Uno degli 'eroi' dell'attentato di Nizza, premiati dalla città per
il coraggio dimostrato nel tentare di fermare il camion guidato dal
terrorista Mohamed Lahouaiej Bouhlel, è finito dietro le sbarre per
violenze contro la sua ex compagna e il datore di lavoro di lei. Lo
rivela il quotidiano locale Nice Matin. L'uomo, il ventisettenne Gwenael
Leriche, è accusato di essersi recato domenica 7 agosto nel bar
ristorante in cui lavora l'ex compagna, dalla quale ha un figlio, e di
aver «esercitato violenza» su di lei e sul gestore del locale.
Finito in tribunale per direttissima, ha chiesto un rinvio per poter preparare la propria difesa. Il giudice ha accettato di fissare la sua udienza al 12 settembre, ma ha deciso di farlo restare in prigione per pericolo di reiterazione del reato. Leriche è infatti recidivo: era già stato condannato nel 2014 sempre per violenze contro l'ex compagna, ma aveva beneficiato di una sospensione della pena.
Oggi si difende evocando proprio le conseguenze psicologiche di quanto vissuto il 14 luglio, spiegando di non aver dormito per quindici giorni, di essere in permesso malattia dal lavoro e di aver visto peggiorare i suoi problemi con l'alcool. E nel momento in cui gli agenti di servizio in tribunale lo hanno preso per ricondurlo in carcere, ha urlato di aver bisogno di «uno psicologo, non della prigione», lanciandosi andare poi in pesanti insulti verso la sua ex.
Finito in tribunale per direttissima, ha chiesto un rinvio per poter preparare la propria difesa. Il giudice ha accettato di fissare la sua udienza al 12 settembre, ma ha deciso di farlo restare in prigione per pericolo di reiterazione del reato. Leriche è infatti recidivo: era già stato condannato nel 2014 sempre per violenze contro l'ex compagna, ma aveva beneficiato di una sospensione della pena.
Oggi si difende evocando proprio le conseguenze psicologiche di quanto vissuto il 14 luglio, spiegando di non aver dormito per quindici giorni, di essere in permesso malattia dal lavoro e di aver visto peggiorare i suoi problemi con l'alcool. E nel momento in cui gli agenti di servizio in tribunale lo hanno preso per ricondurlo in carcere, ha urlato di aver bisogno di «uno psicologo, non della prigione», lanciandosi andare poi in pesanti insulti verso la sua ex.
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