18/04/19

La violenza dello stato ci riguarda tutte! No al 41 bis per Nadia Lioce, fuori tutte le compagne dalla tomba del carcere aquilano!



Da Osservatorio repressione

Da ormai più di una settimana Silvia, Agnese e Anna, sono state trasferite dalla sezione AS2 (Alta Sicurezza) del carcere di Rebibbia a quella dell’Aquila. Un carcere, quello del capoluogo abruzzese, in cui la quasi totalità della popolazione carceraria è sottoposta al 41 bis. Un regime di carcere duro che prevede l’isolamento 23 ore al giorno, la riduzione delle ore d’aria, l’impossibilità di cucinare in cella, dove l’ingresso della luce è limitato dalla presenza di pannelli opachi di plexiglass, dove c’è una sola ora di colloquio con i familiari che per di più avviene attraverso vetri divisori senza la possibilità di alcun contatto. Non si ha inoltre la possibilità di tenere più di quattro libri in cella, la corrispondenza è sempre sottoposta a censura, è impossibile partecipare ai processi se non attraverso la videoconferenza. Nelle carceri dove è presente il 41 bis, l’ombra di questo regime si estende ben al di là di queste sezioni andando a modificare le condizioni di detenzione del resto dei prigionieri.
Silvia, Agnese e Anna si trovano quindi in celle singole, con i blindi chiusi, nello spazio che era la vecchia sezione 41bis femminile. La loro giornata è scandita da una sveglia alle 7 con l’apertura dello spioncino, alle 8 le guardie passano a battere le sbarre delle finestre per testarne la resistenza, hanno due ore d’aria al mattino e due al pomeriggio. Ogni spostamento da fuori a dentro la cella è cadenzato da un controllo con il metal detector, vengono scansionate in media 12 volte al dì, inoltre ogni giorno subiscono una perquisizione generale personale. Hanno una sola ora di socialità in una stanzetta angusta. Le loro celle sono attrezzate con televisione e bagno, ma non hanno un armadio per riporre vestiti, cibo, libri e oggetti. Hanno in dotazione un armadietto fuori dalla cella in cui possono riporre al massimo 7 capi di ogni tipo di vestiario, quando rimuovono o posano qualcosa viene controllato e ricontato ciò che rimane. In cella possono tenere solo tre libri. Le loro radio sono state piombate, nella televisioni presenti nelle celle è stata oscurato l’orario dal monitor della tv. E’ praticamente impossibile avere cognizione di che ora sia. Le secondine che le sorvegliano sono del corpo dei Gom, donne abbruttite dell’organo speciale di picchiatori della penitenziaria. Le compagne in poco più di una settimana hanno preso nove richiami disciplinari. Una di loro ha appoggiato un piede sul muro della saletta della socialità, un’altra è uscita all’aria con una penna.
Il carcere ha disposto sin da subito il blocco della posta per tutte e tre in entrata e in uscita. Ad oggi rimane in vigore solo per Silvia, dal giorno del loro trasferimento, sabato 6 aprile, si è vista recidere quel filo – già fino per colpa della censura – di comunicazioni fatto di lettere, telegrammi e pieghi libri con fuori. Legame che è fondamentale per infrangere l’isolamento a cui il carcere costringe, ancor più in una sezione di AS2 in cui ci sono quattro prigioniere.
Qualche giorno fa Agnese, in videoconferenza dal carcere aquilano durante un’udienza del processo per la manifestazione al Brennero, ha descritto le condizioni a cui sono sottoposte definendo la sezione As2 come una tomba.
Anche lo strumento della videoconferenza si sta sempre più estendendo a diverse tipologie di prigionieri. Inizialmente riservata solo ai detenuti in 41 bis, per cui è automatica, è stata poi applicata a quelli accusati di terrorismo e quindi a tutti quelli considerati pericolosi, indipendentemente dai reati contestati durante i processi. Uno strumento particolarmente pesante, quello della videoconferenza, che oltre a rendere più difficoltosa la difesa legale e limitare la possibilità di fare dichiarazioni in aula, toglie a chi è detenuto la possibilità di incontrare, seppur in un’aula di tribunale, qualche faccia amica e rompere la routine carceraria.
Passando a faccende più strettamente giudiziarie, ci sembra importante sottolineare le ragioni per cui i compagni arrestati nell’ambito dell’operazione Scintilla rimangono ancora in carcere. Caduta l’associazione sovversiva, Beppe e Antonio restano in carcere per la pubblicazione dell’opuscolo “I cieli bruciano”. Trattandosi di un elenco di soggetti, responsabili a vario titolo dell’esistenza degli allora Cie, rivolto a un’area come quella anarchica che è lecito attendersi ne faccia cattivo uso, il solo fatto di pubblicarlo giustifica per il giudice del Riesame questo capo d’imputazione. A questo si aggiunge il diniego degli arresti domiciliari perché il curriculum dei due compagni rende molto probabile il rischio di una recidiva. Silvia resta invece in carcere perché il suo profilo antropometrico, rispetto andatura, statura e corporatura, risulta compatibile con quello della persona ripresa dalle telecamere mentre deposita una tanica di liquido infiammabile davanti a una sede delle Poste Italiane. Una disciplina, quella antropometrica, destinata a diventare una stampella sempre più importante nei prossimi tempi per il lavoro investigativo e su cui sarà certamente il caso di tornare, con riflessioni e approfondimenti più precisi. Concludiamo questo aggiornamento di novelle tribunalizie ricordando che ai tre compagni è stata confermata la censura sulla corrispondenza, le ragioni per il giudice sono da attribuire all’ampia e duratura solidarietà sviluppatasi a partire dai loro arresti e dalla sgombero dell’Asilo.
Intanto è urgente trovare il modo per spezzare l’isolamento, a cui soprattutto Silvia è sottoposta, un modo per scalfire la brutalità del carcere.
Per scrivere alle compagne detenute nel carcere dell’Aquila:

Silvia Ruggeri
Anna Beniamino
Agnese Trentin
Via Amiternina 3
Località Costarelle di Preturo
67100
L’Aquila

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Silvia è stata arrestata nell’operazione Scintilla a Torino in seguito lo sgombero asilo, Agnese arrestata per l’operazione Renata a Trento, Anna era già a rebibbia per l’operazione scripta manent, erano tutte e 3 in As2 a Rebibbia e sono state trasferite a l’Aquila dove c’è il 41bis femminile e dove è rinchiusa Nadia Desdemona Lioce. Loro sono in As2 ma tutto il carcere subisce chi più chi meno un trattamento simile al 41bis. Un carcere lager  dove le detenute in 41 bis vengono sanzionate anche solo se salutano dicendo “ciao” a detenute di gruppi diversi . Sono in condizione di assoluto silenzio e annientamento . 

Ultime Notizie da L’’Aquila:

Perquisizioni ai parenti minuziose, tunnel sotterraneo per arrivare alla sala colloqui.
Sono in celle singole, Silvia di fronte ad Agnese, Anna di fronte alla detenuta islamica. 2h d’aria la mattina e 2 il pomeriggio, 1h di socialità. La ragazza convertita ha fatto richiesta alla direzione di non fare più l’aria insieme a loro per incompatibilità in quanto blasfeme (bestemmiano!).
Hanno un armadietto fuori dalla cella in cui tengono vestiario e cose varie. Hanno 7 capi di vestiario per capo massimo, vengono controllate e ricontate tutte le cose ogni volta che prendono qualcosa.
Hanno perquisizioni personali quotidiane, le passano il metal detector ogni uscita e entrata dalla cella, parlavano di 12 volte al giorno.
Dicono che i ritmi sono frenetici perché ogni cosa deve essere comunicata, è tutto macchinoso e si arriva a fine giornata che sembra che si è fatto molto ma in realtà non si è fatto niente. Anche le ore d’aria sono vuote perché sono in un passeggio.
Hanno tv e bagno in cella. Non hanno il frigo ma borse frigo. Pranzano insieme e la sera hanno scelto di rientrare in cella per cenare.
Il cibo fa schifo, Anna e Agnese hanno chiesto il vitto vegetariano e le passano quello hallal che fa comunque schifo.
Hanno la sveglia alle 7 con l’apertura dello spioncino, alle 8 passano a battere sulle sbarre.
Anna e Agnese stanno ricevendo varia posta arretrata, Silvia non ha ricevuto nulla, ha il blocco totale della posta (conferma che non è stato scalato l’importo dei telegrammi inviati alla mamma, a Nicco e a gabrio in cui diceva che era stata trasferita), i libri sono entrati ma devono passare alla censura, ha detto di sentirsi in una bolla, sono isolatissime.
Silvia ha detto che erano meglio le Vallette.
Hanno piombato le radio e la sveglia che solo Anna ha, è stata messa in una posizione visibile anche a Silvia (unico modo che ha di sapere che ora è), hanno anche oscurato l’orario sul monitor della tv. Stanno pensando ad un resoconto scritto comune del trasferimento e delle condizioni in cui sono.
Le secondine sono del GOM, gruppo operativo mobile, sembrano picchiatrici, sono imbruttite (aneddoto: una di loro parlando del suo lavoro ha detto “io sono in carcere da 20 anni”).
Hanno preso 9 richiami disciplinari, Agnese 4, Anna 3, Silvia 2, per fatti di tenore bassissimo (es. Anna ha poggiato il piede al muro della saletta socialità, Agnese è uscita all’aria con una penna, ecc..). Un
Sono stati versati soldi.
Sono nell’ex41 bis, e hanno detto tutte e che le modalità di trattamento sono quelle del regime 41 bis.

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