Dietro la maggior parte dei
crimini efferati grandi e piccoli - stupri, bullismo, aggressioni, femminicidi,
ultrà teppisti, malavita - c'è sempre un fascista! organizzato o singolo che
sia, militante o di mentalità che sia, incentivato dalla fase del moderno
fascismo e oggi dall'attuale governo Salvini
Da una lettera di Cristina Obber:
Non chiamiamo «balordi» gli stupratori di Viterbo: sono «criminali»
A
Viterbo un consigliere comunale di
Casa Pound, Francesco Chiriccozzi,
è stato arrestato con un altro miitante, Marco Licci, con l'accusa
di violenza sessuale di gruppo.
Secondo
la polizia i due avrebbero stordito
con dei pugni una donna di 36anni, durante una festa privata
all'interno di un circolo, e l'avrebbero poi stuprata, registrando la violenza con il telefonino.
Con
un post su Facebook la ministra della difesa Elisabetta Trenta ha condannato duramente l'accaduto,
definedo però i due con l'aggettivo «balordi».
Lo stesso aggettivo è stato utilizzato anche dal vice premier Luigi Di Maio.
Dal
vocabolario Treccani leggiamo che balordo
significa «tardo di mente, tonto, sciocco, stupido» ed anche «malvivente,
sbandato, emarginato».
Tra
i sinonimi troviamo «coglione,
idiota, ottuso, ebete».
E
evidente che a parte il termine malvivente
(«che appartiene alla malavita, che chi vive di violenze, furti, rapine»), sostituire balordi a criminali è improprio e se una dichiarazione
arriva da una ministra o da un vice-premier le parole vanno soppesate più che
in una conversazione al bar.
L'aggettivo
balordo non è sinonimo di
criminale, e la violenza sessuale
è un crimine efferato,
è bene ricordarlo sempre per non minimizzarne la gravità.
Se
poi gli autori di tale violenza siano anche ottusi
ed ebeti è irrilevante.
Lo
stupro è un crimine contro la persona
e agirlo in gruppo costiuisce un'aggravante in sede penale, poichè aumentano
sia la violenza fisica che quella psicologica inferta alla vittima, aumentano
sia le lacerazioni interne che l'umiliazione
subita.
Nella
seconda parte del suo post la ministra Trenta definisce i due «bestie», altro aggettivo
improprio (e non occore essere animalisti per capirlo).
La
ferocia della violenza sessuale è umana e vede uniti gli uomini di tutto il
mondo nel riversare la loro rabbia contro le donne, indipendentemente dalla
loro provenienza, la loro religione, la loro appartenenza ideologica.
Ci
stuprano cattolici, musulmani,
induisti. Ci stuprano nei centri sociali come ai raduni
neo-nazisti. Ci stuprano nel Nord, nel Centro e nel Sud di un mondo fondato sul
patriarcato che della forza delle
donne ha paura e cerca in ogni modo di sottometterle.
Lo
tengano a mente tutti quegli esponenti di estrema destra, i loro sostenitori e le loro
sostenitrici, che tanto si riempiono la bocca di slogan contro i migranti che accusano di «venire qui
a stuprare le nostre donne».
Che
si leggano le statistiche sulla
violenza sessuale, che si indignino e riempiano le strade di
cartelloni con le facce dei due
militanti di Casa Pound inchiodati da un filmato (perché alle
donne è difficile credere, lo sa bene chi denuncia la violenza), che scrivano
«Le nostre donne ce le stupriamo da soli»...
Che la smettano
di generalizzare sulla violenza
quando gli autori sono stranieri e che si parli di isolare le mele marce solo
quando sono italiani.
Che
la smettano di strumentalizzare le
violenze per alimentare razzismo, perchè gli ospedali, i centri
antiviolenza e l'Istat ci confermano che nei dati sulla violenza sessuale ci
sono «prima gli italiani»,
appunto.
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