La donna
bielorussa bruciata dal suo ex: che futuro ora le attende? E'
anche per questo che l'8 marzo le lavoratrici, disoccupate di
Taranto scenderanno in piazza.
La scorsa
settimana la donna, lavoratrice badante a Taranto, era stata
massacrata di botte e poi bruciata dal suo maledetto ex compagno,
ora è al Centro Grandi Ustionati di Brindisi.
"Elèna
(nome di fantasia) parla a stenti, il suo volto,la testa,il
corpo sono completamente bendati - racconta Barbara Gambillara
(la consigliera di parità della provincia di Taranto andata a
trovarla) - ha gravi ustioni sul volto, sul petto, sulle mani.
Il medico mi ha detto che non è ancora fuori pericolo e che
rischia complicazioni". Ma soprattutto quando si riprenderà
dovrà affrontare una serie di interventi per una parziale
ricostruzione. Ed allora il punto è questo: chi prenderà in
carico questa donna? Non solo sul piano dell'assistenza
sanitaria... ma anche sul piano lavorativo, assicurativo e
tutto... Certo, ci sono le leggi, ci sono i tavoli in cui si
discute di questi problemi, ma c'è un fondo finalizzato ad
assistere le vittime?... le donne se hanno una casa, ma decidono
di denunciare il loro carnefice, dove vanno? Dove lavorano?...
Ecco, quando le invitiamo a denunciare e a liberarsi di questo
macigno,è questa la domanda che ci pongono: E le istituzioni che
rispondono?".
Siamo
d'accordo. Il problema è questo. Non basta fare Tavoli,
"sportelli", non basta che i rappresentanti Istituzionali locali e
nazionali facciano il "pianto del coccodrillo" una o al massimo
due volte all'anno - e ora, per l'8 marzo, sentiremo e leggeremo
tante squallide e ipocrite dichiarazioni sul fatto che "loro sono
dalla parte delle donne..." - ma
occorre imporre dei cambiamenti reali.
Le condizioni
di vita, di difficoltà per e nel lavoro, di oppressione delle
donne nella famiglia, nei rapporti personali, e a maggior ragione
delle donne immigrate - che alle "ordinarie" oppressioni e
difficili condizioni di vita che la maggioranza delle donne vive
si vedono aggiungere altre sia in termini di più sfruttamento,
bassi salari, discriminazioni sul lavoro, sia in termini di
razzismo e di maggior abusi sessuali - queste condizioni sono
l'habitat in cui spesso maturano le violenze sessuali, i
femminicidi; e poi, se una donna per fortuna si salva, sono i
gravi problemi che una donna si trova ad affrontare da sola.
La nostra
solidarietà ad "Elène" è soprattutto il nostro impegno, come
donne, lavoratrici, disoccupate a portare ancora più avanti la
battaglia che stiamo facendo, per dire basta a tutto questo! Per
dire che le donne a Taranto non devono essere più sole. Per dire
che pretendiamo non chiacchiere offensive una volta all'anno ma
fatti precisi, a partire da: lavoro a tempo indeterminato per
tutte le donne, salario sociale anche attraverso corsi di
formazione mirati alle donne e finalizzati al lavoro, case per le
donne violentate, molestate (non centri rifugio e simili), servizi
sanitari gratuiti per le donne.
A Taranto è
possibile perchè a Taranto le donne, le lavoratrici, le
precarie, le disoccupate, si vanno organizzando, si uniscono,
alzano la testa, fanno
lo sciopero delle donne - come il 25 novembre - sono in questi
giorni in prima fila, le più ribelli nella lotta per il lavoro, e
invaderanno la città l'8 marzo, riprendendo questa giornata che è
proprio delle donne proletarie...; perchè non vogliamo più
accettare di essere oppresse e subire violenze, perchè tutta la
vita deve cambiare. Ma soprattutto perchè sappiamo, sulla nostra
pelle, che o siamo noi donne insieme che ci ribelliamo, ci uniamo,
lottiamo, o non cambia nulla.
PER QUESTO
FACCIAMO UN'APPELLO PARTICOLARE ALLE DONNE IMMIGRATE DI TARANTO,
ALLE AMICHE DI "ELENA", PER INCONTRARCI, PER SCENDERE INSIEME IN
PIAZZA L'8 MARZO, PER CONTINUARE DOPO L'8 MARZO!
FACCIAMOLO
ANCHE PER "ELENA", CHE LE POSSA ARRIVARE QUESTO FORTE MESSAGGIO:
"FORZA, TI ASPETTIAMO, PERCHE' ANCHE TU TI UNISCA A NOI!"
Per
contattarci: mfpr.naz@gmail.com - 3475301704.
ALLA
CONSIGLIERA GAMBILLARA, diciamo che siamo d'accordo con le
sue parole, e che proprio per questo nell'incontro che abbiamo
fatto con lei giorni fa abbiamo proposto di pretendere dalle
Istituzioni dei passi concreti. Rispetto a questo abbiamo visto
l'utilità di un Convegno intorno all'8 marzo in cui chiamare tutti
i rappresentanti istituzionali non per fare passerella ma per dire
cosa loro concretamente devono fare per rispondere alle nostre
precise richieste, e vincolarli, con passaggi successivi concreti,
alla attuazione di provvedimenti su lavoro, reddito, case, servizi
sanitari alle donne.
Le
disoccupate, lavoratrici del
Movimento
Femminista Proletario Rivoluzionario - Taranto
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