Ridotta a metà la pena, solo perchè l'assassino era "turbato" dopo aver ucciso la donna.
I "turbamenti" di un uomo valgono di più della vita di una donna! Che viene "uccisa" per la seconda volta dallo Stato.
ORA IL 25 NOVEMBRE NON CI VENISSERO GOVERNO, ISTITUZIONI, PARTITI PARLAMENTARI A SOLLEVARE "LAMENTI" SULLE MORTI DELLE DONNE.
NE A QUESTO STATO, QUESTI GOVERNI POSSIAMO CHIEDERE GIUSTIZIA!
L'UNICA GIUSTIZIA E' QUELLA DELLA LOTTA DELLE DONNE CONTRO QUESTO SISTEMA COMPLICE DEI FEMMINICIDI!
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Il "turbamento" manifestato dopo il delitto e il fatto di non aver tentato la fuga, ma anzi di aver subito fatto chiamare la polizia, sono valsi in appello la concessione delle attenuanti generiche a un 32enne, originario del Myanmar, che il 24 novembre 2018 a Firenze uccise la compagna 21enne strangolandola nella camera dell’ostello dove alloggiavano.
Il 9 luglio 2020 l’uomo era stato condannato con rito abbreviato dal gup di Firenze a 30 anni per omicidio volontario. Il 15 settembre scorso la corte d’assise di appello del capoluogo toscano, riconoscendogli le attenuanti ha di fatto dimezzato la pena, portandola a 16 anni. Nelle motivazioni della sentenza dei giudici di seconda grado l’omicida viene definito “un uomo realmente turbato e sconvolto dall’azione compiuta”. “Da valorizzare - si legge nelle motivazioni della sentenza - il profilo psicologico del comportamento tenuto dall’imputato nell’immediatezza del fatto: le persone presenti lo hanno definito sconvolto, hanno riferito che si è seduto su uno scalino piangendo in attesa che arrivasse la polizia”. “Questa prima reazione sicuramente spontanea e non calcolata - scrivono ancora i giudici di secondo grado - vale molto di più di tanti pentimenti e richieste di perdono sbandierate in udienza a distanza di giorni e non mesi”. E poi ancora: “Il modo in cui l’imputato ha reagito sul momento, quando ha realizzato di aver provocato la morte di una persona, ci restituisce l’immagine di un uomo realmente turbato e sconvolto dell’azione appena compiuta, proprio perché si era trattato di un gesto non premeditato ma di un accesso di ira”.
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