Un anno e un mese di carcere è la condanna che
il Tribunale di Torino ha inflitto alla 75nne Nicoletta Dosio, storica
attivista del Movimento No Tav della valle di Susa, processata per il
reato di evasione. Fra il novembre e il dicembre del 2016, la donna,
come forma di protesta, non rispettò la misura cautelare degli arresti
domiciliari nella sua abitazione di Bussoleno e partecipò a numerose
iniziative ed eventi pubblici in diverse località del Piemonte e del
resto d'Italia.
La procura di Torino inizialmente le aveva
contestato 130 evasioni avvenute dal 4 novembre al 20 dicembre ma, al
termine del processo, lo stesso rappresentante della pubblica accusa ha
ridotto i casi a due. "Il numero 130 - hanno sottolineato i difensori
della Dosio, gli avvocati Valentina Colletta ed Emanuele D'Amico - va
riferito, in realtà, ai controlli delle forze dell'ordine. La condotta,
semmai, è unica. Nicoletta peraltro non è mai scappata e non si è mai
sottratta alla giustizia: ha sempre reso pubblici i suoi spostamenti. Lo
stesso procuratore capo dell'epoca, Armando Spataro, nel corso del
procedimento prese atto del carattere politico della presa di posizione
della nostra assistita e parlò di 'innocuità della condotta' ".
"Rivendico tutto quello che ho fatto. Se sono
pronta a rifarlo? Io sono sempre io". E il commento di Nicoletta Dosio,
75 anni, di Bussoleno, storica attivista No Tav della valle di Susa,
subito dopo la sentenza
La donna, insegnante di greco in pensione, nel
2020 - a seguito di una condanna definitiva per un altro procedimento -
era stata portata in carcere dopo aver rifiutato qualsiasi misura
alternativa. Per un altro episodio rubricato come evasione, risalente al
3 novembre 2016, è stata condannata in appello a 8 mesi. Il 21 giugno
2016 la Dosio fu sottoposta all'obbligo di presentazione alle forze di
polizia in qualità di indagata per un episodio avvenuto nel corso di una
manifestazione nei pressi del cantiere della Tav in Valle Susa, e
subito annunciò che per protesta non avrebbe rispettato la disposizione.
A settembre le furono imposti i domiciliari, ma
cominciò a partecipare a eventi iniziative pubbliche in diverse località
italiane. Il 3 novembre, durante un presidio No Tav davanti al
Palagiustizia di Torino, fu bloccata dalla polizia. Il caso al vaglio
del processo terminato oggi si riferisce a quanto avvenuto nel periodo
compreso tra il 4 novembre e il 20 dicembre.
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