14 febbraio 2009: come Sommosse di Perugia abbiamo aderito alla NO VAT, ma molte di noi non sono potute andare perchè impegnate in città per recuperare spazi di agibilità politica contro il fascismo dilagante.
In ogni caso ne è valsa la pena.
NO VAT, NO FN
Quello che segue è un breve resoconto della Rete Antifascista Perugina sulla giornata:
NO PASARAN
Perugia 14 febbraio 2009
Circa un centinaio di compagne e compagni hanno resistito un minuto in più dei fascisti di forza nuova, che si erano dati appuntamento per un comizio super blindato in uno dei quartieri di Perugia più popolato da immigrati.
I manifesti con cui forza nuova pubblicizzava il comizio, comunque strappati nottetempo, usavano lo stupro e la crisi per criminalizzare i migranti. Il titolo era: “E se accadesse a tua figlia?”, sotto la foto di una donna bianca stuprata e alla fine: “comizio-presidio contro l’immigrazione selvaggia che sta portando ad una crisi che minaccia di distruggere ciò che resta del tessuto comunitario di questa nazione”.
Un centinaio di compagne e compagni, le donne in prima fila con gli striscioni, si sono diretti verso il presidio di quelle carogne. Lo spiegamento di forze ovviamente era sproporzionato e non per la presenza dei fascisti in borghese (per lo più una decina), quanto per quelli in divisa che li hanno coperti e protetti (il loro presidio era autorizzato, la nostra manifestazione no, ma è stata una nostra scelta politica quella di non farsi imbrigliare nelle maglie della burocrazia di uno Stato di polizia).
C’erano la guardia di finanza e i carabinieri in assetto antisommossa più i famigerati G.O.M di Bolzaneto, oltre, naturalmente, alla digos. Nonostante lo sproporzionato schieramento delle forze dell’ordine (che ci hanno praticamente circondato in una piazzetta bloccando il traffico ed impedendoci di essere visibili se non a costo delle botte) abbiamo urlato a squarciagola: “siamo tutti antifascisti”, “lo stupratore non è l’immigrato, ma è il figlio sano del patriarcato” ecc.
Dopodiché abbiamo deciso di aggirare l’ostacolo, facendo finta di sciogliere l’adunata e di burlarci di quei mastini con casco e scudo. Dopo un divertente giro per i vicoli senza scagnozzo digossino al seguito, ci siamo avvicinati al presidio-comizio di forza nuova, sorprendendolo da sotto, dall’altra parte della strada e abbiamo scandito ininterrottamente slogan contro quelle merde. Naturalmente i fascisti in divisa (carabinieri e polizia in assetto antisommossa) ci hanno impedito di fare di più, ma la nostra manifestazione era pressoché spontanea e non eravamo preparati qui a Perugia ad affrontare le cariche di quelle bestie. Comunque abbiamo resistito con dignità e combattività, bloccando il traffico con i nostri corpi e i nostri striscioni.
Le donne in prima fila hanno sfidato l’ordine di uno Stato che ha assunto il fascismo, il razzismo e lo stupro come perni della sua “sicurezza”, della sua ragione d’essere, della sua “costituzione”. Abbiamo urlato: “preti, militari, fascisti e polizia dalle nostre mutande vi scacceremo via”, “macchè democrazia, ma quale sicurezza, l’antifascismo è l’unica certezza”, “ma quale sicurezza, macchè democrazia, questo è uno Stato di polizia”, “Piazzale Loreto ce lo ha insegnato uccidere un fascista….” ecc. ecc.
Finalmente ci siamo riappropriati del nostro territorio, le/i migranti hanno potuto ascoltarci e vederci. Ora sanno che non sono più soli (su uno striscione c’era scritto: “ immigrati, non lasciateci soli con gli italiani!”). Al termine del comizio (in lontananza, ma coperto dalle nostre voci che li hanno salutati al grido di “forza nuova merda vecchia” , “buffoni, buffoni” ecc.) abbiamo cercato di raggiungere la fermata dell’autobus più vicina per andare via insieme, ma le forze dell’ordine ce lo hanno impedito. Quindi abbiamo bloccato un autobus, lo abbiamo occupato e con esso siamo andati via al grido di “tutto il pullman è antifascista”.
Questa è soltanto una prima, piccola vittoria, che ci può solo dare il coraggio per proseguire insieme un percorso di liberazione e di rivoluzione antifascista, recuperando gli spazi dell’agire politico dentro questa città, governata dal centro-sinistra, che persegue le stesse politiche securitarie e classiste del centro-destra. Questa è soltanto una piccola vittoria, ma per noi è importante e vogliamo renderne tutte e tutti partecipi.
Rete Antifascista Perugina
Circa un centinaio di compagne e compagni hanno resistito un minuto in più dei fascisti di forza nuova, che si erano dati appuntamento per un comizio super blindato in uno dei quartieri di Perugia più popolato da immigrati.
I manifesti con cui forza nuova pubblicizzava il comizio, comunque strappati nottetempo, usavano lo stupro e la crisi per criminalizzare i migranti. Il titolo era: “E se accadesse a tua figlia?”, sotto la foto di una donna bianca stuprata e alla fine: “comizio-presidio contro l’immigrazione selvaggia che sta portando ad una crisi che minaccia di distruggere ciò che resta del tessuto comunitario di questa nazione”.
Un centinaio di compagne e compagni, le donne in prima fila con gli striscioni, si sono diretti verso il presidio di quelle carogne. Lo spiegamento di forze ovviamente era sproporzionato e non per la presenza dei fascisti in borghese (per lo più una decina), quanto per quelli in divisa che li hanno coperti e protetti (il loro presidio era autorizzato, la nostra manifestazione no, ma è stata una nostra scelta politica quella di non farsi imbrigliare nelle maglie della burocrazia di uno Stato di polizia).
C’erano la guardia di finanza e i carabinieri in assetto antisommossa più i famigerati G.O.M di Bolzaneto, oltre, naturalmente, alla digos. Nonostante lo sproporzionato schieramento delle forze dell’ordine (che ci hanno praticamente circondato in una piazzetta bloccando il traffico ed impedendoci di essere visibili se non a costo delle botte) abbiamo urlato a squarciagola: “siamo tutti antifascisti”, “lo stupratore non è l’immigrato, ma è il figlio sano del patriarcato” ecc.
Dopodiché abbiamo deciso di aggirare l’ostacolo, facendo finta di sciogliere l’adunata e di burlarci di quei mastini con casco e scudo. Dopo un divertente giro per i vicoli senza scagnozzo digossino al seguito, ci siamo avvicinati al presidio-comizio di forza nuova, sorprendendolo da sotto, dall’altra parte della strada e abbiamo scandito ininterrottamente slogan contro quelle merde. Naturalmente i fascisti in divisa (carabinieri e polizia in assetto antisommossa) ci hanno impedito di fare di più, ma la nostra manifestazione era pressoché spontanea e non eravamo preparati qui a Perugia ad affrontare le cariche di quelle bestie. Comunque abbiamo resistito con dignità e combattività, bloccando il traffico con i nostri corpi e i nostri striscioni.
Le donne in prima fila hanno sfidato l’ordine di uno Stato che ha assunto il fascismo, il razzismo e lo stupro come perni della sua “sicurezza”, della sua ragione d’essere, della sua “costituzione”. Abbiamo urlato: “preti, militari, fascisti e polizia dalle nostre mutande vi scacceremo via”, “macchè democrazia, ma quale sicurezza, l’antifascismo è l’unica certezza”, “ma quale sicurezza, macchè democrazia, questo è uno Stato di polizia”, “Piazzale Loreto ce lo ha insegnato uccidere un fascista….” ecc. ecc.
Finalmente ci siamo riappropriati del nostro territorio, le/i migranti hanno potuto ascoltarci e vederci. Ora sanno che non sono più soli (su uno striscione c’era scritto: “ immigrati, non lasciateci soli con gli italiani!”). Al termine del comizio (in lontananza, ma coperto dalle nostre voci che li hanno salutati al grido di “forza nuova merda vecchia” , “buffoni, buffoni” ecc.) abbiamo cercato di raggiungere la fermata dell’autobus più vicina per andare via insieme, ma le forze dell’ordine ce lo hanno impedito. Quindi abbiamo bloccato un autobus, lo abbiamo occupato e con esso siamo andati via al grido di “tutto il pullman è antifascista”.
Questa è soltanto una prima, piccola vittoria, che ci può solo dare il coraggio per proseguire insieme un percorso di liberazione e di rivoluzione antifascista, recuperando gli spazi dell’agire politico dentro questa città, governata dal centro-sinistra, che persegue le stesse politiche securitarie e classiste del centro-destra. Questa è soltanto una piccola vittoria, ma per noi è importante e vogliamo renderne tutte e tutti partecipi.
Rete Antifascista Perugina
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