La Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo ha obbligato la
Russia a risarcire per un ammontare di 30 mila euro, entro tre mesi, le
ragazze del gruppo punk Pussy Riot per il caso della preghiera punk del
febbraio del 2012 nella Cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca. Marija
Alëchina e Nadežda Tolokonnikova riceveranno 16 mila euro ciascuna,
mentre Ekaterina Samucevič avrà 5 mila euro. Inoltre, a loro saranno
restituite le spese legali per l’ammontare di 11 mila 760 euro.
Secondo i giudici europei, sono stati violati i diritti delle
attiviste per il trattamento umano, il giusto processo, libertà e
incolumità personale, ma anche la libertà di opinione in base agli
articoli 3,5, 6 e 10 della Convenzione europea per la salvaguardia dei
diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali (CEDU).
La causa contro la Russia è stata presentata dalle Pussy Riot quattro
anni fa per il risarcimento dei danni morali. Le ragazze chiedevano 120
mila euro ciascuna e 10 mila di restituzione delle spese legali per
ciascuna.
Ora, però, le Pussy Riot devono scontare l’arresto amministrativo di
15 giorni per l’invasione di campo durante la partita finale
Croazia-Francia travestite da poliziotte. Sono state incriminate per
violazione di regole di comportamento durante eventi sportivi e l’uso
illecito dell’uniforme di corpi militarizzati.
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