02/11/21

Nelle lotte delle lavoratrici portare la piattaforma delle donne - Dalle Assemblee nazionali donne/lavoratrici

Noi abbiamo posto una piattaforma, come diciamo, a 360°, perché rappresenta l’insieme dell’attacco verso le donne. Il nostro scopo non è però quello di migliorare, trovare soluzioni per questo sistema sociale che invece vogliamo rovesciare, perché è un sistema marcio, che ogni giorno di più scarica crisi e pandemie sulla gente. La piattaforma è interna a questa battaglia. Parla di lavoro, parla di reddito, di condizione di lavoro, punta sì ad ottenere dei risultati concreti ma in una prospettiva che vuole attraverso queste lotte essere più forti, più organizzate e più unite nella lotta per mettere fine a questo sistema.
Sui punti della piattaforma. La prima questione è il lavoro, perché l’indipendenza economica delle donne dall'uomo, dalla famiglia è una condizione di base per poter avanzare, poter lottare; in questo periodo particolare in cui i padroni, gli stessi Enti pubblici, nel licenziare, nel peggiorare le condizioni di lavoro affermano nei fatti: ”prima di tutto le donne”, noi dobbiamo rovesciare questa situazione e dire invece “il lavoro prima di tutto alle donne”. Nei settori della sanità, della scuola in cui c'è un enorme carenza di lavoratrici e lavoratori, dobbiamo batterci perché ci siano massicce assunzioni, così come ci sia una legge straordinaria che dica che tutte quelle che hanno perso il lavoro per questa pandemia devono essere assunte nelle attività pubbliche, nei servizi degli appalti pubblici. Non vogliamo invece interventi che di fatto sono di conciliazione tra lavoro e casa, come lo smart working. 
Nella piattaforma c'è la questione del salario sia rispetto ai contratti collettivi nazionali, sia del salario garantito per le donne che non trovano lavoro e sono costrette a stare in casa, o che sono state licenziate, queste lavoratrici devono avere un reddito; c'è il problema della lotta contro le discriminazioni per il lavoro e sul lavoro; non ci deve essere nessuna divisione, nessuna discriminazione legata allo stato familiare, alla maternità, al genere, alla razza; c'è il problema delle condizioni di lavoro, per cui oggi centrali sono le misure di sicurezza; a questo sono legate anche le battaglie per la riduzione dell’orario di lavoro, per l’aumento delle pause, la riduzione dei carichi di lavoro, perché anche questo è difesa della salute; l'altra questione riguarda le condizioni igieniche e la difesa della salute negli ambienti di lavoro anche al di là del covid - per esempio a Palermo nella scuola hanno fatto già una battaglia con un buon risultato contro il fatto che i bagni erano lontani dalla postazione lavorativa.
Pensiamo alle braccianti, alle lavoratrici sia immigrate sia italiane che vengono ipersfruttate nelle campagne o nelle aziende agricole, quanto è importante per loro la questione dei servizi igienici nelle campagne; è una questione anche di dignità per le lavoratrici che sono costrette ad andare dietro l'albero per poter fare una pipì. 
In agricoltura, ma anche in tanti posti di lavoro, è importante il problema della parità contrattuale con gli uomini perché le lavoratrici prendono ancora meno del salario misero che prendono gli uomini; in agricoltura inoltre c'è il problema grosso delle violenze, abusi sessuali, ecco su questo noi diciamo con la piattaforma: non bastano le denunce, ci vogliono delle “delegate sul campo”, decise dalle lavoratrici, che abbiano questo compito in più, di controllare, di impedire, di avere le antenne allertate contro i porci caporali o i porci padroni. Assumiamo poi tutte le rivendicazioni delle migranti per quanto riguarda case vicino al posto di lavoro, permessi di soggiorno, di residenza, nessuna persecuzione delle prostitute, diritto di tutte ai documenti, ai servizi sociali sanitari, al salario garantito. 
Sul lavoro di riproduzione - che non è affatto un fatto privato ma l'altra faccia della produzione per il profitto, senza riproduzione i padroni non avrebbero la forza-lavoro da sfruttare - noi dobbiamo porre il problema della socializzazione dei servizi domestici essenziali, cosa possibilissima che però questo sistema scarica tutto sulle donne.
C'è tutta la questione della lotta contro le violenze sessuali in cui noi poniamo: l'allontanamento dai luoghi di lavoro di capi, padroni responsabili di molestie, ricatti sessuali, atteggiamenti sessisti; il divieto di permanenza in casa per gli uomini violenti; case per le donne; consultori laici gestiti dalle donne; procedura d’urgenza nei processi per stupro, stalking e molestie sessuali, femminicidi,  repressione degli atteggiamenti macisti e chiusura dei loro ritrovi. Ecc. ecc.

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