lo slai cobas per il sindacato di classe - coordinamento nazionale si è assunto la responsabilità di raccogliere la richiesta dell'intero movimento delle donne di dichiarare lo sciopero delle donne sui posti di lavoro
invita il maggior numero di donne operaie e lavoratrici a scioperare nelle forme in cui è possibile e a partecipare autonomamente alle manifestazioni con delegazioni e rappresentanze dando voce alle proprie istanze e rivendicazioni
il movimento delle donne nel suo insieme è ben consapevole delle difficoltà dello sciopero - come è scritto nell'appello di Non una in meno - di cui pubblichiamo stralci
senza la maggioranza proletaria delle donne non ci potrà mai essere uno sciopero globale
senza l'organizzazione femminista proletaria autonomadelle donne non è possibile per le donne proletarie avere un ruolo di protagonista e di riferimento nel più generale movimento delle donnecosì come è necessaria una piattaforma che risponda alle esigenza della maggioranza delle donne che va discussa approvata e sostenuta in una lotta prolungata quotidiana nei luoghi del lavoro e del non lavoro delle donne
per questo lo slai cobas per il sindacato di classe sostiene la piattaforma generale per questo sciopero e per la battaglia generale elaborata in questi anni di lotta e di legame con le donne proletarie dal MOVIMENTO FEMMINISTA PROLETARIO RIVOLUZIONARIO
slai cobas per il sindacato di classe - coordinamento nazionale
slaicobasta@gmail.com
dall'appello di Non una in meno
....Sarà sciopero femminista perchè pretendiamo una trasformazione radicale della società: scioperiamo contro la violenza economica, la precarietà e le discriminazioni. Sovvertiamo le gerarchie sessuali, le norme di genere, i ruoli sociali imposti, i rapporti di potere che generano molestie e violenze. Rivendichiamo un reddito di autodeterminazione, un salario minimo europeo e un welfare universale, garantito e accessibile. Vogliamo autonomia e libertà di scelta sui nostri corpi e sulle nostre vite, vogliamo essere libere di muoverci e di restare contro la violenza del razzismo istituzionale e dei confini.
Sappiamo che scioperare è sempre una grandissima sfida, perchè ci scontriamo con il ricatto di un lavoro precario o di un permesso di soggiorno. Sappiamo quanto è difficile interrompere il lavoro informale, invisibile e non pagato che svolgiamo ogni giorno nel chiuso delle case, nei servizi pubblici e privati, per le strade. Sappiamo che scioperare può sembrare impossibile quando siamo isolate e divise. Sappiamo che il diritto di sciopero subisce quotidiane restrizioni.
Lo sciopero dell’8 marzo in Italia dovrà affrontare anche le limitazioni imposte dalle franchigie elettorali, che impediscono ad alcune categorie di incrociare le braccia nei 5 giorni che seguono il voto del 4 marzo. Sappiamo anche, però, che lo scorso anno siamo riuscite a vincere questa sfida, dando vita a un imponente sciopero sociale, sostenuto da alcuni sindacati e agito con forme e pratiche molteplici che ne hanno esteso i confini.
Quest’anno, alcuni sindacati hanno già dichiarato lo sciopero. Molti mancano ancora all’appello.....
.... Contro ogni strumentalizzazione, contro il razzismo fascista e quello istituzionale, che usano i nostri corpi per giustificare la violenza più brutale contro le migranti e i migranti e ulteriori restrizioni alla loro libertà di movimento, rivendichiamo la nostra autonomia e ribadiamo la necessità/volontà di autodeterminarci. Il piano su cui ci interessa esprimerci è il Piano Femminista contro la violenza maschile e di genere, il nostro terreno di lotta e rivendicazione comune, scritto da migliaia di mani in un anno di lotte.
Grideremo a tutto il mondo che non siamo il campo di battaglia né il programma elettorale di nessuno. Abbiamo il Piano femminista per riprenderci ciò che vogliamo. Occuperemo lo spazio pubblico per riaffermare la nostra autonomia e forza politica.
Noi scioperiamo!
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