"Una
bambinata". Il sindaco di Pimonte Michele Palummo definisce così, in una
puntata de "L’aria che tira" del 3 luglio, lo stupro di gruppo su una
ragazzina di 15 anni da parte di 12 suoi coetanei tra cui il fidanzato. Seduto
su un terrazzo, l'ex professore dice al microfono: "Ormai è
passata, sono tutti minorenni, che ti puoi aspettare". "Uno stupro di
gruppo? - chiede il giornalista Roberto D'Antonio - No, nel modo più
assoluto", si corregge il primo cittadino. "Sono parole inquietanti",
protestano Celeste Costantino, deputata Sinistra Italiana, e Stefania Fanelli
dell'associazione "Frida Kahlo - La città delle pari
opportunità". Solo pochi giorni fa la ragazza violentata dal branco
è stata costretta a lasciare Pimonte dopo il ritorno in paese dei coetanei
denunciati. Si è trasferita in Germania con la sua famiglia per ritrovare
serenità. Il reintegro di tre dei violentatori "messi alla
prova" proprio a Pimonte era troppo da sopportare. Nel paesino
di seimila anime in provincia di Napoli, tra Castellammare e la costiera
amalfitana, i silenzi fanno male. Donne e uomini intervistati si trincerano
dietro un "Non so niente e non voglio sapere niente", "Non
mi riguarda", "E che devo fare", "Parlate sempre di
questo?".
Il sindaco, eletto appena un mese fa, ora si scusa.
Con la ragazza e la sua famiglia "ma vuol fornire la sua versione dei
fatti" fanno sapere dal Palazzo.
"Intendo
– scrive Palummo in una nota affidata a Repubblica - prima di ogni
altra cosa-porgere le mie più sentite scuse alla nostra giovane concittadina,
alla sua famiglia e all’intera cittadinanza per aver utilizzato, durante
l’intervista a La 7, un’espressione infelice, assolutamente impropria e che non
era affatto riferita a quanto le è purtroppo capitato. E’ un’espressione
che non rispecchia affatto il mio pensiero, in quanto condanno, per principio,
ogni forma di violenza e di sopruso, tanto più se perpetrata contro una giovane
donna; ho condannato l’episodio quando è successo lo scorso anno e continuo a
ritenerlo oggi un fatto quanto mai grave". Il sindaco si riserva di
intraprendere altre inziative e aggiunge: "Ho 73 anni, sono padre e nonno
di tre nipoti, ma soprattutto sono stato insegnante per ben 40 anni e la mia
vita sono una chiara ed evidente testimonianza dei valori in cui credo e per i
quali ho vissuto e continuo a vivere. Intendo, inoltre, ribadire che Pimonte è
un paese pulito, sano, fatto di persone perbene, di onesti lavoratori". "La
violenza capitata -conclude - che condanno senza mezzi termini, rappresenta un
caso isolato, sicuramente una pagina buia della nostra storia. Ma non abbiamo
intenzione di arrenderci, lavoreremo instancabilmente per migliorare il tessuto
sociale della nostra comunità e per evitare che episodi del genere si ripetano
in futuro".
Nel tardo pomeriggio interviene il parroco del paese: "Un'offesa a Dio, altro che bambinata. Ma non siamo barbari".
Nel tardo pomeriggio interviene il parroco del paese: "Un'offesa a Dio, altro che bambinata. Ma non siamo barbari".
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