ASCOLI PICENO - Si deve a due cani da tartufo, che ieri passeggiavano sul Colle San Marco - a una quindicina di km da Ascoli - insieme ai padroni, la svolta nel giallo della scomparsa di Raffaella Goffo, la funzionaria della prefettura di Ancona che si era come dissolta nel nulla otto mesi fa.
Sono stati i due animali a disseppellire le ossa di una donna, affiorate con brandelli di tessuto dal terreno accanto a un albero, in una pineta all'inizio del Bosco dell'Impero, e quei resti potrebbero essere proprio di Rossella, ipotesi rafforzata dal riconoscimento di un braccialetto da parte del marito. Per l'omicidio e' da tempo indagato dalla procura di Ancona un tecnico della questura ascolana, Alvaro Binni, che con la Goffo aveva avuto una relazione. Oltre al monile, su cui era incisa una data particolare, il marito Roberto Girardi, un pediatra di Adria (Rovigo), paese di cui era originaria anche la funzionaria, ha riconosciuto un giubbetto. L'altro indumento repertato e' un paio di jeans. La sparizione, ai primi di maggio del 2010, di Rossella, 47 anni, madre di due figli grandi, era stata inizialmente attribuita a un allontanamento volontario. La donna era tornata dal Veneto ad Ancona il 3 maggio, per riprendere il lavoro; il giorno dopo aveva incontrato Binni, 41 anni, sposato e padre di 4 figli, con cui c'era stato un diverbio. La Goffo era stata vista entrare e uscire dalla prefettura, poi piu' nulla. La sua auto era rimasta nel parcheggio della prefettura; nella sua stanza, in un appartamento affittato con delle studentesse in via Fazioli, non c'erano effetti personali. Nell'auto pero' erano stati trovati documenti intestati a lei, ma con la data di nascita contraffatta, in modo da farla apparire piu' giovane, come, con nomi diversi, la funzionaria veneta compariva anche con una serie di profili su Facebook. Rossella e Binni si erano conosciuti a Rovigo, dove entrambi lavoravano. Lui risiede a Ascoli e per stargli piu' vicino lei aveva chiesto il trasferimento ad Ancona. Un sentimento, quello della donna, a senso unico, ha sempre sostenuto il tecnico, che era arrivato a denunciarla per stalking. Gli investigatori ipotizzano come movente la volonta' di Binni di non mettere a rischio la propria famiglia, anche se l'uomo, difeso dall'avv. Nazario Agostini, sostiene che tra lui e la funzionaria c'era solo amicizia e che pertanto la Goffo non avrebbe potuto rappresentare una minaccia. La zona in cui e' stato ritrovato il corpo non era fra quelle battute a suo tempo alla ricerca del cadavere. Secondo gli inquirenti, infatti, la donna era quasi certamente morta, attirata da Binni ad Ascoli, dove il tecnico risiede, e qui uccisa. Ma molti sono i punti ancora da chiarire: il luogo del ritrovamento e' frequentato da sportivi, famiglie e coppiette, particolare che sembra incompatibile con l'ipotesi di un omicidio progettato meticolosamente (Binni e' accusato di omicidio volontario premeditato). Si tratta pero' della stessa area da cui erano partite alcune chiamate a uno dei cellulari della donna, agganciate dalla 'cella' del vicino monte Ascensione. Telefonate fatte proprio dall'uomo, ipotizzano gli investigatori, per trovare il telefono al buio. E fa pensare anche la scarsa profondita' di seppellimento del corpo, dovuta forse al fatto di aver dovuto agire in fretta e al buio. ''La nostra linea difensiva non cambia'', ha commentato Agostini, annunciando che si opporra' alla richiesta di proroga delle indagini fatta dal pm di Ancona Irene Bilotta. Sabato, intanto, summit in Procura ad Ascoli, per decidere sulla prosecuzione delle indagini. Lo stesso giorno dovrebbe arrivare ad Ascoli anche il marito della Goffo: ''Il mio assistito - ha detto il suo legale Claudio Sartori - non ha mai perso la speranza di rivedere la moglie, anche se piu' passava il tempo piu' capiva che sarebbe stato difficile. Voleva prendere l'auto e andare subito ad Ascoli, ma e' talmente sconvolto che anche la polizia gli ha consigliato di stare a casa.
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