teso, ha detto di vivere "molto male" questo momento."
Ma è lo stesso che, sempre secondo la stampa, si è permesso di dire, durante la deposizione:".raccontando di come si sia messo paura dopo aver consumato l'atto sessuale, di essere scappato dentro la discoteca."
E, ancora,"Vedendo la gente attorno alla ragazza non mi sono preoccupato". Vergogna, giustamente, ha gridato qualcuno durante l'udienza. "Resti comunque una merda" gli ha urlato una donna. Rimane la oppressiva militarizzazione del territorio che, per le donne significa rinchiudersi sempre più dentro le mura domestiche.
Rimane questa sentenza che non riconosce il tentato omicidio. Rimane, sempre secondo la stampa, l'intenzione dell'avvocato difensore di voler ricorrere in appello. Rimane una città, ma anche, un paese intero che non ha dato vita ad un'adeguata mobilitazione in questo caso emblematico, ma in generale: ogni violenza contro le donne, ogni uccisione di donne non trova ancora la necessaria ribellione, in grado di contrastarle, sul campo e quotidianamente.
Per questo pensiamo che la mobilitazione per/su L'Aquila deve continuare, rendere "inospitale" quel territorio per Tuccia e suoi simili. Rendiamo concrete le parole d'ordine;" Stupratore non lo dimenticare la furia delle donne dovrai scontare"
Costruiamo un ponte che unisca le donne nella lotta contro la doppia, tripla...oppressione di questo sistema Costruiamo un ponte Italia/India, contro gli stupri e in appoggio alle grandiose manifestazioni in India: concretamente il prossimo 8 marzo costruiamolo questo ponte!!
Questa una proposta concreta portata dalle compagne dell' mfpr a compagne e collettivi al presidio de L'Aquila.

Giovanna Milano, 3 febbraio 2013

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