dall'eco di Bergamo, 25.02.09
Sarà risarcita con 6 mensilità una ex lavoratrice di una azienda di Gorlago, licenziata perché sorpresa a cantare durante il turno di lavoro. E' stato infatti firmato questa mattina, mercoledì 25 febbraio, l’accordo - tra azienda e sindacato - che prevede il risarcimento (il massimo previsto in base alla legge 108 per le aziende con meno di 15 dipendenti) dell'operaia, M.A.M., ghanese di 47 anni e da quasi 20 residente in Italia. La donna era da 17 anni alle dipendenze di una azienda metalmeccanica, specializzata nella produzione e distribuzione di manufatti in ferro battuto, ottone e rame. Alla donna lo scorso 18 novembre era stata data una comunicazione che recita testualmente: “essendole stato innumerevoli volte vietato di cantare durante l’attività lavorativa, in quanto questo provoca fastidio e disagi ai titolari e ai lavoratori, in seguito alla mancata presentazione di idonee giustificazioni, siamo costretti a licenziarla per giustificato motivo soggettivo”.
“Sono preoccupata per i miei tre figli che ancora studiano - ha detto la donna -, da quando mio marito è tornato in Ghana, 5 anni fa, sono l’unica che lavora in famiglia. Adesso, una volta finiti i soldi del risarcimento e terminata la disoccupazione, come potrò occuparmi di loro?”. Alla donna non spetta infatti per legge il reintegro in azienda e pertanto rimarrà senza lavoro.
ESPRIMIAMO LA NOSTRA SOLIDARIETA' ALL'OPERAIA LICENZIATA.
Sarà risarcita con 6 mensilità una ex lavoratrice di una azienda di Gorlago, licenziata perché sorpresa a cantare durante il turno di lavoro. E' stato infatti firmato questa mattina, mercoledì 25 febbraio, l’accordo - tra azienda e sindacato - che prevede il risarcimento (il massimo previsto in base alla legge 108 per le aziende con meno di 15 dipendenti) dell'operaia, M.A.M., ghanese di 47 anni e da quasi 20 residente in Italia. La donna era da 17 anni alle dipendenze di una azienda metalmeccanica, specializzata nella produzione e distribuzione di manufatti in ferro battuto, ottone e rame. Alla donna lo scorso 18 novembre era stata data una comunicazione che recita testualmente: “essendole stato innumerevoli volte vietato di cantare durante l’attività lavorativa, in quanto questo provoca fastidio e disagi ai titolari e ai lavoratori, in seguito alla mancata presentazione di idonee giustificazioni, siamo costretti a licenziarla per giustificato motivo soggettivo”.
“Sono preoccupata per i miei tre figli che ancora studiano - ha detto la donna -, da quando mio marito è tornato in Ghana, 5 anni fa, sono l’unica che lavora in famiglia. Adesso, una volta finiti i soldi del risarcimento e terminata la disoccupazione, come potrò occuparmi di loro?”. Alla donna non spetta infatti per legge il reintegro in azienda e pertanto rimarrà senza lavoro.
ESPRIMIAMO LA NOSTRA SOLIDARIETA' ALL'OPERAIA LICENZIATA.
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