Le compagne del Mfpr, le lavoratrici Slai cobas per il
sindacato di classe, proseguendo il loro sostegno alla battaglia "ROMPIAMO L’ISOLAMENTO: È
IL SILENZIO CHE UCCIDE", faremo nelle cittàin cui siamo, iniziative nei giorni 11-12
maggio. Insieme alla solidarietà, al fianco di Leyla Güven e di tante attiviste
e militanti kurde in sciopero della fame, per la fine dell'isolamento di
Ocalan, contro le condizioni di detenzione/tortura nelle carceri di tanti
prigionieri politici, per la loro liberazione, nelle mobilitazioni denunceremo
il ruolo complice del nostro imperialismo, dello Stato e governo Italiano,
compreso quello attuale sempre più sostenitore dello Stato fascista turco
dell'assassino Erdogan.
Movimento femminista proletario
rivoluzionario
Il
24/04/2019 20.39, UIKI Onlus ha scritto:
Care e cari,
per quanto riguarda gli
scioperi della fame, siamo in un periodo veramente critico.
È urgente più che mai fare
sentire la propria voce, dare visibilità a questa lotta, con i mille colori dei
movimenti di cui facciamo parte.
Qui di seguito un appello
alla mobilitazione per i giorni 11-12 maggio, fermo restando che la
mobilitazione non si riduce a quella data soltanto.
L’appello esce in maniera
congiunta da parte di Rete jin, Uiki, Retekurdistan, ed ex combattenti ypg-ypj,
con l’intento di allargare quanto più possibile, nel rispetto dei diversi tipi
di iniziative che potranno essere attuati.
Si chiede dunque di
organizzare attività specificatamente per quella data, e di diffondere
l’appello il più possibile, cercando adesioni di gruppi o associazioni che
conosciamo.
ROMPIAMO L’ISOLAMENTO: È IL
SILENZIO CHE UCCIDE
11-12 maggio con i 7000 in sciopero della fame
In questo momento è in corso
uno sciopero della fame di massa: nelle carceri della Turchia e non solo circa
7000 persone si trovano in sciopero della fame a tempo indeterminato, 8
persone hanno già posto fine alla loro vita per protesta, 7 delle quali in
carcere. La richiesta è la fine dell’isolamento di Abdullah Öcalan:
sequestrato in Kenia a seguito di un complotto internazionale nel febbraio del
1999, dall’aprile 2015 si trova in isolamento totale nell’isola prigione di
Imrali. Questo isolamento è una tortura, una violazione dei diritti umani e
delle leggi internazionali e nazionali.
La prima a iniziare lo sciopero
della fame per rompere l’isolamento è stata una donna: Leyla Güven, deputata
dell’HDP, in sciopero dal 7 novembre 2018; a lei dal mese di dicembre 2018 in avanti si sono
unit* 14 attivist* curd* a Strasburgo, militanti in Iraq, Regno Unito, Canada,
Germania, Francia. A partire dal 21 marzo, giorno del Newroz (capodanno curdo),
Erol Aydemir, un giovane rifugiato curdo, ha iniziato lo stesso sciopero della
fame a tempo indeterminato a Cagliari e prosegue la sua resistenza nel Centro
Socio-Culturale Curdo Ararat a Roma.
All’interno del conflitto in
Mesopotamia, Öcalan è una voce coerente che chiede la pace; Leyla Güven, la
donna che diede inizio a questa protesta, dichiarò: “le politiche di Isolamento
verso Öcalan sono imposte su un popolo intero attraverso la sua persona”.
Isolare Öcalan significa
isolare colui che ha dato origine e forza al movimento di liberazione curdo, e
quindi si tratta di un attacco al movimento di liberazione tutto. Isolare Öcalan
significa isolare colui che ha ideato il confederalismo democratico, e quindi
significa allontanare queste idee da chi in tutto il mondo le vuole mettere in
pratica. Significa anche un attacco diretto alla rivoluzione del Rojava, sotto
la costante minaccia delle potenze regionali e globali. Portare solidarietà a
questa protesta significa combattere il fascismo di Erdoğan, significa porre le
basi per costruire assieme un’alternativa sociale e globale al fascismo. Öcalan
considera essenziale la liberazione della donna per la liberazione della
società, essere solidali con questa lotta significa anche schierarsi
attivamente per la liberazione delle donne e dei generi oppressi.
Ricordiamo che questo movimento di protesta e resistenza è iniziato da una
donna!
Per questo, lo sciopero della
fame iniziato da Leyla Güven ci riguarda tutte e tutti: invitiamo tutte e
tutti a una giornata di azione nazionale l’11-12 maggio. Invitiamo ciascun
collettivo, gruppo, associazione, struttura, persona ecc... a prendere parola
con i mezzi e modi che più considera adatti. I coinvolgimenti anche sul
nostro territorio non mancano: la Turchia di Erdogan riceve fondi dall’Unione
Europea per tenere lontani i migranti siriani; la Turchia si addestra nelle
nostre stesse basi e acquista armi della Finmeccanica/Leonardo. I nostri media
sono in silenzio – ma come si può rimanere in silenzio di fronte a 7000 persone
in sciopero della fame a oltranza? Il CPT (Comitato europeo per la Prevenzione
della Tortura) non interviene concretamente, né lo fanno le istituzioni
nazionali ed europee. Addirittura Amnesty International, che si proclama così
indipendente e in difesa dei diritti umani, resta in silenzio.
L’Italia inoltre sta mettendo
sotto accusa coloro che hanno sostenuto attivamente la rivoluzione; tra Torino
e Nuoro sei persone rischiano la misura di sorveglianza speciale (che comporta
una grave limitazione delle libertà personali, prima tra tutte quella di
movimento e di riunione) in quanto soggetti socialmente pericolosi, non perché
hanno commesso crimini ma perché hanno pubblicamente dichiarato la loro
partecipazione e sostegno alla rivoluzione siriana. Questo però non è solo il
paese che vende elicotteri da guerra alla Turchia e mette sotto processo la
solidarietà internazionale, è anche il Paese d’origine di Lorenzo Orsetti,
partigiano d’oggi che per la rivoluzione confederale in Siria ha combattuto
fino al 18 marzo, giorno in cui è caduto insieme ai suoi compagni in una delle
ultime battaglie contro l’ISIS. Ascoltare e diffondere la voce di chi è in
sciopero oggi è uno dei tanti modi con cui vogliamo prenderci la responsabilità
della sua memoria e dell’importante compito per cui ha vissuto e che oggi ci ha
lasciato; sentire che ogni popolo che lotta per la libertà è il nostro popolo, scegliere
da che parte stare ovunque ci troviamo.
La forma con cui aderire
alla giornata dipenderà dalla fantasia di chi vive le realtà locali e da cosa
ciascun gruppo considererà più efficace. Dibattiti, striscioni, foto… chi più
ne ha più ne metta!
Inoltre vorremmo che l’11
maggio non fosse una data isolata ma chiediamo che si arrivi a quel giorno con
un crescendo di iniziative e di prese di posizione. Tra queste, alcune iniziative sono già iniziate, tra cui
per esempio lo sciopero della fame a staffetta,
a cui partecipano donne e uomini in tutta Italia e nell’ambito della quale è
nata un’importante iniziativa collettiva a Firenze il 23 e 24 aprile;
e la campagna #7000ControLisolamento,
che invita ad appendere striscioni o cartelli visibili in solidarietà con lo
sciopero della fame. Vi invitiamo a partecipare ad entrambe o comunque a darne
visibilità, ad andare a visitare Erol in sciopero della fame a Roma; a
continuare fino all’11 e oltre, a fare pressione sulle istituzioni perché si
prenda posizione; ad informare, a evidenziare contraddizioni, ad essere
visibili in ogni modo.
La lotta di Leyla Güven è la
nostra lotta:
ROMPIAMO L’ISOLAMENTO!
Rete jin
Uiki Onlus
Retekurdistan Italia
ex-combattenti YPG/YPJ
Per adesioni scrivere a
entrambi gli indirizzi:
UIKI
Onlus
Ufficio
d’Informazione del Kurdistan in Italia
Via
Ricasoli 16, 00185 Roma, Italia
Tel.
: +39 06 64 87 11 76
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