Si chiede a tutti e tutte di firmare (anche on line) questo appello, di
farlo girare, di raccogliere firme, inviare messaggi di solidarietà a mfpraq@autistici.org, che li invierà a Nadia e a mfpr.naz@gmail.com (anche per invii ad indirizzi con pec)
PER LA DIFESA DELLE CONDIZIONI DI VITA DELLE PRIGIONIERE POLITICHE
NO AL 41bis PER NADIA LIOCE
Chiediamo la difesa delle condizioni di vita di Nadia Lioce, unica donna, prigioniera politica, sottoposta da circa 12 anni a un duro regime di 41bis.
Detenuta nel carcere Le Costarelle di L'Aquila in una condizione d’isolamento totale e perenne, condannata al silenzio in una cella due metri per due, posta alla fine di un lungo tunnel sotterraneo che si affaccia sul nulla, le è concessa, senza le varie sanzioni disciplinari eseguite con l'interruzione di un solo giorno l'una dall'altra, solo un'ora d'aria, spesso da sola, in una vasca di cemento grande tre metri per tre, dove il sole non si vede mai.
A Nadia Lioce viene negato perfino il diritto di detenere libri o riviste in cella e di riceverne dall’esterno, le viene sottratto materiale cartaceo.
La sezione femminile del carcere speciale de L’Aquila è tristemente nota per le condizioni detentive di gran lunga peggiori delle sezioni a 41bis di altre carceri, che riserva alle donne perquisizioni corporali quando si esce dalla cella nell’unica ora quotidiana, totale divieto di comunicare tra detenute, corrispondenza con l’esterno praticamente inesistente per la forte censura.
Sono condizioni che ledono completamente i diritti umani, i diritti delle donne.
E verso Nadia Lioce è una repressione da parte dello Stato, che ha anche lo scopo di punire una donna che continua a ribellarsi.
In questo ultimo anno le condizioni detentive già gravi di Nadia Lioce, sono addirittura peggiorate. Oltre ai libri, neanche i vaglia per comprarseli tramite il carcere le vengono consegnati, in un istituto di pena, quello abruzzese, dove manca persino un garante dei diritti dei detenuti.
Con la sentenza della Corte Costituzionale dell’8.02.17, n° 122, questa “tortura bianca” è stata dichiarata legittima e definitiva, nonostante il parere contrario della Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani del Senato, che nel 2015 ha fatto anche una interrogazione parlamentare per l'accanimento repressivo nei confronti di Nadia Lioce.
Riteniamo questa “condanna al silenzio” un inaccettabile sacrificio della dignità umana e chiediamo la sua immediata fine.
NO AL 41bis PER NADIA LIOCE
Chiediamo la difesa delle condizioni di vita di Nadia Lioce, unica donna, prigioniera politica, sottoposta da circa 12 anni a un duro regime di 41bis.
Detenuta nel carcere Le Costarelle di L'Aquila in una condizione d’isolamento totale e perenne, condannata al silenzio in una cella due metri per due, posta alla fine di un lungo tunnel sotterraneo che si affaccia sul nulla, le è concessa, senza le varie sanzioni disciplinari eseguite con l'interruzione di un solo giorno l'una dall'altra, solo un'ora d'aria, spesso da sola, in una vasca di cemento grande tre metri per tre, dove il sole non si vede mai.
A Nadia Lioce viene negato perfino il diritto di detenere libri o riviste in cella e di riceverne dall’esterno, le viene sottratto materiale cartaceo.
La sezione femminile del carcere speciale de L’Aquila è tristemente nota per le condizioni detentive di gran lunga peggiori delle sezioni a 41bis di altre carceri, che riserva alle donne perquisizioni corporali quando si esce dalla cella nell’unica ora quotidiana, totale divieto di comunicare tra detenute, corrispondenza con l’esterno praticamente inesistente per la forte censura.
Sono condizioni che ledono completamente i diritti umani, i diritti delle donne.
E verso Nadia Lioce è una repressione da parte dello Stato, che ha anche lo scopo di punire una donna che continua a ribellarsi.
In questo ultimo anno le condizioni detentive già gravi di Nadia Lioce, sono addirittura peggiorate. Oltre ai libri, neanche i vaglia per comprarseli tramite il carcere le vengono consegnati, in un istituto di pena, quello abruzzese, dove manca persino un garante dei diritti dei detenuti.
Con la sentenza della Corte Costituzionale dell’8.02.17, n° 122, questa “tortura bianca” è stata dichiarata legittima e definitiva, nonostante il parere contrario della Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani del Senato, che nel 2015 ha fatto anche una interrogazione parlamentare per l'accanimento repressivo nei confronti di Nadia Lioce.
Riteniamo questa “condanna al silenzio” un inaccettabile sacrificio della dignità umana e chiediamo la sua immediata fine.
Si segnalano alcuni indirizzi istituzionali, mass media a cui inviare l'adesione all'appello o messaggi propri - vi chiediamo, comunque, di inviare copia dei messaggi anche a questo indirizzo e mail del Mfpr de L'Aquila: mfpraq@autistici.org - in modo da raccoglierli tutti e darne notizia.
Gli indirizzi e mail riguardano il carcere del L'Aquila; i giornali de L'Aquila e alcuni giornalisti e radio nazionali; il presidente della commissione diritti umani del Senato, il presidente della Repubblica, il consiglio superiore della magistratura.
Per il presidente della camera e del senato si possono mandare solo aprendo il sito e scrivendo il messaggio nella posta indicata.
CHIARAMENTE OGNUNO PUO' INVIARLI ANCHE AD ALTRI INDIRIZZI UTILI.
mail: cc.laquila@giustizia.it
pec: cc.laquila@giustiziacert.it
redazione@primadanoi.it
redazione@news-town.it
info@laquilablog
redazione@abruzzoweb.it
redazione@laqtv.it
redazione@inabruzzo.com
redazione@ilcapoluogo.it
redazione@leditoriale.com
vespagiuseppe@aruba.it
lettere@ilcentro.it
red.abruzzo@ilcentro.it
red.aquila@ilcentro.it
redazione@abruzzo24ore.tv
geraldina.colotti@libero.it
ondarossa@ondarossa.info
radiopop@radiopopolare.it
repubblicawww@repubblica.it
paolastaccioli@tiscali.it
luigi.manconi@gmail.com
protocollo.centrale@pec.quirinale.it
protocollo.csm@giustiziacert.it
affgen.csm@giustiziacert.it
pec: cc.laquila@giustiziacert.it
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