QUESTA MATTINA 16 GENNAIO, A ROMA UN FLASH MOB DI DONNE DASUD DAVANTI AL PALAZZO DELLE ESPOSIZIONI - DOVE SONO IN CORSO TRE MOSTRE SUL MESSICO - PER DENUNCIARE IL FEMMINICIDIO IN MESSICO
In vista della mobilitazione internazionale di domani contro i crimini di femminicidio che stanno avvenendo in Messico, oltre 10 donne hanno dato vita ad un flashmob stamane alle ore 11 davanti al Palazzo delle Esposizioni, indossando le magliette con le mani insanguinate e tenendo alte le croci rosa con i nomi delle donne che sono state recentemente ammazzate in Messico. Le Donne da Sud hanno inoltre srotolato uno striscione con la scritta NI UNA MAS.
E’ stato scelto un luogo simbolico in cui si svolgono in questo momento tre mostre sul Messico. I simboli utilizzati erano gli stessi della lotta del movimento di "Ni una mas" delle donne messicane per denunciare che il recente assassinio di Susana Chávez si iscrive nell’ambito dei femminicidi, ed è morta perché donna e perché donna che ha denunciato questi crimini.
doMANI LUNEDÌ 17 GENNAIO ALLE ORE 10
PRESIDIO CONTRO IL FEMMINICIDIO IN ATTO IN MESSICO
DAVANTI ALL'AMBASCIATA MESSICANA
IN VIA SPALLANZANI 16 A ROMA
Donne daSud accoglie l'invito delle donne messicane e partecipa domani lunedì 17 gennio alla mobilitazione delle ore 10, in Via Spallanzani 16 a Roma, davanti all'Ambasciata messicana, per manifestare il proprio sdegno davanti a un omicidio che la questura vuole far passare per un incidente. Un "incidente" che segue ai 446 omicidi di donne del 2010, 900 negli ultimi cinque anni, tutti avvenuti in questa città di confine. Susana Chavez è la tredicesima vittima tra le attiviste messicane.
Donne daSud denuncia il femminicidio in atto in Messico, a Ciudad Juarez, nella regione del Chihuahua “chiediamo alle istituzioni messicane in Italia giustizia per la morte di Susana Chavez, attivista dei diritti delle donne e poetessa, brutalmente assassinata per mano di tre uomini.”
Donne daSud invita tutte/i a partecipare a questo appuntamento, perché non vogliamo NI UNA MAS!
Donne daSud, Via Gentile da Mogliano, 170 - Roma cell. 389 51 78 481
NI UNA MAS
Esiste un luogo ai confini tra il Messico e gli Stati Uniti in cui è normale violentare e uccidere giovani donne. A Ciudad Juárez nello Stato di Chihuahua in Messico solo l’anno scorso sono state assassinate 446 donne secondo lo stesso rituale: rapimento, tortura, sevizie sessuali, mutilazioni, strangolamento.
La situazione a Ciudad Juàrez, principale zona franca industriale messicana, in cui le donne occupano il 48,3% dei posti di lavoro disponibili, è veramente drammatica: basti pensare, infatti, che oltre agli omicidi seriali, le statistiche indicano che il 70% delle donne che vi si rivolgono per cercare aiuto sono state picchiate dai loro mariti, mentre il 30% lo sono state da qualcuno che conoscevano. In un anno sono state presentate 4540 denunce per stupro (12 al giorno) e ugualmente, le molestie sessuali e le minacce di licenziamento, da parte dei supervisori e dei proprietari delle maquiladoras, alle donne che rifiutano le avances, sono un fenomeno corrente.
Ni una más. Non una di più. L’autrice di questa frase è stata assassinata. Si chiamava Susana Chávez e, oltre ad essere attivista contro i femminicidi a Ciudad Juárez, era poeta. Aveva 36 anni. Hanno gettato il suo corpo seminudo per strada. La testa era avvolta in un sacchetto di plastica nero. Le mancava la mano sinistra.
Il 5 gennaio è stata assassinata, ma le autorità hanno consegnato il suo corpo cinque giorni dopo. La versione che la questura di Chihuahua vuole spacciare per vera è che si è trattato di un crimine comune che non aveva nulla a che vedere con il suo attivismo.
Donne daSud sono qui per urlare che l’assassinio di Susana Chávez si iscrive nell’ambito dei femminicidi, che Susana è morta perché donna e perché donna che ha denunciato questi crimini. E sono qui per rendere visibile lo sconcerto, l’offesa, la ferita, l’aggressione che proviamo ogni giorno davanti all’indifferenza che c’è nel mondo e in Italia al dramma delle violenze sulle donne.
In vista della mobilitazione internazionale di domani contro i crimini di femminicidio che stanno avvenendo in Messico, oltre 10 donne hanno dato vita ad un flashmob stamane alle ore 11 davanti al Palazzo delle Esposizioni, indossando le magliette con le mani insanguinate e tenendo alte le croci rosa con i nomi delle donne che sono state recentemente ammazzate in Messico. Le Donne da Sud hanno inoltre srotolato uno striscione con la scritta NI UNA MAS.
E’ stato scelto un luogo simbolico in cui si svolgono in questo momento tre mostre sul Messico. I simboli utilizzati erano gli stessi della lotta del movimento di "Ni una mas" delle donne messicane per denunciare che il recente assassinio di Susana Chávez si iscrive nell’ambito dei femminicidi, ed è morta perché donna e perché donna che ha denunciato questi crimini.
doMANI LUNEDÌ 17 GENNAIO ALLE ORE 10
PRESIDIO CONTRO IL FEMMINICIDIO IN ATTO IN MESSICO
DAVANTI ALL'AMBASCIATA MESSICANA
IN VIA SPALLANZANI 16 A ROMA
Donne daSud accoglie l'invito delle donne messicane e partecipa domani lunedì 17 gennio alla mobilitazione delle ore 10, in Via Spallanzani 16 a Roma, davanti all'Ambasciata messicana, per manifestare il proprio sdegno davanti a un omicidio che la questura vuole far passare per un incidente. Un "incidente" che segue ai 446 omicidi di donne del 2010, 900 negli ultimi cinque anni, tutti avvenuti in questa città di confine. Susana Chavez è la tredicesima vittima tra le attiviste messicane.
Donne daSud denuncia il femminicidio in atto in Messico, a Ciudad Juarez, nella regione del Chihuahua “chiediamo alle istituzioni messicane in Italia giustizia per la morte di Susana Chavez, attivista dei diritti delle donne e poetessa, brutalmente assassinata per mano di tre uomini.”
Donne daSud invita tutte/i a partecipare a questo appuntamento, perché non vogliamo NI UNA MAS!
Donne daSud, Via Gentile da Mogliano, 170 - Roma cell. 389 51 78 481
NI UNA MAS
Esiste un luogo ai confini tra il Messico e gli Stati Uniti in cui è normale violentare e uccidere giovani donne. A Ciudad Juárez nello Stato di Chihuahua in Messico solo l’anno scorso sono state assassinate 446 donne secondo lo stesso rituale: rapimento, tortura, sevizie sessuali, mutilazioni, strangolamento.
La situazione a Ciudad Juàrez, principale zona franca industriale messicana, in cui le donne occupano il 48,3% dei posti di lavoro disponibili, è veramente drammatica: basti pensare, infatti, che oltre agli omicidi seriali, le statistiche indicano che il 70% delle donne che vi si rivolgono per cercare aiuto sono state picchiate dai loro mariti, mentre il 30% lo sono state da qualcuno che conoscevano. In un anno sono state presentate 4540 denunce per stupro (12 al giorno) e ugualmente, le molestie sessuali e le minacce di licenziamento, da parte dei supervisori e dei proprietari delle maquiladoras, alle donne che rifiutano le avances, sono un fenomeno corrente.
Ni una más. Non una di più. L’autrice di questa frase è stata assassinata. Si chiamava Susana Chávez e, oltre ad essere attivista contro i femminicidi a Ciudad Juárez, era poeta. Aveva 36 anni. Hanno gettato il suo corpo seminudo per strada. La testa era avvolta in un sacchetto di plastica nero. Le mancava la mano sinistra.
Il 5 gennaio è stata assassinata, ma le autorità hanno consegnato il suo corpo cinque giorni dopo. La versione che la questura di Chihuahua vuole spacciare per vera è che si è trattato di un crimine comune che non aveva nulla a che vedere con il suo attivismo.
Donne daSud sono qui per urlare che l’assassinio di Susana Chávez si iscrive nell’ambito dei femminicidi, che Susana è morta perché donna e perché donna che ha denunciato questi crimini. E sono qui per rendere visibile lo sconcerto, l’offesa, la ferita, l’aggressione che proviamo ogni giorno davanti all’indifferenza che c’è nel mondo e in Italia al dramma delle violenze sulle donne.
non una in più - se non ora quando?
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