Sono indagate per quanto avvenuto a un corteo dello scorso novembre
“C’è chi il fango lo getta via e chi lo rigetta sopra. Più ce ne scaricate più ve ne sarà restituito durante la marcia regionale del 17 giugno”.
dal CUA di Bologna
PRIORITÀ (RI)GETTATE NEL FANGO
Mentre la pioggia continua a sgorgare senza freni sulla nostra regione, mentre i danni causati da questa crisi continuano a sommarsi disastrosamente, mentre continuiamo a spalare via il fango con cui ci hanno sommerse, le priorità del ministero degli interni si confermano chiare: rigettare per l’ennesima volta l’istanza di ricorso sull’obbligo di firma delle 12 studentesse sotto cautelari da più di 4 mesi.
È evidente che ci troviamo davanti a un governo che si muove su binari non solo indifferenti alla fame e alla distruzione che produce, ma del tutto contrari a qualsiasi possibilità di vita dentro questo letamaio. Un governo che mentre le nostre case sono distrutte continua a spendere miliardi per finanziare la guerra, un governo che invece di impiegare forza pubblica per aiuti concreti alle popolazioni alluvionate promuove esercitazioni militari, un governo che mentre ci si organizza per gettare via il fango con cui ha sommerso le nostre vite, ce lo rigetta addosso con la stessa nonchalance con cui rigetta i nostri ricorsi.
La questura e i tribunali della città di Bologna oggi rasentano la meschinità più viscida, dato che in più di un mese di alluvione le uniche azioni concrete che hanno promosso sono state: lo sgombero dell’occupazione ecologista di via Agucchi letteralmente sotto fiumi di pioggia, lo sgombero dell’occupazione trasfemminista della Vivaia neanche due settimana dopo che 14 persone avevano perso la vita a pochi passi da noi, l’impuntarsi sulla continuazione di 12 misure cautelari senza riuscire ad articolare alcuna motivazione nell’istanza di rigetto.
Cautelari emesse per cosa? Per aver sanzionato un supermercato con della vernice, quando da 4 settimane le nostre vite sono costantemente sanzionato da bombe d’acqua e fango.
Lo abbiamo già detto, we are not fucking angels. Siamo la generazione che da più di cinque anni protesta contro la cementificazione dei territori, per dire che l’emergenza climatica esiste, che va fermata subito e che vanno fermati i suoi responsabili, la generazione che sanziona, che occupa, che trasgredisce. Quella stessa generazione che però conosce bene il valore della solidarietà, e che davanti alle emergenze si rimbocca le maniche per aiutare, per distruggere l’individualismo, per creare percorso politico capace di immaginare mondi nuovi.
Si sa, c’è chi il fango lo getta via e chi lo rigetta sopra. Ma tranquilli: più ce ne scaricate e più ve ne sarà restituito durante la marcia regionale del 17 giugno.
Ora più che mai, FERMIAMOLI!
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