28/06/21

Un'altra donna uccisa sul lavoro, ma lo chiamano incidente

Milano, colf cade dalla scala mentre lava i vetri: morta dopo volo dal quinto piano

Tragico incidente sul lavoro a Milano. Una 35enne di origini filippine, che stava pulendo i vetri dell’appartamento in cui lavorava, è morta dopo essere caduta dal quinto piano. L’incidente è accaduto venerdì 25 giugno, ma la notizia è stata diffusa solo oggi, La donna, collaboratrice domestica presso una famiglia che vive in corso Concordia, in centro a Milano, è scivolata dalla scala che stava utilizzando per pulire i vetri, ed è caduta fuori dalla finestra che dà sul cortile interno. È morta sul colpo dopo un volo di 15 metri. In casa in quel momento non c’era nessuno. A chiamare i carabinieri sono stati i vicini di casa. La 35enne, non sposata, era regolare sul territorio italiano e residente a Milano da alcuni anni.

Per appurare se vi siano responsabilità nella morte della 35enne, la pm Francesca Crupi ha aperto un’indagine per omicidio colposo a carico di ignoti. Stando a quanto emerso finora, la donna avrebbe rivolto la scala verso il vuoto per pulire la parte esterna del vetro della finestra, quando sarebbe scivolata e caduta nel cortile interno del palazzo. L’indagine è condotta dai carabinieri.

E a questo punto una domanda sorge legittima, anzi più d'una: ma la scala era a norma? E come se l'è procurata la lavoratrice? "Chi chiederà a chi" chiarezza e giustizia per la sua morte? Domande che rimarranno senza risposta, tanto più che era una donna, tanto più che era immigrata, tanto più che era single, tanto più che lavorava come collaboratrice domestica presso una famiglia italiana, tanto più che l'indagine è contro ignoti, tanto più che è morta sul lavoro, ma lo chiamano incidente, tanto più che la donna, oltre a non avere un nome, non ha neanche un numero sulle statistiche dell'INAIL (o forse sì, visto che la notizia della sua morte è stata data solo oggi).

L'INAIL però sa che la caduta è la prima causa di infortunio per le lavoratrici, che l'incidenza degli infortuni tra le lavoratrici è  particolarmente elevata nel settore dei servizi domestici e familiari e che le denunce di infortuni occorsi a lavoratrici straniere sono solo il 13,1% del totale delle donne infortunate.

Il 16 giugno scorso si è tenuta la “Giornata internazionale delle lavoratrici e lavoratori domestici”, in occasione del decimo anniversario dell’adozione della Convenzione OIL n. 189 che sancisce il diritto di questa categoria di lavoratrici, ad essere riconosciute come prestatrici di servizi essenziali.

Ma questo "diritto", ipocritamente sancito nella carta  da governi dei padroni e sindacati collusi non ha salvato e non poteva salvare la vita alla lavoratrice, perché per i padroni, qualsiasi essi siano, la sicurezza sul lavoro è un costo e la tanto decantata uguaglianza dei diritti di lavoratrici e lavoratori non è che un ipocrita menzogna delle democrazie borghesi, per le quali la vita di lavoratrici e lavoratori, delle donne proletarie, è sì uguale, perché non vale nulla!

E allora di quali diritti stiamo parlando?

In questo sistema capitalistico sono le donne, le lavoratrici proletarie che in prima fila devono porre fine a questa guerra di classe, a questa guerra di uomini, stati, governi, sindacati, padroni che odiano le donne! Ci vuole l'unione e la ribellione collettiva e organizzata delle donne proletarie a questo sistema sociale perché tutta la nostra vita deve cambiare!

 


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