28/08/18

Trentino - Agitu, pastora etiope, aggredita e minacciata: “Brutta negra, ti uccido”



Agitu Ideo Gudeta, la ragazza etiope che alleva capre felici in Trentino, aveva raccontato lo scorso anno a L'Internazionale una lunga storia, la sua storia e quella del suo paese, dal quale, come molti è dovuta scappare per la repressione feroce contro contadini e dissidenti, che si opponevano agli espropri forzati dei terreni agricoli, voluti dal governo per favorire le multinazionali che li usano per coltivare cereali e monocolture destinate all’esportazione.

Oggi Agitu vive in valle dei Mocheni dove produce formaggio di capra. Da circa un anno subisce insulti e minacce di un vicino di casa. Una sua capra è stata uccisa con una mammella asportata da un'arma da taglio, ne ha trovate morte altre due e le è sparito il cane. Poi l'aggressione fisica: "Mi ha preso per il collo e mi ha detto 'devi morire'"


Dal F.Q.

Tutto è cominciato con le prime minacce di stampo razzista e la denuncia ai carabinieri. Poi le gomme della macchina bucate, una capra uccisa con una mammella asportata da un’arma da taglio, altre due trovate morte e il cane improvvisamente sparito. Infine l’aggressione fisica. Un uomo l’ha presa per il collo: “Mi ha detto ‘brutta negra‘, ‘ti uccido‘, e ‘te ne devi andare'”. Agitu Ideo Gudeta è riuscita a liberarsi e scappare. Ora ha raccontato tutto ai giornali locali del Trentino Alto Adige. Lei, etiope innamoratosi delle montagne, da tempo vive in valle dei Mocheni dove alleva capre e produce formaggio con la sua azienda biologica “La capra felice“. Una storia d’integrazione che è stata raccontata dalla Reuters e più recentemente anche dal New York Times.
Il responsabile, riportano tutti i quotidiano regionali, è un vicino di casa.  “Chi mi sta perseguitando non è un mocheno e i carabinieri sanno bene chi è: l’ho fotografato mentre mi bucava le gomme dell’auto. E  hanno le denunce di tutti gli episodi che riguardano questa brutta vicenda”, ha raccontato Agitu all’Alto Adige. La pastora etiope tiene infatti a precisare che “in questa valle io mi trovo benissimo ed ho costruito con tanti rapporti molto belli. Qui mi sono sentita accettata dagli abitanti e ho avuto l’opportunità di avviare la mia azienda”. È da circa un anno però che ha a che fare con questo vicino: “Dispetti a non finire – ha spiegato a ilDolomiti.it – gomme bucate nella notte, danni ai macchinari e ogni volta che passiamo davanti alla sua proprietà insulti a non finire, parolacce, minacce. Ma negli ultimi mesi le cose sono degenerate. Il suo razzismo è esploso”.
Agitu, scrive l’Alto Adige, è scappata dall’Etiopia per un mandato d’arresto, dopo aver lottato con un regime corrotto e contro il land grabbing, la pratica per cui multinazionali comprano grandi appezzamenti di terra senza il consenso delle comunità che ci abitano e che la utilizzano. A Roma ha studiato Sociologia, poi il trasferimento in Trentino prima in Vallarsa e in Val di Gresta, infine in valle dei Mocheni. Qui grazie alla vendita dell’ex scuola di Frassilongo ha creato il suo caseificio dove, spiega al quotidiano di Bolzano, “do lavoro anche a tirocinanti che vogliono imparare a fare il formaggio”.

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