01/02/16

"DONNE MOLESTATE A CAPODANNO? LA COLPA NON E' DELL'IMMIGRAZIONE"

Simone Buchholz, giornalista e scrittrice tedesca vive e racconta un quartiere multietnico di Amburgo “Le aggressioni sono opera di ubriachi, anche biondi e con occhi azzurri”.
Dall'intervista di Elisabetta Pagani
...Amburgo è una città giovane, libera e ricca, con tassi di disoccupazione invidiabili. Una delle mete dell’immigrazione. Durante l’emergenza si sono toccati i 400-500 arrivi al giorno. Che impatto ha avuto sulla città?
«Amburgo è una città portuale, da sempre popolata da immigrati: italiani, polacchi, turchi... I nuovi arrivi non hanno creato problemi di criminalità né di lavoro, anche se i numeri sono consistenti. La vera questione sono gli spazi: gli appartamenti non si trovano e l’accoglienza diventa complicata».
Che differenza c'è con l’immigrazione turca che contribuì al «miracolo economico» tedesco?
«Non credo ci siano differenze. Ancora oggi ci sono immigrati di terza generazione che non parlano tedesco e molti altri che sono invece integrati».
Le aggressioni di Capodanno sono avvenute a St Pauli, lei c’era?
«Io ci vivo... Le aggressioni sono avvenute sulla Große Freiheit, la via del divertimento. Ci passo anche di notte e non penso sia pericoloso. Purtroppo la verità è che aggressioni di questo tipo capitano da sempre dove c’è una concentrazione di uomini ubriachi. E i tedeschi bevono tanto. Io ho 44 anni, sono fuori target forse, ma quando ero giovane mi è successo più volte. La differenza a Capodanno l’hanno fatta i numeri, enormi, delle vittime».
Un caso esploso in piena emergenza immigrazione. Con la sua eco di polemiche e paure.
«L’immigrazione non c’entra nulla. I conservatori danno addosso ai migranti ma sono stati loro i primi a schiacciare le donne privandole dei loro diritti. Vorrei raccontare loro cosa mi è successo proprio poco tempo fa: di ritorno da casa di un’amica sono stata infastidita da due giganteschi e biondissimi tedeschi. Sono riuscita ad allontanarli solo perché in passato ho fatto lezioni di kung fu».
Ma la libertà delle donne che fine ha fatto?
«C’è, ma bisogna difenderla. E continuare a parlare di quello che succede, comprese le violenze quotidiane. Ripeto, purtroppo sono scene che, almeno in Germania, si rischiano ovunque si raduni una massa di uomini ubriachi»...

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