In relazione alla vicenda della nostra
collega Lavinia Flavia Cassaro, maestra di Torino, filmata giovedì scorso
davanti al plotone di polizia schierato a difesa del leader neofascista di Casa
Pound, Simone Di Stefano, e “licenziata” in prima serata da Matteo Renzi durante
la trasmissione “Matrix” (che ha mandato in onda i video in questione), noi
docenti di Potere al Popolo – Potere alla Scuola di Torino, esprimiamo la
massima solidarietà alla collega e ci opponiamo fermamente al procedimento
disciplinare avviato, nei suoi confronti, dall'Ufficio Scolastico Regionale.
Ricordiamo peraltro che Flavia è tra le migliaia di maestre colpite
dall'ingiusta sentenza del Consiglio di Stato di dicembre e che per questo
rischia già di perdere il proprio lavoro. Le parole del segretario del PD
(seguite dall'anatema anche del Ministro dell'Istruzione Fedeli) e il
conseguente procedimento disciplinare dell'USR, giustificato dal presunto
comportamento incompatibile con la funzione di educatore anche se fuori
dall'orario di servizio, come riportato da "La Tecnica della Scuola", si
configurano come operazioni “liberticide” e “da Regime”, rispolverano il reato
d'opinione e ci riportano ai tempi del Fascismo, quando un docente poteva essere
punito, licenziato o persino arrestato per le sue idee politiche e le sue
parole.
Noi docenti e lavoratori della
scuola siamo, invece, con convinzione al fianco di Flavia, perché la libertà di
espressione, il diritto di manifestare e il diritto al dissenso non si
processano, perché è inaccettabile pretendere di licenziare qualcuno per una
frase pronunciata in una situazione concitata,
di tensione e di forte paura in
cui, ricordiamo, la polizia aveva appena caricato con gli idranti circa 500
manifestanti antifascisti, tra i quali c'era la stessa Flavia; perché la nostra
collega maestra in quella piazza non ha fatto male a nessuno e non ha esercitato
violenza fisica contro nessuno, piuttosto l'ha subita insieme a tutti noi
manifestanti antifascisti.
La nostra collega, giovedì, in piazza ha espresso liberamente il suo sdegno verso Forze dello Stato che, invece di impedire manifestazioni neofasciste, rivolgono i loro manganelli e sparano idranti contro chi invece difende i valori della democrazia, della libertà, della solidarietà e dell'antirazzismo.
La nostra collega, giovedì, in piazza ha espresso liberamente il suo sdegno verso Forze dello Stato che, invece di impedire manifestazioni neofasciste, rivolgono i loro manganelli e sparano idranti contro chi invece difende i valori della democrazia, della libertà, della solidarietà e dell'antirazzismo.
Giovedì in quella piazza c'eravamo tutte e tutti, per denunciare la presenza di un esponente politico come Di Stefano che, indisturbato e protetto da un imponente spiegamento di Polizia e Carabinieri, offende Torino, città medaglia d'oro della Resistenza. Flavia e noi eravamo lì per chiedere lo scioglimento della formazione neofascista Casa Pound la quale, da anni, contro i propri avversari politici e i propri capri espiatori (i migranti) non si limita a lanciare insulti, ma aggredisce fisicamente, ferisce e uccide. Per le Forze dello Stato invece giovedì l'emergenza a Torino eravamo noi antifascisti, tanto da impedire, con la forza, al corteo persino di muoversi e di manifestare per ricordare che la nostra Costituzione è antifascista e che creare formazioni politiche fasciste in Italia è ancora un reato.
La persecuzione mediatica prima,
concreta ora, verso la nostra collega, le minacce fatte da un Ministro della
Repubblica - che piuttosto dovrebbe preoccuparsi che il revisionismo storico non
si insinui nelle aule degli istituti, e che gli studenti non vengano aggrediti,
come spesso è già accaduto, da gruppi fascisti davanti alle scuole- e da un ex
premier, hanno come unico scopo quello di intimidire tutti noi insegnanti,
dissuaderci in futuro a protestare e a manifestare contro il neo fascismo e per
la salvaguardia dei nostri diritti di cittadini e lavoratori. Il messaggio è
“qualsiasi telecamera può inchiodarti a una parola di troppo, quindi tacete,
obbedite e non partecipate”.
Ma noi non accettiamo la
repressione contro il diritto costituzionale ad esprimere le nostre idee, e
anche il dissenso. Noi non ci facciamo intimidire. Noi stiamo con Flavia e in
quel corteo c'eravamo tutte e tutti: solidali con Flavia.
Potere alla Scuola /Torino
Nessun commento:
Posta un commento