TESTO INVIATO AL COMITATO PROSTITUTE DI PORDENONE
Per uno sciopero delle donne
Cara Pia e tutte, vi inviamo l'appello/proposta che è uscita nell'assemblea nazionale del Tavolo 4 "Lavoro/precarietà/reddito" della Rete sommosse, del 24 gennaio e che stiamo facendo circolare.
Il clima fascista/razzista che sta andando avanti a tappe forzate, anche sui corpi di noi donne, ha già visto colpite pesantemente le donne prostitute e in particolare le immigrate; anche in Puglia, dove io vivo, negli ultimi mesi ben 2 prostitute immigrate sono morte/uccise per il clima di caccia alle streghe che governo e polizia stanno creando. Vogliamo quindi rivolgere questa proposta di "sciopero delle donne" anche a voi. Anzi, vi chiediamo qualcosa in più. Proprio perchè non vogliamo parlare al posto di altre donne, vorremmo che voi faceste un appello a tutte le prostitute, appello che noi faremmo girare, inseriremmo nella piattaforma, e anche, come iniziativa, nell'elenco che via via, come potrete vedere, stiamo costruendo per arrivare dovunque con questo messaggio e per poi costruirlo insieme dovunque è possibile e necessario lo "sciopero delle donne". Fateci sapere Un forte saluto e abbraccio a tutte per il Tavolo 4.
Margherita MFPR Taranto
Qui sotto pubblichiamo l'appello e un primo elenco delle realtà in movimento per la costruzione dello sciopero delle donne!
Il 24 gennaio a Roma compagne femministe, lavoratrici, precarie, immigrate, disoccupate, universitarie, del TAVOLO "LAVORO/PRECARIETA'/REDDITO" della Rete sommosse, hanno lanciato una campagna per costruire LO "SCIOPERO DELLE DONNE"!
Uno sciopero al femminile, costruito autonomamente dalle lavoratrici, da tutte le donne.
Uno sciopero su una piattaforma, parole d'ordine che esprimano l'insieme della condizione di doppio sfruttamento e oppressione della maggioranza delle donne.
Uno sciopero per imporre sui posti di lavoro, nelle piazze, il punto di vista delle donne, la doppia determinazione delle donne.
Una novità, una rottura inaspettata da parte di padroni, governo, vaticano.
Le ragioni di questo sciopero sono negli attacchi che ogni giorno vengono portati avanti alle nostre condizioni di lavoro e di vita, dalla proposta di innalzamento dell'età pensionabile, alla legge Gelmini che colpisce doppiamente lavoratrici della scuola, madri e studentesse; dalle illegali dimissioni in bianco per "liberarsi" di donne in maternità; all'accordo pilota dell'Alitalia che si pone come pericoloso modello di nuovi attacchi a diritti fondamentali, nuove discriminazioni che colpiscono e vogliono far tornare indietro soprattutto le donne; dai licenziamenti in aumento delle operaie dalle grandi fabbriche alle piccole, tra le lavoratrici precarie nei call center alla pesante condizione delle tante donne immigrate che sono il simbolo della precarietà e dello sfruttamento fin a forme di schiavismo, ecc. Le donne sono le prime a pagare la crisi! Ma per noi donne tutto questo si traduce immediatamente in peggioramento delle nostre condizioni di vita: i tagli dei servizi sociali vengono scaricati su di noi, aumenta il lavoro di cura, ci vogliono rinchiudere di più in casa al servizio della famiglia e ci tolgono quel minimo di indipendenza che costituisce il lavoro esterno.
Ma anche sui posti di lavoro questi attacchi si traducono anche in un clima più oppressivo, ricattatorio, che spesso per noi donne ha il drammatico volto del mobbing, delle molestie sessuali, fino a violenze sessuali da parte di padroni, capi, ecc. In questo senso l'attacco alla nostra vita è doppio, non solo economico ma anche ideologico, e mira a riaffermare costantemente la posizione di "debolezza" e subalternità delle donne in questa società capitalista, la condizione di oppressione in una famiglia che il sistema vuole sempre più non solo come "ammortizzatore sociale" ma anche come strumento di controllo della nostra vita e, per questo, principale luogo di violenza e di uccisioni di donne. Anche la proposta del Vaticano riguardo lo "stipendio mensile alle donne casalinghe", è volta proprio a farci tornare indietro, tra le pareti domestiche.
Pure i recenti stupri vengono usati, oltre che per i provvedimenti razzisti e fascisti, per distrarre l'opinione pubblica dalla crisi, mentre sono questi attacchi ai diritti, alle nostre condizioni di lavoro, alla nostra vita che alimentano quel clima culturale e ideologico di sopraffazione, di disprezzo per la vita delle donne, di sub cultura maschilista che costituisce il miglior humus per le violenze sessuali.
E' ora quindi che noi donne prendiamo il posto in "PRIMA FILA" nella lotta, una nuova lotta che intrecci la questione di classe alla questione di genere, che sia inconciliabile e radicale.
Nelle iniziative che faremo nelle varie città per l'8 marzo, porteremo questo appello per lo "sciopero delle donne", per cominciare a costruirlo e realizzarlo al più presto.
Per le adesioni allo sciopero delle donne scrivere a scioperodelledonne
L'assemblea del Tavolo 4 "Lavoro/precarietà/reddito" della Rete sommosse - tavolo4
Margherita MFPR Taranto
Qui sotto pubblichiamo l'appello e un primo elenco delle realtà in movimento per la costruzione dello sciopero delle donne!
Il 24 gennaio a Roma compagne femministe, lavoratrici, precarie, immigrate, disoccupate, universitarie, del TAVOLO "LAVORO/PRECARIETA'/REDDITO" della Rete sommosse, hanno lanciato una campagna per costruire LO "SCIOPERO DELLE DONNE"!
Uno sciopero al femminile, costruito autonomamente dalle lavoratrici, da tutte le donne.
Uno sciopero su una piattaforma, parole d'ordine che esprimano l'insieme della condizione di doppio sfruttamento e oppressione della maggioranza delle donne.
Uno sciopero per imporre sui posti di lavoro, nelle piazze, il punto di vista delle donne, la doppia determinazione delle donne.
Una novità, una rottura inaspettata da parte di padroni, governo, vaticano.
Le ragioni di questo sciopero sono negli attacchi che ogni giorno vengono portati avanti alle nostre condizioni di lavoro e di vita, dalla proposta di innalzamento dell'età pensionabile, alla legge Gelmini che colpisce doppiamente lavoratrici della scuola, madri e studentesse; dalle illegali dimissioni in bianco per "liberarsi" di donne in maternità; all'accordo pilota dell'Alitalia che si pone come pericoloso modello di nuovi attacchi a diritti fondamentali, nuove discriminazioni che colpiscono e vogliono far tornare indietro soprattutto le donne; dai licenziamenti in aumento delle operaie dalle grandi fabbriche alle piccole, tra le lavoratrici precarie nei call center alla pesante condizione delle tante donne immigrate che sono il simbolo della precarietà e dello sfruttamento fin a forme di schiavismo, ecc. Le donne sono le prime a pagare la crisi! Ma per noi donne tutto questo si traduce immediatamente in peggioramento delle nostre condizioni di vita: i tagli dei servizi sociali vengono scaricati su di noi, aumenta il lavoro di cura, ci vogliono rinchiudere di più in casa al servizio della famiglia e ci tolgono quel minimo di indipendenza che costituisce il lavoro esterno.
Ma anche sui posti di lavoro questi attacchi si traducono anche in un clima più oppressivo, ricattatorio, che spesso per noi donne ha il drammatico volto del mobbing, delle molestie sessuali, fino a violenze sessuali da parte di padroni, capi, ecc. In questo senso l'attacco alla nostra vita è doppio, non solo economico ma anche ideologico, e mira a riaffermare costantemente la posizione di "debolezza" e subalternità delle donne in questa società capitalista, la condizione di oppressione in una famiglia che il sistema vuole sempre più non solo come "ammortizzatore sociale" ma anche come strumento di controllo della nostra vita e, per questo, principale luogo di violenza e di uccisioni di donne. Anche la proposta del Vaticano riguardo lo "stipendio mensile alle donne casalinghe", è volta proprio a farci tornare indietro, tra le pareti domestiche.
Pure i recenti stupri vengono usati, oltre che per i provvedimenti razzisti e fascisti, per distrarre l'opinione pubblica dalla crisi, mentre sono questi attacchi ai diritti, alle nostre condizioni di lavoro, alla nostra vita che alimentano quel clima culturale e ideologico di sopraffazione, di disprezzo per la vita delle donne, di sub cultura maschilista che costituisce il miglior humus per le violenze sessuali.
E' ora quindi che noi donne prendiamo il posto in "PRIMA FILA" nella lotta, una nuova lotta che intrecci la questione di classe alla questione di genere, che sia inconciliabile e radicale.
Nelle iniziative che faremo nelle varie città per l'8 marzo, porteremo questo appello per lo "sciopero delle donne", per cominciare a costruirlo e realizzarlo al più presto.
Per le adesioni allo sciopero delle donne scrivere a scioperodelledonne
L'assemblea del Tavolo 4 "Lavoro/precarietà/reddito" della Rete sommosse - tavolo4
Verso lo sciopero delle donne da Nord a Sud: ora scioperiamo noi!
Primo elenco delle realtà di donne, lavoratrici in cui tra il 6, 7 e 8 marzo ci saranno iniziative varie, con al centro la preparazione dello "sciopero delle donne". Vi saranno presidi, sit in, manifestazioni, volantinaggi, assemblee, raccolta firme, iniziative di protesta, iniziative verso i mass media, ecc.Via via che arrivano le notizie preciseremo le iniziative e completeremo questo primo elenco.
PALERMO - lavoratrici precarie scuola, disoccupate donne, giovani immigrate, donne in lotta per la casa, universitarie
RAVENNA - operaie dell'Amadori, operaie della fabbrica Sicis, lavoratrici precarie cooperative sociali, lavoratrici supermercato Lidl
MILANO - lavoratrici precarie e non della scuola, lavoratrici della sanità Istituto Tumori, operaie della fabbrica Bindi, lavoratrici supermercati GS ed Esselunga, donne immigrate
TARANTO - lavoratrici delle Ditte di pulizia (scuole, appalti comunali, Amiu), lavoratrici call center Teleperformance, donne/familiari operai morti sul lavoro Ilva, operaie fabbriche tessili Martina Franca, lavoratrici supermercato Auchan, Universitarie, studentesse
MELFI - operaie della Fiat Sata
TORINO - lavoratrici immigrate donne/familiari operai morti Thyssen
ROMA - donne occupanti case, donne immigrate, lavoratrici Alitalia, artiste precarie
TRIESTE - lavoratrici supermercato Lidl, lavoratrici vari settori Cgil/Fiom
BRESCIA - operaie varie fabbriche metalmeccaniche
PERUGIA - precarie e studentesse dell'Università, lavoratrici precarie in lotta per il reddito, donne immigrate
MANTOVA - lavoratrici della Gabbiano, operaie della ex Primamoda di Casalromano, lavoratrici della MS
BOLOGNA - lavoratrici Pubblico Impiego, lavoratrici asili nido, lavoratrici supermercati
NAPOLI - studentesse e lavoratrici precarie università L'Orientale, disoccupate e lavoratrici precarie
Nessun commento:
Posta un commento