02/04/19

VERONACONTRO - LA MAREA DELLE DONNE CONTRO IL MODERNO MEDIOEVO DI SALVINI E CLERICO FASCISTI - IL RUOLO POSITIVO E NEGATIVO DI NUDM - LA NECESSITA' DI ORGANIZZARE IL FRONTE PROLETARIO E RIVOLUZIONARIO DELLE DONNE


Verona ha mostrato ancora una volta che il movimento delle donne è una grande barriera/frontiera contro il fascismo/razzismo/sessismo. Da quando il governo Lega/M5S si è insediato, con Salvini a capo e i suoi ministri e parlamentari profondamente, visceralmente contro le donne, che pensano, ma si illudono, che ora possono “finalmente” togliere diritti, far tornare ad un moderno medioevo la condizione delle donne, dichiarare senza falsificazioni che le donne devono stare a casa a fare figli in una famiglia sempre più conservatrice, chiusa e violenta, ma anche sempre più povera e frustata, con un maschio legittimato ad uccidere se le donne si ribellano e rompono i rapporti; da quando questo governo è nato, ha trovato la prima grande opposizione proprio nelle donne. “Colpo su colpo”, come abbiamo detto il 24 novembre, ad ogni passo del governo o istituzioni locali, e con momenti di imponente scesa in piazza nazionale del movimento delle donne, che dimostra la sua potenziale forza dirompente.

Questo si è manifestato ancora una volta il 30 marzo a Verona.

Imponente manifestazione, 100mila, molto più dei numeri previsti! Via via - a fronte anche delle esternazioni, di proposte oscenamente brutali dei partecipanti al Congresso di Verona che quasi facevano a gara a chi le lanciava di più reazionarie, fasciste, patriarcali possibili - tali da creare contraddizioni all'interno stesso dell'alleanza di governo, prese di distanza politica, compreso l'annuncio di iniziative alternative a Montecitorio del presidente della Camera -, il disgusto, la rabbia, la necessità, voglia di essere a Verona è cresciuta. Mostrando che è più forte la “marea” di donne che la feccia di capi di governi, ultra clerico-fascisti di Palazzo.

Negli slogan, nei cartelli la denuncia oramai vasta del “moderno medioevo” (termine “inventato” dal Mfpr già da qualche anno fa); la ripresa di parole d'ordini anni '70: “il corpo è mio e lo gestisco io”, “aborto libero per non morire”, "siamo le nipoti delle streghe che non siete riusciti a bruciare"; tanti, anche ironici, contro Salvini, Pillon, Fontana, ecc. ecc.


Il movimento delle donne/NUDM ha confermato di essere capace di organizzare, mobilitare grandissimi numeri; ma anche di compattare, di unificare su una immagine uniforme (il “fucsia dominante” era ben organizzato alla partenza da ogni città). Questo è indubbiamente un merito di Nudm, che mantiene la sua forza, egemonia, rappresentanza del movimento delle donne da più di 2 anni.


Molti cartelli centravano punti importanti di denuncia del congresso mondiale delle famiglie, delle “esternazioni” dei clerico-fascisti, in primis di Salvini correttamente individuato come il vero avallante dell’iniziativa politica, etc. 

Le donne anziane che hanno memoria dei tempi bui dell’aborto clandestino, delle catene di un matrimonio odioso e delle lotte costate per ottenere diritti, come l'aborto, il divorzio, il lavoro, sono molto arrabbiate e preoccupate - il cartello di una signora anziana, a lungo applaudita dal corteo: “non posso muovermi ma sono vicina a voi”, ne era una testimonianza; ma lo sono anche le donne giovani, una giovane mamma ci ha detto: sento l’esigenza di lottare perché non posso accettare l’idea di un ritorno all’indietro, soprattutto per lei, mia figlia: che futuro le lascerei? Come sono arrabbiate le ragazze che in tantissime e attivissime stavano nel corteo.

Ma nella sua maggioranza la manifestazione ha dato un'immagine di movimento più ironico e allegro, più festoso e irridente che ribelle e combattivo. Non poneva la prospettiva del rovesciamento di questo governo e della battaglia fino in fondo contro questo sistema, perchè tutta la vita deve cambiare.
Il lungo corteo era unificato dall'”Amore”- certo, contro la concezione e le politiche di famiglie “naturalmente” oppressive, in cui la legge, i ruoli imposti di marito e moglie, di padre e madre, siano gli unici “sentimenti”; non dal necessario “odio” verso tutti gli oppressori, Stati, governi reazionari borghesi, fascisti, padroni, uomini che odiano le donne, che stanno attaccando tutti gli aspetti strutturali e sovrastrutturali della vita delle donne.
Lo stesso slogan “vergogna”, che tanti hanno ripetuto quando passavano vicino al Palazzo della Gran Guardia dove si svolgeva il Congresso clerico-fascista e dove era concentrata la polizia con autoblindo, ecc., esprime ancora una illusione di contraddizione, tra rappresentanti del Potere borghese e manifestazioni apertamente fasciste, da Stato di polizia, che in realtà non c'è: di cosa dovrebbero “vergognarsi”? Visto che proprio questo governo, questa polizia sono i migliori rappresentanti, fonte del moderno fascismo.

Questo humus della manifestazione è stato “spontaneo” e “imposto” come unificante da Nudm, ed è stato accompagnato anche da organi di stampa interessati a dare un'immagine pacifica del movimento delle donne – vedi Il Manifesto (spesso voce di esponenti di Nudm) che il giorno dopo titolava. “L'amore di Verona”.

Ma questo fa sì che pur molto grande questo movimento non possa avere presa sociale con la maggioranza delle donne, proletarie, più sfruttate e oppresse che ogni giorno si vedono ferite dalla mancanza di lavoro, da un lavoro brutto e povero o sempre più sfibrante, dalla difficoltà di vivere decentemente, dai carichi di lavori familiari, dalla difficoltà di crescere figli, dalle violenze sessuali, dalla mancanza o impossibilità per il loro alto costo di servizi sociali, asili, sanità, ecc., dalla perdita di diritti conquistati in passato, ecc. ecc. e che, per questo, provano odio, rabbia, necessità di fatti.
Un movimento di “maggioranza” che rappresenta invece una minoranza delle donne. Che si impone come “unico movimento” delle donne ma è lontano dalla sofferenza quotidiana delle donne proletarie che sono la maggioranza, che spesso lottano ma che anche in questo movimento sono invisibili. Perchè esso dà espressione e voce alla piccola borghesia, che normalizza un movimento, che invece dovrebbe e potrebbe trasbordare, rompere le “normalizzazioni”, le cristallizzazioni, le ripetizioni del tipo di manifestazioni. In questo modo Nudm vince in piazza, nelle mobilitazioni le battaglie ma non la guerra generale che serve perchè “tutta la vita deve cambiare”.

In questo senso occorre comprendere che apparentemente la direzione del movimento di Nudm è autonomo e critico verso la “sinistra ufficiale” ma la denuncia, le parole d'ordini di  non sono di fatto così differenti da questa “sinistra” nel che fare e che prospettiva di lotta avere - tanto che la stessa polemica/presa di distanza dalla presenza della Cgil è stata sulla forma non sui contenuti riformisti/collaborativi con le politiche dei padroni verso le donne.


Questa “normalizzazione” si è ben vista quando esponenti di Roma e di Verona di Nudm hanno gestito da “pompiere” la zona di piazza Bra vicina al palazzo dove si svolgeva il congresso clerico-fascista sulla famiglia, arrivando a fare un “servizio d'ordine” per impedire che la protesta arrivasse vicino al palazzo, facendo da barriera/ostacolo tra Palazzo/polizia e spezzoni consistenti di manifestanti che volevano andare più in là, non lasciare “tranquilli” i “signori” del Congresso, la polizia che aveva fatta la sua piccola (anche attaccabile all'inizio) “zona rossa”; volevano rispondere come si deve alla squallida provocazione che ad un certo punto alcuni partecipanti al congresso hanno fatto uscendo sulla scalinata del Palazzo a fotografare e con qualcuno anche a fare il saluto fascista.

Una cosa, questa sì vergognosa, che ha lasciato tra il sorpreso e indignato soprattutto ragazze, ragazzi, ma che comunque, nonostante il “servizio d'ordine” si sbracciasse a dire al corteo “avanti, avanti” e incitasse chi si fermava per gridare slogan contro Palazzo e polizia a proseguire, non ha impedito che prima tante, tanti sono riusciti ad arrivare a pochissimi metri dal Palazzo, quasi faccia a faccia con la polizia, resistendo e respingendo l'azione di indietreggiamento fatto invece da Nudm, e poi via via diverse parti del corteo che arrivavano più volte si sono fermate per manifestare la loro protesta.



Le compagne del Mfpr hanno apertamente e direttamente verso le esponenti di Nudm denunciato con forza questo atteggiamento da “barriera” alla giusta protesta; che hanno spiegato alle ragazze che questo dimostrava vera la critica che facciamo, non da oggi, della natura piccolo borghese riformista di coloro che dirigono Nudm e che il riformismo da sempre fa ostacolo ad una vera lotta contro la reazione; che sono rimaste nella piazza del Palazzo del Congressi. Poi insieme alle compagne di “Amazora” hanno gridato slogan, canzoni, parole d'ordini, a cui si sono via via unite molte persone che condividevano; in un altro momento alcune donne ci hanno offerto il loro megafono e ringraziato.

L'Mfpr, pur a “ranghi ridotti”- i costi enormi dei mezzi pubblici, la mancanza di mezzi autorganizzati dal sud da Nudm o da altre realtà di movimento, hanno impedito una partecipazione più larga e necessaria – è stata ben presente in questa grande manifestazione, portando in vari modi – con striscioni, cartelli, foglio, volantini, parole d'ordini, azione nei momenti centrali - la linea e la lotta oggi necessaria contro Salvini/Lega e ogni aspetto contro la vita delle donne del moderno fascismo/sessismo/razzismo, la voce delle donne proletarie, la necessità di un movimento rivoluzionario delle donne. Tante e tanti ci hanno fatto i complimenti per lo striscione, molti e molte lo hanno fotografato. La nostra bandiera era là dove era necessario, contro il Palazzo e polizia.

Emerge sempre più da un lato che il movimento delle donne è appunto una grande barriera/frontiera contro il fascismo/razzismo/sessismo; dall'altro lato che ancora non è visibile, organizzato, agente il settore proletario delle donne, che sono la maggioranza. Organizzare l'”esercito delle donne proletarie” combattivo, chiaro nella sua azione, obiettivi e prospettiva di lotta, con la sua piattaforma che ha portato nello sciopero delle donne l'8 marzo - è oggi, quindi, la battaglia principale 

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