Ma quale rinascita, all’Aquila l’unica
sicurezza è la sepoltura tra 4 mura!
A L’Aquila, 10 anni dopo il
sisma, l’unica popolazione in aumento è quella carceraria.
Il 6 aprile, mentre lo stato commemorava la sua strage e
blaterava di una fantomatica rinascita della città, le compagne anarchiche Anna
Beniamino, Silvia Ruggeri e Agnese Trentin, venivano trasferite alla
chetichella dal carcere di Roma - Rebibbia al carcere dell’Aquila, sezione A.S.2.
Una sezione che, dal
punto di vista “abitativo” è anche peggio di quella femminile in 41 bis, dove
sono recluse, oltre a Nadia Lioce, altre 9 donne: celle
grandi 2 metri
per 2 poste alla fine di un lungo tunnel
sotterraneo, col blindo abbassato e comunque senza la possibilità di
vedere quello che c’è fuori; ora
d’aria in una vasca di cemento 3
metri per 3.
Queste
erano le celle che ospitavano le detenute in 41 bis prima della sentenza Torreggiani del 2013!
Ma anche la “socialità” delle donne ristrette nel
circuito di “Alta sicurezza 2” del
carcere di L’Aquila, un istituto pressoché totalmente maschile ed adibito a 41
bis, è binaria, se non individuale, come nel caso di Nadia Lioce (vedi rapporto
garante detenuti 2016-2018). E anche i colloqui sono sottoposti ad analoghe
restrizioni.
Ebbene, ora quei tuguri sono “riservati” alle donne
detenute in Alta sicurezza, che di fatto sono sottoposte al regime di 41 bis.
Come Arta Kacabuni, con figli
minorenni in Italia, che vi ha scontato 3 anni prima di essere espulsa in
Albania dopo una sentenza di primo grado che la riteneva responsabile di legami
col terrorismo islamico.
Associazione sovversiva, questa
l’accusa che giustificherebbe per queste donne un regime che è un assaggio,
l’anticamera del 41 bis: forte censura, blocco della posta per Silvia, massimo
3 libri in cella, isolamento.
Questo governo fascio-populista ha indicato chiaramente
la rotta da seguire: dopo gli immigrati tocca ai “criminali anarchici e
comunisti”, ai centri sociali, agli antagonisti in generale: tutti in galera e
sotto tortura!
Respingiamo la criminalizzazione associativa di
esperienze di lotta politica e sociale
Solo l’unità e la solidarietà delle lotte può fare muro
contro la repressione di questo stato borghese, fascista, sessista e razzista
Solidarietà con le compagne ed i compagni arrestati!
Rilanciamo una mobilitazione larga e unitaria sotto i
palazzi del potere, sotto il Ministero di Giustizia, in solidarietà con le
prigioniere e i prigionieri rivoluzionari
Per
scrivergli:
Silvia Ruggeri
Anna Beniamino
Agnese Trentin
Via Amiternina 3, Località
Costarelle di Preturo
67100 L’Aquila
Qui un'intervista a Radio Blackout
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