30/06/21
Dal 16 giugno Natascia Savio è in sciopero della fame contro il trasferimento al carcere di S.M. Capua Vetere. Solidarietà e mobilitazione
Nuova strage di donne in mare. Le stragi imperialiste non sono una fatalità, ma il frutto marcio di questa società, che mentre ciancia di "uguaglianza di genere" finanzia il respingimento delle nostre sorelle migranti nei lagher libici e si appresta a fare altrettanto sulla rotta balcanica sul "modello Turchia"
29/06/21
A quasi 2 mesi dal femminicidio padronale di Luana D'Orazio, arrivati a Prato i codici decifrati dalla Karl Meyer, la casa costruttrice del macchinario: relazione a metà luglio
28/06/21
Un'altra donna uccisa sul lavoro, ma lo chiamano incidente
Tragico incidente sul lavoro a Milano. Una 35enne di origini filippine, che
stava pulendo i vetri dell’appartamento in cui lavorava, è morta dopo essere
caduta dal quinto piano. L’incidente è accaduto venerdì 25 giugno, ma la notizia è stata diffusa solo oggi, La donna, collaboratrice domestica presso una famiglia che vive in
corso Concordia, in centro a Milano, è scivolata dalla scala che stava
utilizzando per pulire i vetri, ed è caduta fuori dalla finestra che dà sul
cortile interno. È morta sul colpo dopo un volo di
Per appurare se vi siano responsabilità nella morte della 35enne, la pm
Francesca Crupi ha aperto un’indagine per omicidio colposo a carico di ignoti. Stando
a quanto emerso finora, la donna avrebbe rivolto la scala verso il vuoto per
pulire la parte esterna del vetro della finestra, quando sarebbe scivolata e
caduta nel cortile interno del palazzo. L’indagine è condotta dai carabinieri.
L'INAIL però sa che la caduta è la prima causa di infortunio per le
lavoratrici, che l'incidenza degli infortuni tra le lavoratrici è
particolarmente elevata nel settore dei servizi domestici e familiari e che le
denunce di infortuni occorsi a lavoratrici straniere sono solo il 13,1% del
totale delle donne infortunate.
Il 16 giugno scorso si è tenuta la “Giornata internazionale delle
lavoratrici e lavoratori domestici”, in occasione del decimo anniversario
dell’adozione della Convenzione OIL n. 189 che sancisce il diritto di questa
categoria di lavoratrici, ad essere riconosciute come prestatrici di servizi
essenziali.
Ma questo "diritto", ipocritamente sancito nella carta da governi dei padroni e sindacati collusi non ha salvato e non poteva salvare la vita alla lavoratrice, perché per i padroni, qualsiasi essi siano, la sicurezza sul lavoro è un costo e la tanto decantata uguaglianza dei diritti di lavoratrici e lavoratori non è che un ipocrita menzogna delle democrazie borghesi, per le quali la vita di lavoratrici e lavoratori, delle donne proletarie, è sì uguale, perché non vale nulla!
E allora di quali diritti stiamo parlando?
In questo sistema capitalistico sono le donne, le lavoratrici proletarie
che in prima fila devono porre fine a questa guerra di classe, a questa guerra di uomini,
stati, governi, sindacati, padroni che odiano le donne! Ci vuole l'unione e la
ribellione collettiva e organizzata delle donne proletarie a questo sistema
sociale perché tutta la nostra vita deve cambiare!
Messina - Costretta a subire continui abusi sessuali, obbligata all'accattonaggio e ridotta in schiavitù, non solo da suo marito, ma dalla stessa giustizia borghese
Dalla stampa:
Un uomo di 57 anni è stato arrestato a Messina perché ritenuto responsabile dei reati di riduzione in schiavitù, violenza sessuale, sequestro di persona, lesioni personali ai danni della moglie. Il 57enne costringeva la donna e i figli a vivere in una situazione di degrado, caratterizzata da insulti e minacce, spesso anche di morte. Alla vittima erano stati sottratti i documenti di identità ed era stata chiusa a chiave in casa.
A epiteti di ogni tipo, seguivano gravi atti di violenza fisica e psichica, quali sputi, calci, schiaffi e percosse con bastoni o altri oggetti contundenti, spesso subiti dalla donna alla presenza dei figli minori e persino quando era in stato di gravidanza.
Le indagini hanno registrato un'escalation di orrori e vessazioni caratterizzata da numerosi episodi in cui la donna era costretta a subire atti sessuali e obbligata all'accattonaggio. Alla vittima erano stati persino sottratti i documenti di identità ed era stata chiusa a chiave in casa e impedito ogni tipo di spostamento.
L'uomo, già sottoposto agli arresti domiciliari con obbligo di braccialetto elettronico per il reato di maltrattamenti in famiglia, acclarate le ben più gravi condotte a suo carico, è stato trasferito nel carcere di Castelvetrano.
Ridotta in schiavitù dal marito col quale era costretta a convivere da questa giustizia borghese quindi. Che ora sia in carcere è sicuramente una boccata di ossigeno per questa donna, ma non ci basta.
Oltre 53 femminicidi al giorno in Italia dall'inizio dell'anno, uno ogni 3 giorni!
Oltre 12 stupri al giorno se si pensa che la maggior parte delle violenze sessuali non vengono denunciate e che la maggior parte di quelle che vengono denunciate vengono archiviate (2 su 3)!
Si tratta di una vera e propria guerra di bassa intensità contro le donne: fatta di morti/assassinii, di ferite, di cicatrici che non vanno mai via.
Una guerra che aumenta parallelamente al peggioramento delle condizioni generali strutturali e sovrastrutturali di vita delle donne, allo scarico sulle donne del peso opprimente e mortifero della famiglia, alla crisi capitalista, accompagnata dagli effetti della pandemia scaricati e doppiamente terribili per le donne.
Ma soprattutto una guerra che cresce in proporzione diretta all'aumento dell'humus moderno fascista, che viene sparso in tutti i modi e dovunque da questo sistema sociale, politico, dai mass media.
Un humus che alimenta pratiche, concezioni, bassi istinti patriarcalisti, che sono fino in fondo moderni, frutto del sistema capitalista/imperialista, del suo stadio putrescente.
Donne ridotte in schiavitù quindi non solo "per colpa di un uomo", come riporta l'ANSA, donne ridotte in schiavitù da questo barbaro sistema capitalistico e patriarcalista, che usa le donne come macchine da riproduzione, che vuole figli solo per sfruttarli, che fa della famiglia moderna il puntello della moderna schiavitù domestica, in cui le donne, come scriveva Lenin, "sono soffocate dal lavoro più meschino, più umiliante, più duro, più degradante, più improduttivo... che le relega nell’ambito ristretto della casa e della famiglia, che non può, neanche in minima misura, contribuire allo sviluppo della donna.”
Per questo non c'è riforma legislativa che regga, né misura repressiva che possa arginare questo odio verso le donne! Perché questa giustizia borghese è fatta dagli stessi governi che giudicano niente la vita delle donne e reprimono la loro libertà, la loro ribellione.
Serve la ribellione delle donne, serve l'unità, l'organizzazione delle donne, la lotta/l'ODIO irriducibile delle donne contro gli uomini che odiano le donne, contro lo Stato, il governo, la polizia, i padroni che odiano le donne.
MFPR
27/06/21
On line la registrazione del 2° incontro della formazione rivoluzionaria delle donne; seguirà il 2° quaderno con tutti gli interventi
La becera falsità di Draghi che parla di "promozione dell’uguaglianza di genere" per le donne mentre anche questo governo continua ad essere lo sporco mandante delle atroci violenze che le donne subiscono in Libia
Così il premier Mario Draghi, in un videomessaggio inviato al 'Women Political Leaders Summit 2021'.
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Libia, stuprate e ridotte a schiave del sesso da carcerieri in divisa, con i soldi di Roma
... “Sono rimaste in cinque. Tutte minorenni. Tutte somale. La loro età è nota alla polizia libica. Ma non è certo l’essere poco più che bambine a metterle al riparo dagli stupri dei guardiani foraggiati, equipaggiati e addestrati da Italia e Ue. Anche se ieri Bruxelles ha scaricato le responsabilità su Roma....Gli assalti
sessuali possono avvenire in qualsiasi momento della giornata. L’Associated Press è riuscita a mettersi in contatto con una di loro. Proteggere l’identità delle giovani è un obbligo. L’adolescente sta affrontando il rischio di ritorsioni pur di denunciare gli aguzzini. Ma per i poliziotti-stupratori non sarà difficile, con sole 5 minorenni, punirle indiscriminatamente.
«Una notte di aprile, verso mezzanotte, una ragazza chiese a una guardia di lasciarla andare in bagno. Quando ebbe finito, la guardia l'aggredì. Dopo averla palpeggiata la stuprò mentre lei piangeva. Poiché il poliziotto aveva sporcato il vestito della ragazzina, le ordinò di andare a lavarsi», si legge in un report di alcuni attivisti libici entrati in contatto con le piccole prigioniere. «Ero pietrificata, non sapevo cosa fare - ha raccontato la 16enne somala -. Succede ogni giorno. Se resisti, vieni picchiata e privata di tutto».
“La Libia è stato un inferno. Io sono maledetta, sono proprio maledetta”. Lo ripete più volte, Sabha, originaria della Costa D’Avorio. Dal settembre 2016 alll’aprile 2017 è stata in uno dei centri di detenzione di Sabha: “mi hanno preso e portato in prigione, volevano da me dei soldi. Sono stata lì sette mesi: mi hanno fatto di tutto. Ogni giorno ci prendevano e ci portavano da alcuni uomini per soddisfare le loro voglie. Mi hanno preso da davanti, da dietro, erano così violenti che dopo avevo difficoltà anche a sedermi. Mi filmavano mentre mi violentavano. Mi urinavano addosso. Un giorno mi hanno costretta ad avere un rapporto con un cane e loro mi hanno filmato. Sono maledetta.” La sua testimonianza, raccolta nel Cara di Mineo, fa parte del report La Fabbrica della Tortura, reso noto da Medici per i diritti umani (Medu)
Un recente rapporto pubblicato dall’agenzia Onu per i rifugiati, Unhcr, e dal Mixed Migration Centre (Mmc) del Danish Refugee Council, intitolato “In questo viaggio, a nessuno importa se vivi o muori“riferisce che donne e bambine, ma anche uomini e bambini, sono a rischio elevato di divenire vittime di stupri e violenza sessuale e di genere, in particolare presso check-point e aree di frontiera, e durante le traversate del deserto. Circa il 31% delle persone intervistate dal Mmc che hanno assistito o sono sopravvissute a episodi di violenza sessuale nel 2018 o nel 2019, hanno vissuto tali aggressioni in più di una località. I trafficanti risultano essere stati i primi responsabili di violenza sessuale in Africa settentrionale e orientale, come registrato nel 60% e nel 90% delle testimonianze relative a ciascuna rotta, mentre in Africa occidentale, i principali responsabili di aggressioni sono stati funzionari delle forze di sicurezza, militari o di polizia, avendo commesso un quarto degli abusi denunciati.
Torture, stupri, esseri umani venduti come schiavi, con una commistione criminale tra trafficanti di esseri umani, milizie che hanno il controllo del territorio e funzionari corrotti. Tutto questo è documentato in decine di rapporti. Supportato da inchieste dei più importanti media internazionali. Eppure a Roma, come a Bruxelles, si fa finta di niente. Cambiano i governi, i commissari europei, ma resta l’ossessione dell’”invasione” da fermare. Costi quel che costi. Una invasione “inesistente”, numeri alla mano, quella dei migranti. Eppure i respingimenti continuano. Eppure la guerra alle Ong prosegue, nonostante che al Viminale non ci sia più Salvini ma la più “soft”, nei toni, ma non nella determinazione a guerreggiare con le Ong salvavita ministra Lamorgese. Niente è stato fatto per fermare davvero questa mattanza di esseri umani.
E al Viminale non c’è più Matteo Salvini. E allora, presidente Draghi
fonte https://www.globalist.it/
Nella 2° Formazione Rivoluzionaria delle donne avanza il fronte teorico come comprensione e combattimento
26/06/21
Le giuste lotte non si processano! Precarie e precari Assistenti di Palermo in lotta
Rinviato al 15 dicembre il processo penale contro 25 Assistenti igienico personale specializzati di Palermo, processati per interruzione di pubblica gara.
La sanità in regime capitalistico - Una lettera in ricordo di un'amica e una denuncia in ricordo di ex eroi
Un abbraccio resistente al compagno Ernesto, che al fianco della compagna Margherita, non ha mai smesso di lottare contro sfruttatori e oppressori della classe operaia, contro la repressione, per la rivoluzione nella rivoluzione delle donne proletarie. MFPR
Da Lavoratrici e Lavoratori Slai Cobas sc Palermo/Sicilia
Compagno Dirigente Ernesto resisti e lotta... PIU' FORTE di prima ti aspettiamo per continuare a lottare contro padroni e borghesia sfruttatori e oppressori della classe operaia e proletaria
***
Il compagno di Taranto, dirigente nazionale di proletari comunisti e coordinatore provinciale dello Slai cobas, nella giornata di ieri ha avuto un infarto, ha subito un intervento serio e ora è in terapia intensiva.
Il compagno come sempre, come ogni giorno, anche ieri era pienamente impegnato nella sua attività militante, in particolare nella lotta in corso contro i licenziamenti e repressione, a sostegno dei lavoratori colpiti; una battaglia che vive con intensità ideologica, e fisica, senza risparmiarsi.
Così è stato anche ieri.
Tornerà presto al suo posto di lotta su tutti i fronti
proletari comunisti
slai cobas per il sindacato di classe
Dal G20 di Catania la voce e le immagini delle lavoratrici e delle studentesse in lotta
24/06/21
La marcia in più della formazione rivoluzionaria delle donne compie oggi un altro passo
Per la II Formazione rivoluzionaria delle donne su
Al fianco della nuova combattente, Lucia Marzocca, moglie di Adil
"Mio marito era un combattente ed è rimasto in Italia solo per aiutare i suoi colleghi. Non si può morire in questo modo... Mio marito ha sempre dovuto combattere, fin dal primo giorno che ha messo piede in Italia...".
Nei lager libici stupri e violenze aumentano, Draghi e Ue corresponsabili!
dal quotidiano Avvenire:
Ragazzine somale abusate da mesi, dopo la cattura in mare: due hanno tentato il suicidio. L'Onu conferma: violenza inconcepibile, siano subito rilasciate e protette. Accuse a Italia e Ue
Dalla denuncia di MSF che, a seguito di ripetuti episodi di violenza contro migranti e rifugiati, ha sospeso le sue attività nei centri di detenzione di Al-Mabani e Abu Salim a Tripoli: “Non possiamo continuare a lavorare in luoghi dove le persone sono costrette a fare i turni per sedersi perché vivono in quattro per metro quadro, dove il cibo e l’acqua disponibile non è sufficiente, dove la violenza è sistematica e non risparmia nessuno"
Ma la Commissione Ue propone di rifinanziare la Turchia con 3 miliardi fino al 2024 e sta lavorando ad un accordo analogo con Libia e Tunisia
Questi sono i risultati delle loro politiche: 14.388 persone riportate nei lager, 686 ammazzate (11891 respinti in tutto il 2020, 14388 fino al 19 giugno 2021).
da Avvenire: Libia, l'inferno delle minorenni stuprate dalla polizia
avvenire
Nello Scavo martedì 22 giugno 2021
Ragazzine somale abusate da mesi, dopo la cattura in mare: due hanno tentato il suicidio. L'Onu conferma: violenza inconcepibile, siano subito rilasciate e protette. Accuse a Itala e Ue
Sono rimaste in cinque. Tutte minorenni. Tutte somale. La loro età è nota alla polizia libica. Ma non è