In questi giorni su FB, un uomo commentava la notizia del femminicidio di Ester Pasqualoni in questo modo:
- "ho degli amici che hanno figlie sposate /conviventi con personaggi delle forze dell'ordine che maltrattano le proprie donne. Volevo aiutare questi miei amici denunciando le persone che maltrattano le proprie donne ma mi hanno implorato di non farlo (minacce ,tanto io posso fare quello che voglio,ecc )"
E sempre in questi giorni il corriere del veneto pubblica la notizia dell'ennesima donna stuprata dal degno servo di questo Stato di polizia: Dino Maglio, il carabiniere stupratore seriale
Carabiniere e stupratore di notte
Salgono a 16 le vittime di Maglio
Chiusa l’inchiesta-bis: il militare minacciava le giovani che parlavano male di lui
PADOVA Quando
nell’aprile 2014 la squadra Mobile aveva bussato alla porta del suo
appartamento all’Arcella, si pensava fosse un caso isolato. Nessuno
poteva pensare che Dino Maglio, 38 anni ora, all’epoca carabiniere a
Teolo, facesse rima con l’accusa di essere un violentatore seriale,
nonostante la denuncia di una diciassettenne australiana che prima di
tornare dall’altra parte del mondo aveva raccontato in questura di
essere stata drogata e stuprata dall’uomo che ospitava lei e la madre a
Padova.
Da quel giorno, il
diluvio. La denuncia della diciassettenne australiana che diventa una
condanna a sei anni e mezzo e altre quattordici ragazze, tutte ospitate
dal carabiniere che prendono coraggio e raccontano di essere state
abusate da lui. Un’inchiesta arrivata al capolinea, con il pm Giorgio
Falcone che nei giorni scorsi ha firmato la richiesta di rinvio a
giudizio per Maglio, oggi ai domiciliari a Tricase, Lecce. Violenza
sessuale aggravata, stato di incapacità procurato mediante violenza e
concussione le accuse che potrebbero portare di nuovo a processo il
militare dell’Arma, contro cui anche i vertici dei carabinieri hanno
fatto causa per danno d’immagine davanti alla Corte dei Conti.
Fatti, quelli
racchiusi nella nuova richiesta di rinvio a giudizio, che vanno da marzo
2013 a marzo 2014, ben prima che il velo sulla doppia vita di Dino
Maglio venisse squarciato dalla denuncia della diciassettenne
australiana, il 17 marzo 2014. La nuova inchiesta racconta che nella
rete del carabiniere - oltre alla studentessa australiana e a una
ragazza americana che aveva denunciato le violenze alla polizia
londinese di Scotland Yard - erano cadute giovani polacche, canadesi,
portoghesi, ceche, tedesche, statunitensi e di Hong Kong che su
Couchsourfing.com, la piattaforma web di affitto-camere, si erano fidate
di «quel» Leonardo che offriva il suo appartamento all’Arcella a quante
cercassero una stanza dove dormire durante il soggiorno a Padova e in
Veneto.
L’impressione all’inizio era
buona e veniva rafforzata dal tesserino da carabiniere che Maglio
mostrava alle sue ospiti per rassicurarle. Un clichè comune ad ogni
denuncia, come comune era l’epilogo del loro soggiorno. Il carabiniere
che preparava la cena e offriva alle ragazze il suo vino speciale (un
mix di alcol e Tavor) per stordirle e abusare di loro. Accuse diventate
il cardine dell’inchiesta bis e dei diciassette capi d’imputazione da
cui il militare dovrà difendersi di fronte al giudice. Quattro gli
stupri accertati dal racconto delle vittime mentre dieci ragazze non
hanno saputo dire nulla di quanto successo dopo aver bevuto il vino
offerto dal padrone di casa: una dimenticanza che comunque non ha
giocato da salvacondotto per Maglio che per questi episodi è accusato di
riduzione in stato di capacità delle dieci giovani.
Su di lui anche l’accusa
di concussione. In tre occasioni «in qualità di appartenente all’Arma
dei carabinieri», scrive il pm Falcone nella richiesta di rinvio a
giudizio, Maglio aveva ordinato alle sue ospiti di cancellare i commenti
negativi su di lui postati su Couchsurfing. Se non lo avessero fatto
lui, da carabiniere, le aveva minacciate che«avrebbe potuto raccogliere
informazioni tramite i dati del passaporto e del cellulare, denunciando e
creando problemi in tutta Europa, in caso di controlli di polizia».
Accuse da cui Maglio si è sempre difeso raccontando agli agenti della
Mobile e al magistrato che le ragazze erano sempre state consenzienti e
lui non aveva mai violentato nessuna delle sue ospiti. A smentirlo però
le indagini della procura, della polizia, il racconto di una giovane
australiana e, prima di lei, quello di una studentessa americana. Dopo
di loro, altre quattordici ragazze.
21 giugno 2017
Nessun commento:
Posta un commento