30/04/19

Macché "Balordi", chi stupra le donne è sempre un fascista!



Dietro la maggior parte dei crimini efferati grandi e piccoli - stupri, bullismo, aggressioni, femminicidi, ultrà teppisti, malavita - c'è sempre un fascista! organizzato o singolo che sia, militante o di mentalità che sia, incentivato dalla fase del moderno fascismo e oggi dall'attuale governo Salvini
 
Chiricozzi quando scriveva su Instagram: "Difendi la TUA donna" e "stranieri violentatori"

Da una lettera di Cristina Obber:

Non chiamiamo «balordi» gli stupratori di Viterbo: sono «criminali»


Secondo la polizia i due avrebbero stordito con dei pugni una donna di 36anni, durante una festa privata all'interno di un circolo, e l'avrebbero poi stuprata, registrando la violenza con il telefonino.
Con un post su Facebook la ministra della difesa Elisabetta Trenta ha condannato duramente l'accaduto, definedo però i due con l'aggettivo «balordi». Lo stesso aggettivo è stato utilizzato anche dal vice premier Luigi Di Maio.
Dal vocabolario Treccani leggiamo che balordo significa «tardo di mente, tonto, sciocco, stupido» ed anche «malvivente, sbandato, emarginato».
Tra i sinonimi troviamo «coglione, idiota, ottuso, ebete».
E evidente che a parte il termine malvivente («che appartiene alla malavita, che chi vive di violenze, furti, rapine»), sostituire balordi a criminali è improprio e se una dichiarazione arriva da una ministra o da un vice-premier le parole vanno soppesate più che in una conversazione al bar.
L'aggettivo balordo non è sinonimo di criminale, e la violenza sessuale è un crimine efferato, è bene ricordarlo sempre per non minimizzarne la gravità.
Se poi gli autori di tale violenza siano anche ottusi ed ebeti è irrilevante.
Lo stupro è un crimine contro la persona e agirlo in gruppo costiuisce un'aggravante in sede penale, poichè aumentano sia la violenza fisica che quella psicologica inferta alla vittima, aumentano sia le lacerazioni interne che l'umiliazione subita.
Nella seconda parte del suo post la ministra Trenta definisce i due «bestie», altro aggettivo improprio (e non occore essere animalisti per capirlo).
La ferocia della violenza sessuale è umana e vede uniti gli uomini di tutto il mondo nel riversare la loro rabbia contro le donne, indipendentemente dalla loro provenienza, la loro religione, la loro appartenenza ideologica.
Ci stuprano cattolici, musulmani, induisti. Ci stuprano nei centri sociali come ai raduni neo-nazisti. Ci stuprano nel Nord, nel Centro e nel Sud di un mondo fondato sul patriarcato che della forza delle donne ha paura e cerca in ogni modo di sottometterle.
Lo tengano a mente tutti quegli esponenti di estrema destra, i loro sostenitori e le loro sostenitrici, che tanto si riempiono la bocca di slogan contro i migranti che accusano di «venire qui a stuprare le nostre donne».

Che si leggano le statistiche sulla violenza sessuale, che si indignino e riempiano le strade di cartelloni con le facce dei due militanti di Casa Pound inchiodati da un filmato (perché alle donne è difficile credere, lo sa bene chi denuncia la violenza), che scrivano «Le nostre donne ce le stupriamo da soli»...
Che la smettano di generalizzare sulla violenza quando gli autori sono stranieri e che si parli di isolare le mele marce solo quando sono italiani.
Che la smettano di strumentalizzare le violenze per alimentare razzismo, perchè gli ospedali, i centri antiviolenza e l'Istat ci confermano che nei dati sulla violenza sessuale ci sono «prima gli italiani», appunto.

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