"Grande è la forza che si è scatenata nel giorno dello SCIOPERO DELLE DONNE, grande la rabbia ma
grande la determinazione ad andare avanti. Perchè ormai la fiamma si è accesa e si guarda alla lotta,
sempre più combattiva e sempre più mirata all'obiettivo, LA RIVOLUZIONE" (dal dossier "25 novembre -
LA SCINTILLA DELLO SCIOPERO DELLE DONNE")
8 marzo a Roma, di rossa lotta e solidarietà
e di doppia emozione per me, che ho visto da vicino i luoghi di pena e di gioia e i volti in carne e ossa delle compagne e amiche che hanno attraversato la mia vita, con il loro dolore e la loro gioia.
Un filo rosso di lotta e solidarietà ha unito nel giorno dell'8 marzo 2014 questi luoghi e questi volti
Il dolore, la solitudine, la galera
L'8 marzo a Roma è iniziato in mattinata al presidio sotto il carcere di rebibbia femminile.
Una ventina di compagne e compagni hanno portato il loro messaggio di solidarietà alle donne e alle compagne prigioniere, in particolare a Chiara, la compagna NO TAV rinchiusa nella sezione di massima sicurezza per aver lottato per la libertà della sua valle.
Nello striscione abbiamo scritto: "8 marzo: libere tutte, il carcere è violenza"
La gioia, l'unità, la libertà
Nel pomeriggio l'immagine del dolore si è tramutata in un fiume di gioia, anche personale per me, che ho rivisto Paola, la compagna rinchiusa a Rebibbia, finalmente libera a lottare insieme a noi
Un corteo di circa 5.000 persone, moltissime ragazze e giovani, ha attraversato Roma da Piazza dei condottieri, all'università, fino al reparto di ginecologia in via del Policlinico. Le parole d'ordine che hanno scandito i passi di questo fiume in piena erano poche ma buone: autodeterminazione, libertà, rivoluzione.
Al concentramento ho venduto 7 copie del dossier "la scintilla dello sciopero delle donne", ma presto mi sono lasciata avvolgere dalla potenza combattiva di questo corteo, come una goccia in un fiume in piena, vivace e determinato come una minaccia, caldo e rassicurante come una promessa, quella di una rivoluzione inevitabile e impossibile senza le donne!
"Obiezione respinta, Io decido", "Autodeterminazione, primo passo per la rivoluzione", "aborto clandestino, profitto di milioni: è questa la morale di preti e padroni", "...contraccettivi gratuiti e corpi liberati, è la richiesta minima di precari e disoccupati", "l'aborto non è un terno alL8", "non sono venuta dalla tua costola, tu sei venuto dal mio utero". Questi solo alcuni dei messaggi indicati su striscioni e cartelli e scritte, ma su questo preferisco lasciar parlare le immagini.
Sono le voci che non posso riprodurre e che cercherò di scrivere. A parte qualche slogan "cantato" talmente tante volte che mi è entrato nella testa - tipo: "il primo sampietrino all'obiettore...il secondo sampietrino al vaticano...il terzo sampietrino al celerino...il quarto sampietrino alla questura..." e "8 marzo internazionale la rivoluzione sarà sessuale", Il messaggio che usciva forte e chiaro è quello di una rivoluzione nella rivoluzione, quello della necessità di una rivoluzione di classe che non può prescindere da quella di genere e viceversa, contro le discriminazioni e la doppia oppressione sistemica che subiscono le donne, l'unica soluzione è la rivoluzione, una rivoluzione delle donne, una rivoluzione con le donne.
E' stato davvero un bel 8 marzo a Roma, rosso e di lotta, considerando che qui ha sede il vaticano e che il Lazio è la regione in Italia con il più alto numero di obiettori. Considerando che qui il movimento femminista si è un po' "dissolto" in questi ultimi anni e che le femministe "storiche" stavolta l'hanno fatta da testimoni, lasciando la voce a chi ne ha ancora: le ragazze, le studentesse, la nuova generazione.
Un grosso abbraccio a chi si ribella, a tutte le donne che si ribellano
Luigia per l'mfpr
8 marzo a Roma, di rossa lotta e solidarietà
e di doppia emozione per me, che ho visto da vicino i luoghi di pena e di gioia e i volti in carne e ossa delle compagne e amiche che hanno attraversato la mia vita, con il loro dolore e la loro gioia.
Un filo rosso di lotta e solidarietà ha unito nel giorno dell'8 marzo 2014 questi luoghi e questi volti
Il dolore, la solitudine, la galera
L'8 marzo a Roma è iniziato in mattinata al presidio sotto il carcere di rebibbia femminile.
Una ventina di compagne e compagni hanno portato il loro messaggio di solidarietà alle donne e alle compagne prigioniere, in particolare a Chiara, la compagna NO TAV rinchiusa nella sezione di massima sicurezza per aver lottato per la libertà della sua valle.
Nello striscione abbiamo scritto: "8 marzo: libere tutte, il carcere è violenza"
La gioia, l'unità, la libertà
Nel pomeriggio l'immagine del dolore si è tramutata in un fiume di gioia, anche personale per me, che ho rivisto Paola, la compagna rinchiusa a Rebibbia, finalmente libera a lottare insieme a noi
Un corteo di circa 5.000 persone, moltissime ragazze e giovani, ha attraversato Roma da Piazza dei condottieri, all'università, fino al reparto di ginecologia in via del Policlinico. Le parole d'ordine che hanno scandito i passi di questo fiume in piena erano poche ma buone: autodeterminazione, libertà, rivoluzione.
Al concentramento ho venduto 7 copie del dossier "la scintilla dello sciopero delle donne", ma presto mi sono lasciata avvolgere dalla potenza combattiva di questo corteo, come una goccia in un fiume in piena, vivace e determinato come una minaccia, caldo e rassicurante come una promessa, quella di una rivoluzione inevitabile e impossibile senza le donne!
"Obiezione respinta, Io decido", "Autodeterminazione, primo passo per la rivoluzione", "aborto clandestino, profitto di milioni: è questa la morale di preti e padroni", "...contraccettivi gratuiti e corpi liberati, è la richiesta minima di precari e disoccupati", "l'aborto non è un terno alL8", "non sono venuta dalla tua costola, tu sei venuto dal mio utero". Questi solo alcuni dei messaggi indicati su striscioni e cartelli e scritte, ma su questo preferisco lasciar parlare le immagini.
Sono le voci che non posso riprodurre e che cercherò di scrivere. A parte qualche slogan "cantato" talmente tante volte che mi è entrato nella testa - tipo: "il primo sampietrino all'obiettore...il secondo sampietrino al vaticano...il terzo sampietrino al celerino...il quarto sampietrino alla questura..." e "8 marzo internazionale la rivoluzione sarà sessuale", Il messaggio che usciva forte e chiaro è quello di una rivoluzione nella rivoluzione, quello della necessità di una rivoluzione di classe che non può prescindere da quella di genere e viceversa, contro le discriminazioni e la doppia oppressione sistemica che subiscono le donne, l'unica soluzione è la rivoluzione, una rivoluzione delle donne, una rivoluzione con le donne.
E' stato davvero un bel 8 marzo a Roma, rosso e di lotta, considerando che qui ha sede il vaticano e che il Lazio è la regione in Italia con il più alto numero di obiettori. Considerando che qui il movimento femminista si è un po' "dissolto" in questi ultimi anni e che le femministe "storiche" stavolta l'hanno fatta da testimoni, lasciando la voce a chi ne ha ancora: le ragazze, le studentesse, la nuova generazione.
Un grosso abbraccio a chi si ribella, a tutte le donne che si ribellano
Luigia per l'mfpr
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