Ci fanno sapere che ha scritto Marina, detenuta nel carcere delle Vallette, che ha ricevuto il volantino dello sciopero delle donne, ma glielo hanno subito "sequestrato".
Scriviamole tutte, scriviamole in tante
Marina Iadanza, via A. Aglietta, 35 - 10151 Torino
Scriviamole tutte, scriviamole in tante
Marina Iadanza, via A. Aglietta, 35 - 10151 Torino
di seguito il "pericoloso" appello:
Otto marzo nelle carceri e nei CIE - lettera/appello alle detenute
Alle donne proletarie rinchiuse nelle carceri
dell’imperialismo, alle nostre sorelle migranti rinchiuse nelle nere galere dei
CIE o detenute, alle prigioniere rivoluzionarie
Che il nuovo vento dello “Sciopero delle donne” entri l'8
marzo anche nelle carceri!
Che le donne recluse facciano con forza sentire la loro voce
e la loro ribellione!
Voi che avete difeso la vostra vita e quella dei vostri
figli dalla morte e dalla violenza, afferrando il coltello dalla parte della
lama, per rivolgerlo contro i vostri aguzzini
Voi che state scontando una condanna per aver difeso il
vostro amore, la vostra vita, la vostra libertà
Voi che vi siete ribellate alla vostra condizione
Voi che siete sopravvissute al mare per fuggire dalle
guerre, dalla violenza economica, sessuale e sociale di regimi, dittature
fasciste patriarcali e siete ora rinchiuse nelle galere del nostro Stato, dove
le violenze, gli abusi, lo sfruttamento e gli stupri si ripetono sommersi,
questa volta, da un mare di silenzio.
Voi che per sopravvivere avete dovuto vendere i vostri corpi
e vi hanno punite perché vi siete rifiutate di vendervi allo Stato, di
accettare la sua “protezione”
Voi che avete risposto con la giusta violenza rivoluzionaria
alla vera violenza di questo marcio sistema capitalistico e patriarcale
Voi che non avevate ragione di pentirvi di ciò che era
giusto o necessario fare.
Voi che non avete rinnegato la vostra esistenza.
Voi che sopportate di tutto per difendere il diritto alla
vita dei vostri figli e delle vostre figlie, senza tradire la vostra dignità.
A Voi va questo nostro appello:
Che anche le carceri, i Cie, l'8 marzo si illuminino della
luce dello “Sciopero globale delle donne”
Che le donne recluse facciano sentire, in questo giorno in
ogni modo, la loro voce e la loro ribellione, che si unisce a quella di
tantissime donne nel nostro paese e nel mondo.
Contro questo sistema economico e sociale che opprime tutte
noi.
L’8 marzo non è una festa, ma una giornata di lotta di tutte
le donne proletarie.
Scateniamo la nostra ribellione per fare la rivoluzione,
perché tutta la vita deve cambiare.
Movimento femminista proletario rivoluzionario
Nessun commento:
Posta un commento